Tutti contro i regionali: il disegno è chiaro…

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E’ mai possibile che gli impiegati regionali siano davvero il male assoluto? E mai possibile che siano sempre loro a finire nel mirino di moralisti e giornali? La verità è che la violenza degli attacchi è direttamente proporzionale alla perdita del loro appeal politico. Vi spiego perché

Il Muretto basso- parte seconda (qui potete leggere la prima)

Adesso basta! Mi sono proprio rotto! E’ mai possibile che in quest’isola che i nostri governanti, con la loro infaticabile opera, hanno trasformato in un paradiso, il male assoluto siano soltanto gli impiegati regionali? E, soprattutto, è giusto? E’ mai possibile che i giornali e i grandi moralisti abbiano nel mirino soltanto loro? E’ così, purtroppo. E questo non è giusto.
Mi sento non dico come un padre, ma come uno zio che ai suoi nipoti può dire di tutto (e quante gliene ho dette!) ma che non accetta che gli altri si permettano di farlo. Forse perché accanto ai difetti, che sono tanti, come in tutta l’umanità, i regionali hanno pure qualche pregio e io lo so. E non mi sembra corretto che loro, e solo loro, siano diventati il trastullo di chiunque abbia un sussulto di moralismo e soprattutto di qualcuno che abbia da nascondere bel altre magagne.
La violenza degli attacchi è direttamente proporzionale alla perdita di appeal politico dei regionali. Mi spiego.
La pessima politica di questi ultimi anni ha costruito un solido sistema di consenso parallelo che alleggerisce il peso politico dei regionali. E quindi giù botte. Se fate attenzione nulla c’è nell’azione del governo regionale o del legislatore che faccia pensare ad una seria riorganizzazione del sistema regione; solo sporadici e ridicoli interventi spot, utili per “epater le bourgois” e per depistare l’opinione pubblica e i giornalisti,che, come i cartoni di Roger Rabbit, ci cascano sempre.
Mentre però, nel silenzio di chi dovrebbe denunciare e con la complicità interna di chi dovrebbe impedirlo (ma che si vende al nemico), si è proceduto e si procede tuttavia al progressivo svuotamento di funzioni istituzionali della Regione e del loro affidamento a terzi esterni che sono diventati padroni dei meccanismi
Un esempio? Ecco a voi Sicilia e servizi, il sistema informativo della Regione, i cui dati sono contenuti in un server custodito in un paese del Nord, il cui proprietario è padrone in buona sostanza della Regione che può chiudere ed aprire a suo piacimento appena gli girano(o non gli pagano il pattuito. E’ già successo e può succedere in qualunque momento).
Come è potuto accadere?
Frutto di un bel disegno,non c’è che dire. Vengono prima inventate le cosiddette aree strategiche. Chissà a chi è venuta l’idea (ma forse c’è a Palermo qualche avvocato o qualche ex Assessore regionale che lo sa bene!). A che fine, chiederete voi? Semplice. Per legittimare (!) per ciascun’area la creazione di società partecipate che devono dare gambe a quelle aree. Come se la Regione non avesse né gambe né, e questo è l’oltraggio maggiore, nemmeno teste. Quelle società,imbottite di parenti, amici,sodali,concubine, nani e ballerine dei nostri politici (chiedere per credere) ogni anno costano alla Regione per baracche burattini (leggi: amministratori, personale e consulenti) un miliardo e 200 milioni!
Ecco il nuovo consenso. Questa è gente solida, affidabile. Si farebbe ammazzare per l’idea.
Sarebbe interessante ripercorrere l’iter burocratico che ha portato al decreto che identificò queste aree, firmato dal Presidente della Regione dell’epoca, controfirmato dall’Assessore dell’economia dell’epoca, e siglato dal Ragioniere generale dell’epoca. Lo trovate nel sito di Sicilia e servizi e ne potrete apprezzare la straordinaria complessissima architettura.

Se non altro per fare i complimenti ai tecnici dell’Assessorato che hanno redatto da soli quel po po’ di roba che, è evidente, è stata concepita da menti manageriali raffinatissime! Chissà però se cercando si troveranno le tracce, le varie minute di questo lavoro faticoso e graduale o se piuttosto non si vedrà che quel decreto è uscito come Atena armata dalla testa di Giove! Fate fare questa indagine a qualcuno che di carte se ne intende!
Vogliamo parlare dell’astuto Crocetta che ha messo a capo della sociètà la migliore imitazione di Crozza, pensando, ovviamente a torto, che, trattandosi di un ex magistrato, quello potrebbe godere della protezione dei sui ex colleghi e delle guarentigie che potrebbero assicurargli i suoi armadi di ex sostituto procuratore della Repubblica?
Vogliamo parlare dell’ufficio che avrebbe dovuto rilevare Sicilia e servizi e far rientrare i compiti in Regione e che è rimasto una scatola vuota perché al primo “Attia!”,del padrone nordico tutto è stato bloccato e le persone serie che si ci erano messe, fiutata l’aria che tirava, se ne sono andati?
Perché nessuno fa un’indagine sul contratto capestro che questo oscuro signore ha strappato alla regione? E sul come ha potuto?
Vogliamo parlare in fine delle liquidazioni eterne di enti e società inutili (tranne che ai politici),il cui elenco cambia sempre, che stanno benissimo e producono debiti alla grande?
No, pare brutto!
E’ più facile e indolore stracciarsi le vesti per qualche milione di premi al personale. Chiariamo. Bene, benissimo ha fatto la Corte dei Conti a stigmatizzare il fatto. Peccato che non abbia potuto, per una separazione istituzionale, denunciare alla sua Procura la cosa la prima volta che l’aveva rilevato. Sarebbe finita subito. Bello sarebbe se il nostro Parlamento facesse questo collegamento,ma sarebbe come se i tacchini anticipassero il Natale.
Ricordo a tutti che i vertici politici dell’amministrazione avrebbero potuto evitare di approvare i premi. Ma non l’hanno fatto,ovviamente, e questo nessuno lo fa notare e si capisce!
Da noi il pesce puzza da collo in giù!

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