Storia & Controstoria

Così è nata da disunità d’Italia a colpi di false narrazioni del Risorgimento

Condividi
  • La Troika ante litteram
  • Questione meridionale e riduzione del Sud a colonia 
  • Finanziatori esteri
  • Perdita della sovranità monetaria
  • Azzerate tutte le monete

La Troika ante litteram

La questione meridionale fu causata dalle politiche ordinate da una “troika” ante litteram, formata da ministri che rappresentavano gli interessi delle forze di occupazione straniera. Fallita l’azione dei governi dittatoriali e le luogotenenze, a Torino, fu messa in azione una sorta di “troika” di ministri filosabaudi che demolì l’economia e lo stato sociale del Regno delle due Sicilie:
Eliminò la moneta nazionale e chiuse la zecca di Stato; soppresse il precedente sistema fiscale detto “registro e bollo”
Smontò i vertici della direzione d’Agricoltura – l’industria maggiore dell’epoca – ottenendo lo smantellamento delle politiche agricole esistenti
Bloccò i lavori pubblici salvo poi riaffidarli a investitori stranieri e società del nord
Decretò la chiusura del collegio medico con il pretesto della riforma, privando del sostegno finanziario medici ed ospedali
Chiuse industrie ed opifici, con licenziamenti di massa di maestranze e addetti
Introdusse nuove tasse e alzò molte di quelle esistenti causando enorme povertà e miseria…

 

Questione meridionale e riduzione del Sud a colonia 

Dalla distruzione dello Stato sociale e delle sue fondamenta, nacque la cosiddetta questione meridionale; dalla distruzione industriale di quel tempo deriva la riduzione a colonia permanente dei territori dell’ex Regno delle due Sicilie, oggi Sud dell’Italia unita. Un risultato frutto della convergenza di multiformi interessi e volontà politiche variegate, dal basso all’alto: il nuovo ceto politico dominante; la nascente industria del nord Italia con l’esercito di riserva dell’emigrazione interna; il capitale industriale straniero per via dell’emigrazione italiana ormai diffusa in tutti i continenti; il sistema finanziario e creditizio nazionale e sovranazionale imperante…

 

Finanziatori esteri

A partire dal 1861 i principali finanziatori del Regno d’Italia furono stranieri, tre i soggetti che finanziarono il nuovo regime post unitario e tre i conti correnti esteri su cui la Direzione Generale del Tesoro eseguiva i pagamenti:

Per cura della Direzione generale del Tesoro si tengono pure conti correnti speciali con le Case bancarie all’estero pei pagamenti del Debito pubblico, che, a termini delle relative convenzioni, devonsi eseguire all’estero, e per altre spese che sulla richiesta delle diverse Amministrazioni dello Stato sono fatti operare all’estero.

I conti principali sono i seguenti:

a) Con la Casa fratelli de Rothschild, di Parigi;

b) Colla Casa C. I. Hambro e fratelli, di Londra, pel pagamento dei semestri del prestito Anglo Sardo, della Maremmana e anche per altri pagamenti ordinati pure a cura della stessa Direzione generale per conto delle diverse Amministrazioni;

c) Colla Casa N. M. Rothschild e figlio, di Londra, pei pagamenti richiesti dalle diverse Amministrazioni.

Il drammatico debito rimborsato nel 1872 alle banche Rothschild e C. J. Hambro, in solo 12 anni, superò 1 miliardo e 343 milioni di lire piemontesi ad esclusione del tasso di cambio.

 

Perdita della sovranità monetaria

L’onda lunga dei danni della distruzione militare, politica, economica e sociale dell’ex Regno delle due Sicilie, è un crimine impunito rimasto vagante nel dna del non paese Italia, mai realmente unificato e a due velocità al suo interno. Le conseguenze del mega trasferimento coatto della ricchezza dai molti ai pochi sono rimaste i mali endemici del sud, che ad oggi non hanno trovato alcuna soluzione. Sopprimere la precedente moneta ed imporne una nuova ad oltre 9 milioni di sudditi, fu causa di un arretramento spaventoso e di migliaia di morti per danni conseguenti; un impoverimento stratosferico in cui, dalla sera alla mattina, fu scaraventato il florido Stato sovrano del Regno due Sicilie.

 

Azzerate tutte le monete

L’azione attuata allora si è ripetuta prima con la creazione dell’Eurozona e poi con l’attuale forsennata eliminazione del contante e l’imposizione – via via sempre più rapida – della moneta elettronica che forse diventerà valuta digitale di Banca Centrale.

Correva l’anno: “È il 20 agosto del 1862. Il Senato del Regno d’Italia vara la legge sull’unità monetaria. È la legge Pepoli, Gioacchino Napoleone Pepoli… il nipote di Gioacchino Murat e Carolina Bonaparte”.

“La legge 24 agosto 1862 n. 788 norme fondamentali del nuovo sistema metallico e dell’ordinamento monetario del paese, essa fece della lira italiana l’unità monetaria legale per i pagamenti e di conto per le contabilità pubbliche e private, stabilisce il titolo legale, cioè la quantità di metallo fino che dee contenere ciascuna moneta, e la tolleranza in più o in meno; le quantità obbligatorie delle rispettive monete da riceversi nei pagamenti; l’esclusione delle monete calanti, il ritiro delle vecchie monete, e la fabbricazione delle nuove”… Così è nata la disunità d’Italia che tante false narrazioni del cosiddetto “Risorgimento” hanno coperto con costruzioni retoriche e menzognere: è giunta l’ora di chiedersi perché il Potere sia arrivato a tanto, ma soprattutto perché in troppi si siano compiaciuti nel credere alla falsa Storia.

Loreto GiovannoneIl primo Grande Reset fu l’Unità d’Italia – Tratto da COME DONCHISCIOTTE

Foto tratta da La Civetta di Minerva 

Pubblicato da