Crocetta, Baccei e tutto il PD vanno ‘processati’ per tradimento della Sicilia e dello Statuto

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Baccei poi va censurato per avere, come assessore all’Economia, con più azioni esecutive del medesimo disegno  criminoso, assecondato e favorito e attuato la sistematica spoliazione dei diritti e del patrimonio della Regione. La sua presenza nel governo della Regione è un insulto e un’offesa ai siciliani, la sua azione è un coltello piantato nel cuore dello Statuto. E’ persona non grata che va espulsa con ignominia dalla Sicilia, con invito espresso a non tornarci mai più

Vi siete chiesti, cari amici, perché il governo nazionale con in testa Matteo Renzi e Davide Faraone, e quello regionale con in testa Rosario Crocetta e Alessandro Baccei hanno una fretta isterica di riscrivere  gli  articoli finanziari dello Statuto siciliano? Sì, proprio gli articoli che  garantiscono che le entrate tributarie riscosse in Sicilia siano appannaggio dei siciliani. Sì, proprio gli articoli che costituiscono il cuore dell’Autonomia regionale.

Vi siete chiesti perché lo Stato subordina  la corresponsione di un miliardo e 400 milioni di euro alla Regione  all‘apertura di  questo tavolo di modifiche? Vi siete chiesti perché Il governo Crocetta è arrivato al punto di non potere chiudere il Bilancio del 2015 e di non  potere predisporre il Bilancio di previsione  per l’anno prossimo e si è visto costretto a chiedere l’elemosina allo Stato?

Siete sicuri che siamo all’elemosina? O che piuttosto lo Stato non ci ha portato all’elemosina con le sue sistematiche rapine? Siamo sicuri che si tratti di un atto di generosità da parte dello Stato o piuttosto di un investimento fatto con i soldi rubati a noi siciliani?

Vi siete chiesti perché  il PD, il partito di maggioranza che sostiene il governo regionale e che quindi ne ha la maggiore responsabilità politica, porta avanti questo  suicidio politico? Può essere lo stesso motivo per cui lo scemo del villaggio viene mantenuto nella carica di presidente della Regione? Può essere perché il PD è un partito  di ascari, di collaborazionisti, di servi e di utili idioti?

Sì, può essere. Solo chi ha interessi bassi  e vili come quelli coltivati dai maggiorenti di questo accozzo sciagurato chiamato PD, ovvero Fauro Raciti, Giuseppe Lupo, Antonello Cracolici e via smoccolando, ossia rimanere in sella il più a lungo possibile, può permettere che un incapace,  vuoto, tronfio e volgare, possa rappresentare la Sicilia e i siciliani.

Qual è la posta in gioco? Semplice. L’obbiettivo di Renzi è quello di impadronirsi di tutta la finanza siciliana. Sapete quanti soldi sono stati sottratti alla Sicilia negli ultimi 5 anni? Più di 10 miliardi di Euro. Un grande risultato che il PD, al governo prima con Raffaele Lombardo e poi con Crocetta, può portare al Pinocchio del Mugello e che ora, come un cane fedele che ha imparato il riporto, può godersi il meritato biscottino.

Per conoscere in dettaglio i termini della questione vi rinvio al pregevolissimo articolo del Professore Massimo Costa  nel  giornale on line La Voce di New York (articolo che potete leggere qui) Lì è spiegato e dimostrato che siamo in mano a dei traditori della Sicilia, di gente che si è venduta. Come? Siccome l’autonomia finanziaria della Sicilia impone che le sue risorse non possano essere sottratte unilateralmente dallo Stato, ecco che lo Stato, per raggiungere quell’obbiettivo, fa eleggere in Sicilia un fantoccio, gli mette attorno una banda di furbastri, traditori e venduti e si fa chiedere (notare la finezza) di acconsentire (bontà sua!) a negoziare un nuovo sistema tributario. Che ovviamente sarà più favorevole per i  siciliani!

E voi ci credete? Crocetta ci crede, ma lui non conta, è fatto così. Sapete come funziona il giocattolo? Volete sapere dove ci hanno portato decenni e decenni di ascarismo e di subalternità a Roma? Volete sapere quanto siamo idioti, noi che li abbiamo votati?

Chiedo ai miei lettori: quale padre di famiglia, potendo con poca spesa dotarsi di una cassaforte tutta sua, dove conservare il suo stipendio e i suoi sudati risparmi, affida invece il tutto ad un estraneo che glielo tiene nella sua cassaforte e che glielo torna a richiesta, ma con i suoi tempi? Direte che se in generale è poco saggio mettersi in mani altrui, è da stupidi farlo quando si tratta di denaro.

Ma così è andata. In settant’anni di autonomia, da Alessi, La Loggia, Restivo (che non furono affatto i padri della Regione ma i primi ascari) ad oggi nessun governo regionale ha saputo, voluto, potuto costituire l’Agenzia regionale delle Entrata (la sua cassaforte!), ma si è avvalso dell’Agenzia statale. Perché? Perché se i nostri governi non sono stati e non sono schiavi nell’anima non diventavano o diventano governi.

Con l’avvento del PD a Roma e del PD a Palermo, con una finta opposizione, con i grillini nostrani, da Cancelliere a scendere, incapaci di capire i grandi giochi e che si perdono in mezzo alle trazzere e le finte mozioni di sfiducia, ecco che lo Stato   può ridurci sul lastrico quando vuole.

Ma per fortuna c’è la Corte Costituzionale che garantisce i nostri diritti statutari, direte voi! Una volta, dico io! Oggi, l’ho detto in altra parte del blog, comanda l’Europa e la Corte Costituzione è diventata politicamente sensibile. E’ stato il caso del contributo di solidarietà nazionale pagato da tutte le Regioni allo Stato per riequilibrare i conti pubblici. Non li abbiamo neanche visti quei soldi che erano e sono nostri! Ah, Padoan, all’ineffabile ministro dell’Economia è bastato effettuare una specie di ritenuta alla fonte sui nostri soldi, ritenuta che continuerà finché non avremo la nostra cassaforte. Anche la Sicilia ha dovuto pagare e non c’è stato niente da fare.

Ma attenzione: se avessimo avuto la nostra cassaforte avremmo potuto opporre resistenza.  E tenerci i soldi il più a lungo possibile. Avremmo negoziato da una posizione di forza e, per quanto mi riguarda,  se fossi stato io il Presidente della   Regione, avrei resistito  fino a quando la Guardia di finanza non mi avesse arrestato. Perché, come diceva mio zio Vincenzo, a me mi possono pure sodomizzare, ma mi debbono tenere. Io, come fanno altri, non collaboro.

Il ricorso alla Corte è stato respinto al grido “L’Europa lo vuole”. Ma la Corte ha pure detto che si sarebbe dovuto negoziare tra Regioni e Stato il quantum di ciascuna e il modo. Ne sapete niente di questo negoziato? C’è stato? No, vi dico io. Roma non gradisce e Crocetta subisce. Lo sapete che paghiamo più della Lombardia? Lo ha ammesso persino Baccei. Che spudorato! Che gli ha risposto il PD? Tornatene a Roma? Che gli ha detto Crocetta? Non sei più  assessore? No! Niente! Perché questi signori sono niente!

Però, tolti gli obblighi comunitari, la Consulta, quando lo Stato babbia, lo mette in  riga e il governo centrale ci restituisce il maltolto. Ecco perché il gatto  e la volpe, Renzi e Raciti, vogliono eliminare l’Autonomia: per evitare che la Sicilia abbia quello che le spetta e debba elemosinare a Roma.

Tutti a pani, alivi, cipudda e tumazzu. Un sano ritorno alle origini. Ecco perché viene tenuto come Presidente della Regione uno che se la macchina di servizio lo scarica dalle parti di Corso Calatafimi, da solo non saprebbe come arrivare a Palazzo d’Orleans.

Ne volete sapere un’altra delle sue? E chiedo ancora ai miei lettori: qual è quel padre di famiglia che, certo del suo buon diritto, ha intentato cause  che sicuramente  vincerà e che gli faranno intascare più o meno 5 miliardi di Euro e inopinatamente rinuncia ai ricorsi in cambio di soli 2 miliardi? Può un presidente della Regione agire con la logica dei “pochi, maledetti e subito”? E che, sono soldi suoi? Che diritto ha di rinunciare a ciò che  appartiene ai siciliani e non certo ai sui amichetti? E Il PD che ha fatto? Ha avallato l’operazione perché questi erano gli ordini di  Roma. Non c’è forse un profilo di danno all’Erario regionale? Il fatto tristissimo è che siamo in mano a dei  traditori venduti.

Crocetta, Baccei e tutto il PD vanno ‘processati’ per tradimento della Sicilia e dello Statuto. Baccei poi va censurato per avere, come assessore all’Economia, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, assecondato e favorito e attuato la sistematica spoliazione dei diritti e del patrimonio della Regione. La sua presenza nel governo della Regione è un insulto e un’offesa ai siciliani, la sua azione è un coltello piantato nel cuore dello Statuto. E’ persona non grata che va espulsa con ignominia dalla Sicilia, con invito espresso a non tornarci mai più. Nemmeno in vacanza.

 

 

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