Mi ritorna in mente

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La lettura dei due  annunci  che il governo regionale ha fatto in materia di concorsi pubblici mi ha fatto ritornare in mente un episodio assai doloroso. Ne parlo perché sono episodi come questo che sto per narrarvi che hanno nel tempo  e nella loro truce continuità trascinato la pubblica amministrazione regionale nel discredito e nel degrado

La lettura dei due  annunci  che il governo regionale ha fatto in materia di concorsi pubblici mi ha fatto ritornare in mente un episodio assai doloroso. Ne parlo perché sono episodi come questo che sto per narrarvi che hanno nel tempo  e nella loro truce continuità trascinato la pubblica amministrazione regionale nel discredito e nel degrado

Sono episodi che   danno chiara e netta la misura del ruolo che sin dalla  fondazione dell’ istituto regionale i politici hanno annesso alla burocrazia e a suo funzionamento. Un incidente necessario, ma soprattutto un coacervo di utili idioti da stipendiare e a cui chiedere  di fare solo quello che veniva richiesto di fare.

A questa politica, il cui scopo era e è  quello di  sopravvivere nel lusso e  ubbidire agli ordini di Roma, non è mai importato  proprio nulla del buon funzionamento degli uffici. L’amministrazione non è mai stata considerata  uno strumento per dare gambe ad una volontà di  progresso e  crescita ma un serbatoio di voti e  consenso.

Secondo voi  chi ha cominciato questa spirale   al ribasso? Chi ha assunto per decenni senza concorsi  pubblici in sfregio alla Costituzione, senza che gli organi di controllo  abbiano mai avuto da osservare sui decreti di assunzione a vista, e senza che  il Commissariato dello Stato  negli stessi decenni impugnasse  le leggi  e le leggine di sanatoria delle  assunzioni “private” né le leggi di autorizzazione a  promozioni interne  a catena, per cui  ci siamo ritrovati con  listinisti, diurnisti, e operai giornalieri  che hanno raggiunto, di passaggio in passaggio tutti i gradi della carriera  e sono diventati direttori  regionali?

Dove sono finiti tutti i laureati e i diplomati a cui in tutti questi anni è stata negata la possibilità concorrere alla luce del sole e trovare legittimamente un posto di lavoro nell’amministrazione regionale?

Ve lo dico io. Tutti  nello stesso posto.

Mi spiego. I due annunci di cui ho detto sopra riguardano, il primo, la revoca dei concorsi per 365 impiegati dell’Amministrazione dei beni culturali di cui mi sono già occupato ad altro titolo.

I mancati concorrenti andranno dunque ad ingrossare le file formate nel tempo dai  loro predecessori degli d’oro.

Il secondo annuncio riguarda la promessa dell’assessore al personale Pistorio di mettere a concorso la metà dei posti che si renderanno disponibili dopo i pensionamenti. Come è buono lui! Ha detto la metà perché la sua idea, che è  quella di sempre,  è quella di far coprire l’altra metà  dei posti ai nuovi diurnisti, listinisti e operai giornalieri con un concorso  burla e tanti d saluti.

I mancati concorrenti pubblici a questi posti finiranno  in quello stesso   posto…

Veniamo alla mia storia.

Dopo un decennio eccezionale di buona gestione dell’amministrazione (1960/1970 circa),  con una serie di concorsi pubblici si erano coperti i ruoli centrali e periferici dell’amministrazione. Fu una stagione breve.

A metà degli anni 90 del secolo scorso vi furono molti pensionamenti e il ruolo dei dirigenti amministrativi si svuotò. Fu deciso di bandire un concorso pubblico per la copertura di 143 posti di dirigente amministrativo. Titolo di studio  richiesto:laurea in giurisprudenza, scienze politiche,economia o equipollenti .Troppo ovvio direte voi. Fu redatto il bando che passò felicemente il controllo della Corte dei Conti e   che fu quindi inviato alla Gazzetta ufficiale della Regione per la pubblicazione. Tutto bene? Tutto bene il piffero. La Gazzetta ufficiale della  viene pubblicata il sabato e in quel certo sabato avrebbe dovuto la Gazzetta avrebbe dovuto contenere il bando di concorso. La Gazzetta non riportava il bando. Furono chieste  notizie. Fu detto che il Presidente della Regione dell’epoca in persona aveva telefonato per disporre il rinvio della pubblicazione del concorso a nuova data. Non dette un ordine scritto, l’eroe!

I 143 potenziali dirigenti della regione andarono ad ingrossare le file dei loro predecessori, in attesa di nuova  compagnia, e tutti  sempre nello stesso posto.

E questo perché? Ce lo ha appena detto  Pistorio, l’assessore dei nostri tempi,dei tempi di sempre: i posti  vanno riservati ai passaggi interni.

Sarà così? O qualcosa deve e può cambiare?

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