Mattinale

Stanotte pioggia e una tempesta di fulmini ha illuminato Palermo in buona parte spenta da anni nel nome degli appalti del Tram/ MATTINALE 727

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  • Ormai da anni, di notte, mezza città è quasi al buio per ‘sparagnare’, perché i soldi servono per pagare i costi del Tram. Ma stanotte due ore e forse più di lampi l’hanno illuminata! Vi sembra poco?  
  • Tutti pensiamo alle nostre bollette della luce. Ma in pochi pensano alle bollette della luce dei Comuni ultra-maggiorate
  • Così i Comuni tagliano i servizi e addio servizi sociali. Gli anziani ‘parcheggiati’ negli Obi, reparti di Osservazione breve intensiva dei Pronto Soccorso, ‘Osservazione’ che in realtà dura giorni perché mancano i posti letto

Ormai da anni, di notte, mezza città è quasi al buio per ‘sparagnare’, perché i soldi servono per pagare i costi del Tram. Ma stanotte due ore e forse più di lampi l’hanno illuminata! Vi sembra poco?  

La pioggia vera è iniziata intorno alle 4 del mattino. Ma i lampi – una tempesta di lampi – sono cominciati in un crescendo rossiniano intorno alle 2 e mezza. Lampi, lampi e lampi. Alcuni in lontananza, altri vicini al nostro punto di osservazione. Almeno dal nostro punto di vista, non è stata una pioggia torrenziale, di quelle pesanti, che ormai sono una cosa normale a causa dei cambiamenti climatici in corso in tutto il mondo. Ma la nostra è una visione parziale, perché la pioggia non si distribuisce in modo uniforme. Non si può escludere che ci siano state aree della città allagate. In ogni caso la temperatura è scesa. Almeno per qualche giorno – così raccontano le previsioni – il caldo non dovrebbe dare il tormento. Ma quello che ci ha colpiti non è la pioggia, ma il numero quasi infinito di lampi. Sì, una tempesta di lampi che hanno illuminato a intermittenza la città per poco più di due ore. Palermo, da quando è diventata una città mezzo fallita a causa dei 15 Km del Tram che costano ogni anno un patrimonio, ‘sparagna’ sull’illuminazione. Il capoluogo siciliano, vista dall’alto, ormai da qualche anno, presenta aree con poca illuminazione illuminazione e aree buie. Grazie alle oltre due ore di lampi, stanotte, a intermittenza, tutta la città è tornata illuminata. Il buio – insieme alla pressoché totale assenza di sevizio di trasporto pubblico nelle periferie e in tante altre aree della città, insieme all’abbandono delle periferie, insieme alla munnizza nelle strade, insieme alle strade tutte buche e ai marciapiedi-letti di dolore, insieme all’abbandono degli impianti sportivi che, a quanto pare, verranno regalati ai privati (così i cittadini li pagheranno due volte: che schifo!) – è il prezzo che bisogna pagare per tenere i piedi 15 km di Tram con grottesche carrozze che girano quasi sempre vuote. Senza questi 15 km di Tram in funzione non sarebbero più giustificati i circa 800 milioni di euro di appalti che centrodestra e centrosinistra si debbono spartire per finire di sminchiare la città. Quando si dice fare di necessità ‘trigonometrica’ virtù…

Tutti pensiamo alle nostre bollette della luce. Ma in pochi pensano alle bollette della luce dei Comuni ultra-maggiorate

A questo e ad altre cose pensavamo stanotte nel vedere, dopo anni di buio, tutta la città illuminata a intermittenza. Il nostro è il tempo delle bollette della luce stratosferiche. Siamo alle prese con il Governo delle grandi speculazioni di Mario Draghi, quello ‘bravo’, promosso da banchiere a statista. Speculazioni sull’energia elettrica. Speculazioni sul gas. Speculazioni su benzina e gasolio. Speculazioni perfino sull’olio di semi. Giusto ricordare che famiglie e imprese, in Italia, sono alle prese con bollette della luce pazzesche. Ma sono in pochi a fare mente locale su cosa sta succedendo nei Comuni siciliani con l’energia elettrica. Lo ha illustrato, qualche anno fa, il vice presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, che da poco è tornato Sindaco di Canicattini Bagni. “La storia della fornitura di energia elettrica ai Comuni è incresciosa. E ho fatto più volte presente alla politica siciliana di intervenire a tutela dei cittadini. Lo scenario è il seguente. Già paghiamo l’energia elettrica maggiorata del 30%. Se un Comune non paga le bollette nei termini prestabiliti – e purtroppo succede spesso, perché i Comuni sono in molti casi in grande difficoltà – vengono trasferiti nel cosiddetto mercato di salvaguardia, con una maggiorazione dei costi del 40%. Se il Comune non paga il credito viene venduto alle società private di riscossione. Così cominciano le trattative, le sanzioni, gli interessi da far pagare agli ignari cittadini. Ti fanno una cortesia a non spegnere paesi e città. Ma bisogna pagare. E’ un sistema folle. Mentre a Roma discutono di ripartenza con il Recovery plan, nei territori Comuni vengono strozzati” (qui trovate per esteso l’intervista a Paolo Amenta dello scorso 28 Aprile). Dovrebbe essere il Parlamento siciliano a fare chiarezza su quello che sta succedendo nei Comuni per ciò che concerne la fornitura di energia elettrica. E’ sufficiente che un parlamentare di buona volontà presenti un’interrogazione al Governo – rivolta al presidente della Regione e all’assessore alle Autonomia locali – per sapere (e per far conoscere ai cittadini siciliani): quanti Comuni siciliani, in questo momento, sono stati trasferiti nel cosiddetto ‘mercato di salvaguardia’? Quanti Comuni siciliani sono indebitati con le ‘società private di riscossione’?  Una volta fatta chiarezza si potrà fare luce – è proprio il caso di dirlo – sui Comuni siciliani lasciati al buio!”.

Così i Comuni tagliano i servizi e addio servizi sociali. Gli anziani ‘parcheggiati’ negli Obi, reparti di Osservazione breve intensiva dei Pronto Soccorso, ‘Osservazione’ che in realtà dura giorni perché mancano i posti letto

Dovrebbe essere, questo, un argomento della campagna elettorale, invece delle minchiate sul Ponte sullo Stretto di Messina. Con riferimento sia alle elezioni politiche nazionali, sia alle elezioni regionali siciliane. Argomento serio, perché, in Sicilia, ci sono quasi 300 Comuni commissariati dalla Regione perché non hanno approvato i Bilanci. Se tali Comuni sono senza Bilanci, ebbene, ci viene difficile pensare che abbiano pagato le bollette della luce nei termini prestabiliti. E’ molto probabile che questi Comuni si trovino già da anni nel mercato di salvaguardia, strozzati dai debiti. E sono debiti che già pagano gli cittadini, direttamente e soprattutto indirettamente. Già, indirettamente, perché molti Comuni – dopo aver aumentato e inventato nuovi balzelli, dopo aver piazzato autovelox e ZTL fin nelle corna che hanno in testa incassando poco o nulla, perché tanti cittadini non pagano perché hanno finito i soldi – mettono in atto la cosa più semplice del mondo: tagliano i servizi. Ecco che l’immondizia rimane nelle strade di centinaia di Comuni (Palermo ha fatto scuola, seguita a ruota, da qualche anno a questa parte da Catania…), ecco che non ci sono soldi per sistemare strade e marciapiedi, ecco che non ci sono soldi per i servizi sociali (anziani, malati e varie fragilità: persone – con riferimento soprattutto agli anziani – che, spesso, finiscono nei Pronto Soccorso dove vengono ‘parcheggiati’ per giorni nei reparti di Obi, sigla che sta per Osservazione breve intensiva: in pratica rimangono lì per giorni e giorni a causa della mancanza di posti letto tagliati da assessori e alti burocrati regionali ‘intelligenti’), ecco che i centri sportivi comunali rimangono chiusi e cadono a pezzi e via continuando con i disservizi. Con il corollario del buio. Ma stanotte no, stanotte a Palermo è tornata la luce della storia…

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