Almaviva: dipendenti al voto (anche quelli salvi) e con quesiti diversi. Dubbi sui sindacati

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I dipendenti del call center sono chiamati ad esprimere sulle proposte dell’azienda. I ‘No’ sembrerebbero in vantaggio, ma si teme qualche trappola: votano tutti, anche quelli al sicuro e le schede non sono uguali con il rischio di creare confusione…Un caso, o  manovre subdole in corso? INTANTO A ROMA VINCONO I NO

Oggi e domani i dipendenti di Almaviva sono chiamati ad esprimere la loro opinione in merito alla proposta di accordo avanzata dall’azienda lo scorso 26 Aprile. Proposta che, se da un lato prevede  prevede il ritiro dei licenziamenti annunciati (1670 solo a Palermo, a Roma 918 e a Napoli 400), dall’altro  presenta un conto altissimo ai lavoratori: contratto di solidarietà con percentuali diversificate da sito a sito,  più alte a Palermo, Roma e Napoli (del 45% per le prime due; del 35% per il capoluogo campano), più basse per Rende (3%), Catania (7%) e Milano (13%).

Una proposta che tantissimi dipendenti del call center hanno definito ‘irricevibile’ perché “condannerebbe i 4600 lavoratori di Roma e Palermo, oltre a parte dei lavoratori di Napoli, ad un’intesa che dimezzerebbe il loro reddito. Per i part time si andrebbe sotto gli 8mila euro annui, praticamente sotto la soglia di povertà”.

Un giudizio che farebbe presupporre la vittoria dei no. 

C’è però, come in ogni momento in cui si va alle urne, qualche preoccupazione tra i dipendenti che non vogliono cedere al compromesso e che dovrebbero essere la maggioranza.

La prima preoccupazione è dettata dal fatto che tutte le sedi di Almaviva sono state chiamate a votare. Anche quelle che dai tagli dell’azienda sarebbero salve o che, comunque, sarebbero solo solo sfiorate dal nuovo piano. E’ il caso, ad esempio, di Catania, Rende e Milano.

Di chi è stata l’idea? Ovviamente dei sindacati, sui quali continuano a gravare ombre. Ancora una volta, insomma, ci si chiede se siano dalla parte dei lavoratori o se si confermano – come spesso è accaduto- organici al potere nell’interesse di una ristretta cerchia. 

Altro dubbio riguarda i quesiti proposti ai lavoratori che cambiano di sede in sede. A Palermola domanda è se si è favorevoli o contrari “a dare mandato a oo ss e rsu a definire con esito positivo la procedura secondo le linee guida stabilite dall’azienda durante l’ incontro del 26 aprile”. 

A Napoli si chiede, invece, se si è favorevoli o meno, al proseguimento della trattativa. Non è la stessa cosa, perché la trattativa può proseguire a prescindere dalle linee dettate dall’azienda, come fanno notare i dipendenti, e il quesito, posto così come è, potrebbe trarre in inganno. Sarebbe stato più logico, insomma, lo stesso questionario per tutti.  Non sorprende dunque, la domanda di una dipendente che si chiede: “Ma chi ha fatto le schede, l’Azienda o i sindacati”?

E ancora: “Nelle ultime 48 ore – scrive un altro  dipendente – qualche rsu va girando tra le postazioni affermando che il referendum serve per dare mandato alle rsu per continuare la trattativa. Purtroppo non è un caso isolato, mi rivolgo a tutte le sedi che ancora devono votare, NON E’ COSI’! In questo caso quello che si chiede ai lavoratori è se le condizioni (le proposte) avanzate dall’azienda siano ricevibili o meno, SI o NO. Qualsiasi altra invenzione o interpretazione è errata nel migliore dei casi, e viscidamente strumentale nei peggiori…”. 

Insomma, qualcuno sta tendendo una trappola?

Ci auguriamo che non sia così, anche perché i dipendenti Almaviva hanno dimostrato una determinazione nella lotta che, in tempi come questi fatti di propaganda e oblio, è merce rara e preziosa. Basta solo ricordare, oltre a tutte le loro manifestazioni e sit-in, che a Palermo sono stati praticamente gli unici a protestare dinnanzi alla sceneggiata di Renzi che è venuto in Sicilia per prenderci per i fondelli (parla di sviluppo della Sicilia quando, come abbiamo detto qui,  continua a scipparci un mare di risorse).

Anche su Almaviva solo chiacchiere: continua a nominarla, ma gli interventi nazionali per regolare il mercato non si vedono.

AGGIORNAMENTO:

QUANDO SONO LE 20 APPRENDIAMO CHE A ROMA HANNO VINTO I NO CON 1119 VOTI. SOLO 168 I SI

A RENDE, INVECE, I SI 83 E I NO 20

 

 

 

 

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