Terrorismo, anche il Muos tra gli obiettivi. La colpa? Di una “classe politica criminale”

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Come era prevedibile, anche nel nisseno, dopo i fatti di Parigi, è stata innalzata la soglia di allerta anti-terrorismo. E dove esattamente? Lì dove sorge “quello strumento di pace” come lo definì infelicemente il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta; lì dove sorge quell’impianto che, insieme alla base Usa di Sigonella,  secondo la console Usa, Colombia Barrose, avrebbe reso più sicura la Sicilia. 

Come era prevedibile, anche nel nisseno, dopo i fatti di Parigi, è stata innalzata la soglia di allerta anti-terrorismo. E dove esattamente? Lì dove sorge “quello strumento di pace” come lo definì infelicemente il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta; lì dove sorge quell’impianto che, insieme alla base di Sigonella,  secondo la console Usa, Colombia Barrose, avrebbe reso più sicura la Sicilia. Parliamo, ovviamente di Niscemi, dove la Marina Usa, con la complicità dei politici italiani,  ha piazzato le controverse antenne del Muos (Mobile user objective system), il nuovo sistema di telecomunicazioni satellitari (vi abbiamo raccontato qui le ultime vicissitudine giudiziarie di questa infrastruttura militare) che affiancherà le già esistenti 47 antenne già piazzate da tempo in contrada Ulmo.

La notizia era intuibile. E, in effetti, ve ne avevamo già parlato. Ovvio che tra gli obiettivi ci siano le basi militari Usa e tale è la base NRFT di Niscemi. Una notizia confermata anche dal ‘prudentissimo’  e ‘moderatissimo’ Giornale di Sicilia, che scrive, senza perifrasi, che dopo gli attentati nella capitale francese, fra gli obiettivi sensibili  “viene catalogata la base della Marina militare statunitense di contrada Ulmo, a Niscemi, dove è stata realizzata la contestatissima quarta stazione mondiale di telecomunicazione satellitare (in sigla Muos)”.

Insomma, l’ennesima prova- se ce ne fosse stato bisogno- che hanno fatto della Sicilia un obiettivo di attentati terroristici, mentre con bugie e propaganda si sosteneva il contrario.

La responsabilità di tutto questo è chiara e la indicano, senza se e senza ma, i comitati No Muos che parlano di  “quella criminale classe dominante che ci ha trascinato in questo scenario di terrore”.

“Dopo la strage avvenuta a Parigi – scrive in una nota il coordinamento dei No Muos- adesso molti capiranno finalmente che parteciamo a delle guerre da anni e questo renderà più comprensibile, a sempre più persone, quali sono le ragioni che ci hanno spinto a batterci come No Muos in tutto questo tempo. Con le nostre mobilitazioni (comprese le ultime mobilitazioni contro le esercitazioni Nato Trident), e con le nostre azioni dirette fin ora abbiamo cercato di opporci alla presenza di basi militari in tutta la Sicilia per impedire che le tensioni geopolitiche degenerassero sempre più travolgendo anche noi. Ci siamo battuti contro la militarizzazione delle nostre terre e ora che ci viene inevitabilmente presentato il conto, adesso, per assurdo, per la nostra “sicurezza” vorrebbero ancora imporci un’ulteriore militarizzazione delle nostre città e un maggiore controllo sulle nostre vite, che renderanno la repressione delle nostre lotte sociali ancora più aspre”.

Ma, gli attivisti, al grido di «Je Suis No Muos – Nous Sommes No War», si schierano anche contro “la dilagante propaganda xenofoba e militarista che è pericolosamente in atto. Questo martellamento mediatico, dove ingiustamente si classificano i morti di serie A e di serie B (si contano migliaia di morti ogni giorno nel mondo, per guerre, stragi e fame nel quasi disinteresse dei nostri mass media), è volta a seminare la paura necessaria sta servendo per giustificare un in intensificarsi di attacchi bellici su larga scala, un maggiore controllo militare anche nei nostri territori e un essere sempre più costretti a cedere fette più ampie della nostra libertà e delle nostre risorse nel nome di una ormai grottesco concetto di “sicurezza”.

Insomma, i Siciliani possono ringraziare i loro politici, ascari per antonomasia, che hanno fatto della loro terra un possibile obiettivo di guerra.

Un particolare ringraziamento al PD che, tradendo gli insegnamenti di Pio La Torre (ve li abbiamo ricordati qui), ha contribuito a piene mani a questo scenario.

 

 

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