Pino Maniaci indagato per estorsione: tanti ‘condizionali’ e tanti dubbi

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Pino Maniaci è il giornalista – direttore di Tele Jato di Partinico – che ha determinato, con le sue puntuali e documentate inchieste, lo smantellamento della Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Oggi è finito sotto inchiesta per estorsione. Saranno i magistrati a stabilire la verità. Ma in questa storia, però, i dubbi che si cerchi di colpire un personaggio che ha toccato interessi enormi sono legittimi

“Prima li chiacchierano, poi dicono che sono chiacchierati”. Così lo scrittore Leonardo Sciascia descrive le vicissitudini dei personaggi scomodi, che non piacciono al potere. Per sbarazzarsene, il potere incarica i propri scagnozzi e manutengoli – che in Italia, Paese della trattativa tra Stato e mafia, dai tempi di Garibaldi fino ai giorni nostri – possono essere anche uomini delle istituzioni. Così, una parola oggi e una battuta al vetriolo domani, qualcosa si ottiene. Perché, come si usa dire in Sicilia, ‘u carvuni s’un tinci mascaria…

Uno di questi personaggi scomodi è, senza dubbio, Pino Maniaci, direttore di Tele Jato, il giornalista che lo scorso anno ha fatto scoppiare il ‘bubbone’ della Sezione per le misure di prevenzione presso il Tribunale di Palermo. Denunce precise, quelle di Pino Maniaci. In seguito alle quali sono cadute teste di giudici e avvocati.

Oggi sotto inchiesta è finito lo stesso Pino Maniaci. Accusa: con la sua piccola Tv avrebbe ‘estorto’ soldi ai sindaci di Partinico e Borgetto. Possibile?

Le ipotesi di reato formulate a carico di Pino Maniaci si leggono sul quotidiano La Repubblica.

“Maniaci – leggiamo ne La Repubblica di Palermo, edizione on line – è stato più volte ascoltato e intercettato dai carabinieri nell’ambito di altre indagini: avrebbe ottenuto favori in cambio di una ‘linea morbida’ della sua emittente nei confronti dei due amministratori comunali, i sindaci di Partinico e Borgetto. Dalle conversazioni intercettate sarebbero emersi altri elementi a carico di Maniaci che avrebbe ottenuto dal sindaco di Partinico e da quello di Borgetto, Gioacchino De Luca, finanziamenti sotto forma di pubblicità per la sua emittente televisiva. I due sindaci, interrogati da carabinieri e magistrati, avrebbero fatto delle ammissioni. Gli inquirenti avrebbero espresso anche qualche dubbio in relazione ad uno degli ultimi atti intimidatori che Pino Maniaci avrebbe subito nel dicembre del 2014 quando due suoi cani furono avvelenati ed impiccati. Per gli investigatori non si tratterebbe di una intimidazione mafiosa, ma sarebbe legata ad una vicenda privata”.

“Avrebbe”, “sarebbero”, “avrebbero”, “si tratterebbe”: come si può notare, un valzer di condizionali che, in questo momento, bastano comunque per gettare ombre su un personaggio che le denunce non le ha fatte con le ombre, ma con tanto di riscontri oggettivi.

Non è certo un caso se, in seguito alle denunce di Pino Maniaci, la magistrata Silvana Saguto sia stata costretta a lasciare la presidenza della Sezione per le misure di prevenzione del Tribunale di Palermo: sospesa dalle funzioni e dallo stipendio. Denunce, quelle di Pino Maniaci, che hanno coinvolto altri tre magistrati e l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, il legale che detiene il ‘record del mondo’ in materia di incarichi legati al mondo di sequestri e confische di beni ai mafiosi. Tutti indagati. Non per ombre, ma per fatti concreti.

L’ipotesi di accusa di estorsione è gravissima: e appunto perché gravissima dovrà essere avvalorata da fatti concreti che non possono certo restare nell’alveo dei ‘condizionali’.

Sarà la magistratura – verso la quale nutriamo la massima fiducia – a stabilire come stanno le cose. Anche se non possiamo non segnalare le stranezze di tale ‘Nemesi’.

Il direttore di una piccola Tv parla con tutti. E parla anche di pubblicità con i sindaci. Avrebbe ‘estorto’ denaro a due sindaci? E quanto? Le decine e decine di milioni di Euro che sono la normalità nella gestione dei beni sequestrati alla mafia? O i 500 Euro che una piccola Tv raccoglie di qua e di là per far sopravvivere, tra mille peripezie, un organo d’informazione locale?

Nulla da dire sui magistrati che, correttamente, indagano. Ma non possiamo certo escludere a priori che le accuse che oggi colpiscono Pino Maniaci potrebbero essere il frutto di una vendetta. magari con il celebre carbone che, se non tinge, mascaria… Tutto è possibile.

Attendiamo con serenità l’evoluzione di questa vicenda. Anche se molti dubbi aleggiano nei nostri pensieri. E’ brutto leggere che un personaggio come Pino Maniaci – che ha mandato all’aria affari sporchi per centinaia di milioni di Euro all’ombra della gestione dei beni sequestrati alla mafia – possa essere stato protagonista di un’estorsione.

Ma è ancora più brutto pensare che possa essere vittima di una ritorsione. 

 

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