Cosa mi aspetto dal nuovo Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice

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Ci sarà corrispondenza tra il suo messaggio e il messaggio, forte e chiaro, di papa Francesco che l’ha voluto al vertici dell’Arcidiocesi di Palermo?  

Che cosa mi aspetto da un prete di strada, nominato da un Papa come  Francesco? Ci sarà corrispondenza tra il suo messaggio e il messaggio, forte, chiaro e profondo di chi lo manda? Arde in lui il fuoco di carità? C’è l’amore per il prossimo?  C’è sete di giustizia? Si alzerà  la condanna del male e della violenza? Si avvertirà la sollecitudine per gli ultimi? Si sentiranno, oltre alle parole portatrici di una Speranza futura, parole di  lotta per  migliorare il presente? Quanto conterà   per chi ha parole di vita eterna la vita di ogni giorno? Si ha o non si ha il diritto in questa terra di essere ascoltati, rispettati e aiutati?

Io questo, da laico, sento profondamente nel messaggio di Papa Francesco e questo mi aspetto da un prete di strada scelto da  quel Papa. Posso legittimamente attendermi  dopo la rituale visita ai carcerati, la maggior parte dei quali sta dove deve stare, una visita  ai ‘Palazzi’ del potere? Una visita al Parlamento  regionale, una seduta del quale, tra annessi e connessi, costerà quest’anno alla collettività siciliana  quasi  18 milioni  di euro?

Posso aspettarmi una richiesta di avere consegnato seduta stante da quei prevaricatori, da quei nemici della gente, da quei nemici di Dio, la metà del loro mantello, come fece San Martino quando incontrò il povero? Oppure debbo aspettarmi, come è successo in passato da  parte di tanti suoi pasciuti  predecessori,  generiche e stucchevoli parole di condanna  degli squilibri  insopportabili che l’egoismo politico avalla e gestisce?

Tuonerà contro il malaffare e la corruzione, non  fosse altro perché, oltre creare ingiustizia e scardinare l’assetto sociale, mette in pericolo la salvezza dell’anima? Lo vedremo in ginocchio davanti alla miseria delle borgate, al loro degrado morale, in preghiera, a implorare il perdono per sé per tutti noi ingiusti?

Ricorderà a tutti, come già fece  Wojtyla, che prima o poi verrà il giudizio di Dio?

 

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