Sul Titanic

Draghi il salvatore dell’Italia: perché la Sicilia e il Sud dovrebbero appoggiarlo?/ SERALE

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  • Con tutta la buona volontà, non riusciamo a trovare un buon motivo per il quale la Sicilia e il Sud dovrebbero ‘tifare’ per Draghi e per l’Italia
  • Il Sud e la Sicilia debbono tornare all’opposizione. Altro che appoggio al Governo Draghi!
  • Il Recovery? Al Sud e alla Sicilia andranno le briciole, come ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno e dell’Agensud. Nuovo attacco di Di Battista a Draghi  
  • Noi non diamo per scontata la nascita del Governo Draghi

Con tutta la buona volontà, non riusciamo a trovare un buon motivo per il quale la Sicilia e il Sud dovrebbero ‘tifare’ per Draghi e per l’Italia

Dicono che Mario Draghi salverà l’Italia. E già questa cosa, vista dalla Sicilia e dal Sud, suona un po’ male. Infatti: per quale motivo la Sicilia e il Sud dovrebbero aiutare Draghi a salvare l’Italia? Perché, dal 1860 ad oggi – a parte qualche breve ‘riparazione’ nella Prima Repubblica – l’Italia non ha fatto altro che massacrare la Sicilia e il Sud? O perché, dal 2000 al 2017 – per volare ai nostri giorni – le Regioni del Nord hanno scippato al Sud e alla Sicilia 840 miliardi di euro? O li dobbiamo ringraziare perché, grazie alla pandemia di Covid-19, il Nord non ha potuto applicare l’Autonomia differenziata, non riuscendo così a scippare alla Regioni del Sud e alla Sicilia altri 60-70 miliardi di euro all’anno? In questo caso non dobbiamo ringraziare l’Italia, ma la pandemia… O stiamo dicendo qualcosa di errato? Andiamo ai nostri giorni? Il Movimento 24 Agosto di Pino Aprile ha calcolato che al Sud e alla Sicilia dovrebbe andare il 70% delle risorse del Recovery. Non solo questi soldi non verranno mai riconosciuti al Sud e alla Sicilia, ma non arriverà nemmeno il 35% previsto da una legge sempre ignorata. Al Sud e alla Sicilia, del Recovery, arriveranno le briciole.

Il Sud e la Sicilia debbono tornare all’opposizione. Altro che appoggio al Governo Draghi!

Negli anni ’50 del secolo passato, quando la politica era fatta da idee e da politici veri, andava in voga una formula: “Il Sud all’opposizione”. Erano i primi anni della Cassa per il Mezzogiorno – istituita con legge nel 1950 – ma nonostante la politica delle grandi infrastrutture l’economia del Sud non decollava. L’emigrazione dalla Sicilia e dal Sud verso il ‘triangolo industriale’ Milano-Genova-Torino andava avanti a pieno ritmo. Quanto alle grandi opere nel Sud e in Sicilia – che in parte vennero realizzate – le fecero in buona parte i grandi del Nord, tra accordi con la criminalità organizzata del Sud (intruppata nel nascente Stato italiano ai tempi di Garibaldi) e briciole di sub appalti a piccole imprese del Sud legate a questo o quel politico. Grosso modo, con piccole variazioni, è quello che succede ancora oggi. Con la differenza che allora le opere si completavano, oggi vanno avanti per decenni.

Il Recovery? Al Sud e alla Sicilia andranno le briciole, come ai tempi della Cassa per il Mezzogiorno e dell’Agensud. Nuovo attacco di Di Battista a Draghi  

Oggi, del Recovery, il Sud e la Sicilia vedranno ben poco. E quel poco che vedranno – come già avvenuto con la Cassa per il Mezzogiorno e poi nella seconda metà degli anni ’80 con l’Agensud – sarà appannaggio dei gruppi del Nord. In questo scenario non si capisce perché il Sud dovrebbe aiutare Draghi a “salvare l’Italia”. Draghi, l’Italia, la deve salvare con le formazioni politiche che hanno dimostrato di essere antimeridionali e anti-siciliane: la Lega di Salvini (che per l’occasione è diventata ‘europeista’), il PD e il Movimento 5 Stelle. Su quest’ultimo soggetto politico non la vediamo messa bene. Non tanto e non soltanto perché la partecipazione al Governo Draghi dovrà passare dalla piattaforma Rousseau, quanto perché Alessandro Di Battista è messo di traverso. Stamattina abbiamo pubblicato il post di Di Battista su Facebook che ribadisce il suo no al Governo Draghi. Dopo di che ha postato un articolo dove attacca frontalmente Draghi sui derivati. L’articolo è accompagnato dal seguente post: “‘È un bel direttore’, ‘è un santo’, ‘un apostolo’. Sono le parole che Fantozzi, Filini e Calboni rivolgono all’Onorevole Cavaliere Conte Diego Catellani, neo direttore del loro ufficio, quando costui lascia la sala mensa dell’azienda, dopo aver invitato gli impiegati ad assistere, nella sua lussuosa villa, ad una partita di biliardo con il ragionier Ugo. Sono, tuttavia, le stesse identiche parole che rivolge al Professor Draghi, la stragrande maggioranza dei giornalisti nostrani. Il giornalismo che diventa agiografia. Oltretutto tale genuflessione mediatica non fa nemmeno bene a Draghi. C’è il rischio che si convinca anche lui di avere proprietà taumaturgiche o di essere capace di moltiplicare pani e pesci. Ed allora è bene ricordare, anche a rischio di apparire sacrileghi, che, ad oggi, la sola cosa che il Professor Draghi ha effettivamente moltiplicato, sono i titoli derivati italiani. Fu sotto la sua direzione del Tesoro che vennero sottoscritti contratti su contratti sui derivati, molti dei quali sono risultati ‘tossici’…Buona lettura!” (qui l’articolo di Di Battista).

Noi non diamo per scontata la nascita del Governo Draghi

Che dire? Che noi insieme con tantissimi italiani, nel 2018, abbiamo sostenuto e votato Movimento 5 Stelle perché parlava come continua a parlare oggi Di Battista. Poi – è noto – i grillini hanno fatto altro. La volete sapere una cosa? Noi abbiamo la presunzione di pensare che Di Battista non sia solo. E che con lui potrebbero andare un gruppo di parlamentari. Ammesso che ce ne sia bisogno. Perché può anche darsi che la base grillina, peraltro molto esigua, questa volta, ‘bocci’ la partecipazione del Movimento. In questo caso non ci sarebbe nemmeno bisogno di scissione… Insomma, per dirla tutta, a differenza di tutti i ‘santificatori’ di Draghi, noi non diamo per scontata la nascita del suo Governo. Nonostante il voltafaccia della Lega.

Foto tratta da Libertà Sicilia 

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