La UE taglia 270 milioni di Euro alla Formazione, ma ne ha pronti 500 ‘mansi’ per i titolari dei centri di accoglienza migranti

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La storia dei fondi della Formazione professionale oggi contestati da Bruxelles è più complicata. Non erano fondi europei, ma fondi regionali che i governi di quegli anni – 2000-2008 – provavano a caricare sul ‘groppone’ di Bruxelles. Che oggi, con 16 anni di ritardo, contesta il raggiro contabile. Peccato che la stessa Unione Europea, oggi – così si dice – starebbe autorizzando l’utilizzazione di circa 500 milioni di fondi europei destinati alla Sicilia e non spesi non, come di cerca di far credere, per aiutare i migranti, ma per fare ingrassare i titolari dei centri di accoglienza

Sedici anni dopo l’Unione Europea si accorge che la Regione siciliana ha utilizzato le risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE) – almeno per la parte che riguarda la Formazione professionale – in modo errato. In pratica, soldi che avrebbero dovuto essere gestiti con bandi europei, sono stati gestiti con i criteri della legge regionale n. 24 del 1977, cioè con assegnazioni dirette da parte dell’Amministrazione regionale.

I fatti risalgono al periodo che va dal 2000 al 2008. Stiamo parlando di Agenda 2000, la Programmazione dei fondi strutturali europei gestita dai governi retti all’epoca da Totò Cuffaro. A sedici anni di distanza – con tempi di accertamento molto ‘italiani’ – a Bruxelles si sono accorti di una cosa che chi in Sicilia, chi si occupa di Formazione, sapeva già allora: i fondi europei destinati a questo settore non avrebbero dovuto essere erogati discrezionalmente come se fossero stati fondi regionali. Al contrario, la Regione avrebbe dovuto utilizzare i bandi, magari non ‘addomesticati’…

Insomma, Bruxelles contesta oggi ciò che, quanto meno, avrebbe dovuto contestare nel 2008. Su uno stanziamento di circa 380 milioni – tolto il cofinanziamento a carico di Stato e Regione siciliana (circa un terzo della somma) – l’Unione Europea avrebbe dovuto restituire oggi alla Regione siciliana circa 270 milioni di Euro. Soldi che, in quegli anni, la Regione anticipava in attesa di farseli rimborsare da Bruxelles.

In realtà, le cose sono un po’ più complicate. E in buona parte diverse. Allora la Regione non era ancora in ‘bolletta’. Ma già si sapeva che la tendenza era verso il default. Basta andarsi a rileggere le relazioni degli uffici della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars del 2002, del 2003 e via continuando per ‘scoprire’ che, già allora, c’era chi diceva che la Regione siciliana si avviava verso il fallimento. 

Da qui la ‘genialata’ dei governi regionali di quegli anni: caricare sul ‘groppone’ del Fondo Sociale Europeo i costi della Formazione che allora venivano finanziati con i fondi regionali (cioè con la già citata legge n. 24 del 1976). Della serie: ci proviamo, se va bene…

In pratica, la Regione siciliana non ‘anticipava’ le somme del Fondo Sociale Europeo, come cercano di farci credere oggi. La Regione finanziava la Formazione con la legge 24 e poi provava a metterla sul conto dell’Unione Europea, ben sapendo che le risorse FSE non potevano essere utilizzate con i criteri della legge 24.

In fondo, se ci ragioniamo, è quello che stanno facendo in queste ore gli uffici della Programmazione regionale, se è vero che stanno conteggiando un miliardo e 200 milioni di Euro – fondi europei che la Sicilia non ha mai speso! – come soldi spesi per opere pubbliche che sono state realizzate decenni addietro. “Progetti di sponda”, si chiamavano ai tempi di Agenda 2000. Imbrogli contabili, si definirebbero in lingua italiana, in molti casi tollerati da Bruxelles.

Oggi, se vogliamo essere precisi, la UE sta facendo di più: ha fatto sapere che le risorse finanziarie assegnate alla Sicilia e non spese a valere sul Fondo Europeo Regione di Sviluppo (FESR) e sul Fondo Sociale Europeo (FSE) 2007-2013 potranno essere utilizzate per pagare chi, da anni, guadagna soldi a palate sui migranti.

Sì, avete letto bene: i fondi europei che sarebbero dovuti servire per realizzare ponti, strade, porti e altre opere infrastrutturali verranno utilizzati per pagare i titolari dei centri di accoglienza migranti!

Se ci ragioniamo a Bruxelles stanno utilizzando due pesi e due misure: per la Formazione professionale 2000-2008, gli ‘euro-burocrati stanno facendo un sacco di storie: dicono che nella gestione ci sono state “irregolarità nelle operazioni del programma operativo”, “operazioni non ammissibili”, “progetti presentati dopo la scadenza dei termini per la presentazione delle domande di partecipazione”, progetti non ammissibili alle misure per le quali erano stati dichiarati”, “spese non ammissibili”, soprattutto per il pagamento del personale. E, ancora, “consulenti esterni privi delle qualifiche richieste, giustificativi di spesa insufficienti, spese non attinenti ai progetti, spese contabilizzate in modo inappropriato”.

Domanda ai signori di Bruxelles: invece il personale selezionato dalle centinaia di grandi e piccoli centri che oggi in Sicilia ospitano migranti come sarebbe stato selezionato? Con concorsi o nelle segreterie politiche?

Ma c’è di più: i circa 500 milioni di Euro (a tanto dovrebbero ammontare i fondi europei della Programmazione 2007-2013 non spesi in Sicilia che dovrebbero essere dirottati nella tasche dei titolari dei centri di accoglienza) arricchiranno poche persone.

Dobbiamo ricordare, infatti, che su 35 Euro al giorno per migrante, solo 2 Euro finiscono nelle tasche di ogni migrante assistito. Se a questi aggiungiamo 5 Euro al giorno per vitto e alloggio (e stiamo abbondando), lo ‘sgobbo’ (cioè il guadagno) per ogni migrante ospitato, da parte di chi gestisce questi centri, è pari a circa 27-28 Euro al giorno!

A questi signori andrà quasi la metà dei fondi europei destinati alla Sicilia e non spesi, relativi alla Programmazione 2007-2013!

Dicono che il presidente della regione, Rosario Crocetta, farà ricorso. Fa bene a rivolgersi alla magistratura europea. Perché a Bruxelles stanno utilizzando due pesi e due misure. E, soprattutto, stanno togliendo 270 milioni di Euro dal Bilancio della Regione. Non ci capita spesso di dare ragione al governatore dell’Isola. Ma stavolta fa bene.

 

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