A Cefalù il metodo Giolitti: vogliono bloccare le concessioni demaniali per poi ridargliele come favori…

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La corruzione politica nel Sud resa ‘scientifica’ nei primi del ‘900 da Giovanni Giolitti rivive in questi giorni nella nostra Isola. Con il PD al Governo a Roma, in Sicilia e nei Comuni i diritti dei cittadini si trasformano in favori. Siamo ben oltre i dotorei della vecchia DC: siamo nel pieno di un ritorno agli ‘ascari’ di Giolitti. Ma voi riuscite a immaginare l’assessorato regionale al Territorio e Ambiente che manda all’aria l’estate di Cefalù, proprio oggi che l’estate è già arrivata? credeteci: è solo una sceneggiata elettorale!

  

Sul sito d’informazione Cefalù Madonie web leggiamo una notizia che ci lascia di stucco: i lidi di Cefalù rischiano la chiusura. Leggere una notizia del riguarda una delle più importanti città turistiche della Sicilia – nota anche per il suo splendido mare – mentre impazza un mese di Aprile che sembra già Luglio, è da pazzi. Però la notizia, purtroppo, è vera (la potete leggere qui per intero).

Leggiamo che gli operatori balneari di Cefalù potrebbero subire lo stop alle concessioni demaniali.

Ribadiamo: la notizia è vera. Ma in noi prende corpo un retro-pensiero. Eccolo.

In queste ultime settimane il protagonista di questo blog – il dottore Franco Busalacchi – ha più volte ricordato un libro scritto da un grande meridionalista: Gaetano Salvemini. Il titolo del libro è Il Ministro della malavita. Dove si raccontano le ‘gesta’ dell’allora capo del Governo, Giovanni Giolitti e dei suoi sgherri nelle regioni del Sud italia.

Si era nei primi del ‘900. Giolitti, per trovare voti nel Sud, non trovava di meglio che utilizzare gli ‘ascari’ (che nel Mezzogiorno del nostro paese non sono mai mancati), meridionali disposti a svendere la propria terra per quattro soldi.

Che cosa facevano nel Sud gli uomini di Giolitti per trovare voti? Semplice: trasformavano i diritti i ‘cortesie’ concesse dal Governo.

Si stava avvicinando l’estate e – prendiamo un paese a caso: Cefalù – c’erano di mezzo gli stabilimenti balneari? Ecco: il Governo, improvvisamente, annunciava che le concessioni demaniali erano scadute. E che sarebbero state sospese.

Il panico si diffondeva tra gli operatori del settore e, in generale, per tutta la città di Cefalù: se chiudono gli stabilimenti balneari, addio alle attività commerciali, addio ai ristoranti, addio gli hotel, addio a tutta l’economia.

A questo punto intervenivano gli sgherri di Giolitti in Sicilia – per esempio di sgherri di Giolitti che abitavano a Cefalù – e, a nome del ‘capo’ dicevano:

“Le vostre concessioni sono scadute, ma in via del tutto eccezionale, poiché vi vogliamo bene, per quest’anno vi faremo lavorare lo stesso. Ma ricordatevi che state lavorando perché noi vi stiamo consentendo di lavorare. Ricordatevene soprattutto al momento del voto”.

Questo sistema clientelare collaudato, ovviamente, presupponeva una presenza capillare dei giolittiani su tutto il territorio. E cioè:

A Roma ci voleva un Presidente del Consiglio e questo c’era: Giolitti;

in Sicilia ci volevano i Prefetti e questi c’erano;

a Cefalù ci volevano gli ‘ascari’ di Giolitti pronti a fare da tramite e ad applicare questo sistematico sistema di corruzione della vita pubblica: e questi c’erano pure.

E oggi?

A Roma c’è Renzi, capo del Governo e ‘capo’ del PD;

alla Regione c’è il PD con il presidente Rosario Crocetta (in questa storia del blocco delle concessioni, guarda caso, il ruolo centrale è svolto dall’assessorato regionale al territorio e Ambiente);

il sindaco di Cefalù – indovina indovinello – si chiama Rosario Lapunzina e, cosa da non crederci, è del PD ed è pure renziano!

Volete vedere che ‘sta storia del blocco delle concessioni agli operatori turistici di Cefalù si risolverà con un intervento del Governo, o del PD?

Perché il nostro retro-pensiero potrebbe essere vero e valido? Per un motivo semplice: perché se il PD – al Governo a Roma, alla Region e a Cefalù – dovesse bloccare le concessioni demaniali rovinerebbe la stagione turistica a una delle più importanti città turistiche della Sicilia. Dunque questa storia è tutta una farsa per trasformare i diritti in favori: proprio come ai tempi degli ‘ascari’ di Giolitti…

Certo che se il PD siciliano ricorre a questo metodi è messo veramente male!

 

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