Per i Comuni siciliani senza Bilancio 2016 (cioè quasi per tutti) è scaduto pure l’esercizio provvisorio

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Questo significa che non possono più spendere nemmeno in dodicesimi, a meno che non intervenga una proroga da parte del Governo nazionale. In pratica, se non fosse ancora chiaro, la spesa della stragrande maggioranza dei Comuni dell’isola è bloccata. Il tutto mentre Renzi annuncia improbabili “Patti” per Palermo e Catania. La verità che politica e amministrazione pubblica, in Sicilia, ormai si vanno coprendo di ridicolo

Contabilità pubblica in Sicilia: ormai siamo alla farsa. Mentre Renzi strombazza i soldi che dice che assegnerà ai Comuni di Palermo e Catania (oltre un miliardo di Euro sulla carta), Regioni, Comuni e Province sono al disastro finanziario. Mezza Amministrazione regionale è senza soldi; le Province sono senza soldi, mentre la situazione finanziaria precipita pure per la grande maggioranza dei Comuni dell’Isola – tutti senza Bilancio 2016 – che da due giorni non possono nemmeno utilizzare l’esercizio provvisorio.

Due giorni fa – il 30 Aprile – è scaduto il termine per operare con l’esercizio provvisorio (come vi abbiamo raccontato qui). Ieri era l’1 Maggio, festa del lavoro. Ma oggi è Lunedì 2 Maggio: e da oggi i Comuni siciliani che non hanno approvato il Bilancio 2016 sono praticamente bloccati.

In assenza di Bilancio un ente pubblico opera con il citato esercizio provvisorio: cioè con il Bilancio in dodicesimi calcolato sull’anno precedente. L’esercizio provvisorio può durare un massimo di quattro mesi. A meno che non intervenga una proroga da parte del Governo nazionale.

“Fino a questo momento non c’è alcuna proroga”, ci hanno detto stamattina all’ANCI Sicilia, sigla che sta per Associazione Nazionale dei Comuni Italiani.

Che cosa fa un Comune senza Bilancio e senza esercizio provvisorio? Poco o nulla. Può effettuare solo quei pagamenti che, se non onorati, potrebbero arrecare un danno patrimoniale allo stesso Comune. Tutto il resto è bloccato.

Siamo, come già accennato, al ridicolo.

Da una parte ci sono gli annunci, con il presidente del Consiglio che piomba in Sicilia, ‘inaugura’ un tratto di autostrada che non è mai franato e, soprattutto, promette soldi a tutti: oltre 700 milioni di Euro ai Comuni di Palermo, oltre 300 milioni di Euro al Comune di Catania e, addirittura, 3 miliardi e mezzo di Euro per tutto il Sud.

Dall’altra parte c’è la realtà: la maggioranza dei Comuni siciliani che ancora debbono ricevere buona parte dei trasferimenti regionali del 2015 (del 2016 chissà quando se ne parlerà…) e che, adesso, non hanno a disposizione nemmeno la proroga per proseguire con l’esercizio provvisorio!

Siamo curiosi di sapere cosa ne pensa di questa storia il presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca orlando, sindaco di una delle tante città della Sicilia senza Bilancio 2016 e, da ieri, anche senza esercizio provvisorio…

 

 

 

 

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  • Non difendo Renzi, me ne guarderei bene, ancora meno Crocetta inadeguato per il ruolo ricoperto. Ma è anche giunto il momento di richiamare i sindaci siciliani alle proprie responsabilità e un esame di coscienza onesto e veritiero. Credo che, di ridicolo, si stiano ricoprendo i Sindaci siciliani che hanno la responsabilità esclusiva del dissesto finanziario dei comuni da loro amministrati e del danno ambientale prodotto. Sperpero di risorse dei cittadini (Tari) per non aver "voluto" realizzare la raccolta differenziata nei propri comuni condannando i cittadini a scegliere tra percolato e/o termovalorizzatori. Uno che non è un cretino sa bene che i rifiuti sono un business per tutti coloro che hanno le mani in "cassonetti". Non c'è alcuna Legge che vieta la raccolta differenziata come non c'è alcuna Legge che vieta di approvare i bilanci preventivi e/o consuntivi. Come è anche vero che, in assenza di trasferimento di statali e/o regionali, i Comuni anticipano quanto previsto in banca. E' il momento di giudicare l'operato dei sindaci che, non solo sono esenti da colpe ma, se non gli unici responsabili, sono quelli che dovrebbero dovuto adottare i provvedimenti necessari per evitare lo tsunami che andremo a vivere quanto prima. Cari Sindaci le dimissioni non si minacciano un giorno si e uno no, si danno e basta, senza fare pagliacciate con le fasce tricolore in mano sotto i Palazzi del Governo, del Parlamento e delle Prefetture.

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