L’Ars continua a prendere in giro gli ex ‘sportellisti’ con un disegno di legge nato morto

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Contrariamente alle promesse fatte venti giorni fa in Aula, i mille e 800 ex dipendenti degli sportelli multifunzionali dovranno aspettare le prossime elezioni regionali prima di acciuffare il contratto per un anno (e non per due anni). Oggi si profila un’inutile conferenza dei capigruppo e un’altrettanto inutile seduta d’Aula. Sarà la volta buona della mozione sui soldi che il presidente Crocetta, nel 2014, si è fatto ‘soffiare’ dal Governo Renzi?

Oggi torna a riunirsi (a vuoto) l’Assemblea regionale siciliana, non prima che un’altrettanto inutile conferenza dei capigruppo stabilirà il tipo di chiacchiere da inscenare in Aula. Con le ‘casse’ completamente vuote – svuotate dal Governo Renzi con la complicità degli ‘ascari’ che governano l’Isola – non si capisce che tipo di leggi dovrebbe approvare il Parlamento siciliano. Due settimane addietro, in occasione dell’approvazione della manovra economica e finanziaria 2016, la maggioranza di centrosinistra ha promesso una manovra bis. Fesserie col botto, perché ancora oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Regione non sono stati pubblicati Bilancio e Finanziaria 2016. Figuriamoci se i signori dell’Ars pensano alla manovra bis.

Di fatto, il contratto di due anni per i mille e 800 dipendenti degli ormai ex Sportelli multifunzionali, promesso solennemente una ventina di giorni fa, non si materializzerà, né oggi, né nelle prossime settimane. I fondi nazionali che dovrebbero essere utilizzati, tra l’altro, basterebbero per un anno e non per due anni, come hanno cercato di far credere alcuni deputati mentendo. E, in ogni caso, come ha fatto notare ieri il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, la Regione non può creare nuovo precariato.

Venturino è un deputato di Sala d’Ercole che si batte per il superamento del precariato. Vorrebbe stabilizzare tutti i precari della Regione. E ha presentato un disegno di legge per stabilizzarli. Che l’Aula ha ‘bocciato’, perché i deputati (con l’eccezione dei grillini) non hanno alcuna intenzione di liberarsi del precariato che, se ben ‘ricattato’, è fonte di voti.

Già, il ‘ricatto’. In questo scenario rientra la vicenda dei mille e 800 ex sportellisti. Per loro, in questa fase, non ci sarà ‘trippa’. Dovranno aspettare ancora. Con molta probabilità, qualche mese prima delle elezioni regionali, il PD e Forza Italia – che ormai, almeno in Sicilia, sono la stessa cosa – gli proporranno un contratto da un anno. Con la solita ‘moltiplicazione’: ognuno di loro dovrebbe portare tre o quattro voti…

Insomma che si farà oggi a Sala d’Ercole? L’abbiamo detto: chiacchiere. Ieri, per l’ennesima volta, è stata rinviata la discussione della mozione sui soldi – oltre 5 miliardi di Euro – che il presidente Rosario Crocetta si è fatto depredare da Roma nel Giugno del 2014. Si discuterà oggi?

Sempre ieri una delegazione dei dipendenti delle ex Province siciliane ha manifestato davanti Palazzo Reale. I dipendenti delle x Province siciliane vorrebbero gli stipendi arretrati e, addirittura, garanzie per il futuro. Anche per loro vale la stessa regola: ormai – benché dipendenti a tutti gli effetti – sono assimilati ai precari. Di loro il centrosinistra e Forza Italia si occuperanno al momento del voto.

Da segnalare che ieri il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, ha detto che Sala d’Ercole ha già approvato una riforma delle Province. “Manca solo ha governance”, ha precisato. Con riferimento al fatto che i partiti di maggioranza non riescono a mettersi d’accordo su come spartirsi le presidenze dei Consorzi di Comuni e delle tre città presunto-metropolitane di Palermo, Catania e Messina.

“La legge c’è – ha affermato il presidente Ardizzone – ma è stata impugnata dal Governo nazionale. Adesso dobbiamo capire cosa fare”. Nel senso che dovrebbe essere il presidente della Regione, Rosario Crocetta – per quello che conta questo presidente della Regione: cioè poco o nulla in verità – a difendere la legge siciliana davanti ala Corte Costituzionale. Ma Crocetta si è guardato bene dal farlo. Così le ex Province siciliane restano nel guado.

Perché Crocetta e il PD hanno scelto di non scegliere sulle Province? Per due motivi che in Aula ieri non sono stati spiegati. Ve li raccontiamo noi. Il primo motivo è che, tenendo nel guado le ex Province regionali, il Governo Renzi ‘risparmia’, cioè non eroga i fondi nazionali alle nove ex Province siciliane. Il secondo motivo è che, così facendo, anche i 6 mila e 500 dipendenti delle ex Province diventano ricattabili: ‘carne da voto’ da utilizzare alle prossime elezioni regionali.

Lo stesso discorso vale per i circa 700 dipendenti delle Ipab o Opere Pie. Questione sollevata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle. Altra gente momentaneamente abbandonata dalla politica siciliana. Anche di loro si parlerà alle prossime elezioni regionali. Idem per i precari della sanità, che verranno pure loro utilizzati al momento del voto (come vi abbiamo raccontato qui).

Del resto,è anche comprensibile: se al centrosinistra siciliano, che ha portato la Regione al fallimento, gli togliamo tutto questo personale da tenere al cappio, chi dovrebbe votarli alle prossime elezioni?

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  • Io sono sempre attirato da chi pontifica facile, senza prendersi la briga di approfondire e dare un reale contributo all'informazione per rendere edotti i siciliani e non per dare sentenze di parte e non certo esenti da uno strisciante consenso del potere costituito, che ahimè, in molti casi guida la penna.
    La copertura sull'emendamento degli ex sportellisti come ci amano definire i più è incardinata su risorse por che non prevedono copartecipazione della regione Sicilia.
    Sono la soluzione all'ingiustizia che si sta perpetrando ai danni di una categoria di lavoratori che hanno lavorato per 15 anni nei centri per l'impiego della Sicilia svolgendo le azioni previste dalle politiche attive del lavoro, per far ciò hanno fatto dei corsi di riqualificazione tramite selezione ed esami finali, corsi pagati dalla regione.
    Questi lavoratori che hanno competenze certificate ed avallate da anni di servizio in trincea, pur in presenza di risorse certe si vogliono gettare al macero, perché?
    Forse perché queste risorse fanno gola a qualcun 'altro?
    In tutta Italia con l'abolizione delle province si sta provvedendo a salvaguardare i lavoratori che hanno prestato servizio per le politiche attive del lavoro, in Sicilia, in presenza di una soluzione con copertura certa, inspiegabilmente questi soldi sembrano una chimera, perché?
    Ecco, è questo che mi aspetto da chi scrive, il perché le cose accadono.
    Un'ultima considerazione, perché si parla ancora di questo emendamento?
    Forse perché nessuno può prendersi la responsabilità di dire che tecnicamente non si può fare.
    Basta essere usati come palle da bowling, siamo lavoratori padri di famiglia, non oggetti da usare contro un sistema che non abbiamo certo creato noi e che la facile informazione ha penalizzato e mortifica.

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