J'Accuse

Buoni spesa per chi è in difficoltà, Comuni siciliani a rilento. Interrogazione all’Ars

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E’ sicuramente merito del parlamentare regionale della Lega, Vincenzo Figuccia, puntare l’attenzione su un argomenti ignorato da tutti: i buoni spesa che dovrebbero avvivare alle famiglie in difficoltà e che ancora oggi, in moti casi, non sono stati erogati. Giusta l’interrogazione. Ma c’è anche un’alternativa. Vediamola

Lo Stato e la Regione siciliana si ostinano a ‘girare’ ai Comuni dell’Isola, quasi tutti senza soldi, i fondi da erogare alla famiglie in difficoltà. Dopo di che, a parte qualche protesta, di questi fondi, in tanti casi, si sa più poco o nulla. E siccome riguardano chi non si può difendere, tutto passa in cavalleria!

Quest’anno, a dieci giorni dal Natale, come denuncia il parlamentare regionale della Lega, Vincenzo Figuccia, ci sono Comuni che sono “indietro”. Tradotto: in tanti Comuni siciliani le famiglie in difficoltà non hanno ricevuto nulla.

“Che fine hanno fatto le somme che con deliberazione della Giunta regionale lo scorso Marzo sono state stanziate per l’erogazione dei buoni spesa da parte dei Comuni? – chiede Figuccia -. Prendiamo atto di come ad oggi, a quasi un anno dall’inizio della pandemia, vi siano Comuni della Regione che nell’esperimento della misura sono rimasti notevolmente indietro. Il vero tema è che queste misure regionali, ivi comprese quelle dell’ultima Finanziaria approvata, hanno la loro ragion d’essere adesso, in un momento di forte difficoltà economica e sociale per tante famiglie che spesso non hanno neanche i soldi per acquistare una bombola da cucina. Sono i nuovi poveri, effetto nefasto di questa pandemia che continua a colpire a tutti i livelli”.

“Non possiamo permetterci che, a fronte di opportunità come quelle legate a questa misura – aggiunge il parlamentare – certe amministrazioni comunali, che hanno già ricevuto dalla Regione le somme da erogare, non abbiano provveduto a fornire i voucher spesa alle famiglie. È proprio questa la ragione per la quale, come Lega Sicilia, d’intesa con il commissario cittadino di Belmonte Mezzagno, Rita Pizzo, abbiamo presentato un’interrogazione agli assessori alla Famiglia e agli Enti locali chiedendo maggiori approfondimenti e verifiche sulla questione”.

All’onorevole Figuccia diciamo che, dopo le vacanze natalizie, dovrebbe presentare all’assessorati regionali competenti una seconda interrogazione – con richiesta di risposta scritta – chiedendo agli uffici regionali di farsi consegnare dai Comuni la rendicontazione di tali somme: non si avrebbero notizie dettagliate, perché a tale richiesta i Comuni risponderebbero che, di mezzo, c’è la la privacy, o riservatezza: ma il fatto che dovrebbero mettere per iscritto un atto amministrativo – pur senza indicare con esattezza i percettori finali – metterebbe già un po’ d’ordine, perché funzionari e dirigenti del Comuni si dovrebbero assumere le proprie responsabilità.  

Ricordiamoci che, nei piccoli Comuni, dove le famiglie indigenti sono poche e riconoscibili, la situazione si può controllare. Nei medi e grandi Comuni i controlli sono improbabili, se non impossibili.

C’è un’alternativa a questo sistema che, fino ad oggi, ha penalizzato le famiglie in difficoltà che non si possono difendere? Sì, l’abbiamo scritto tante volte: gli uffici della Regione siciliana, invece di ‘girare’ le somme ai Comuni, si facciano dare degli stessi Comuni le coordinate bancarie o gli indirizzi delle famiglie indigenti, per effettuare direttamente i versamenti con bonifici o inviando gli assegni. Così facendo si eviterebbe un doppio passaggio e ci sarebbe la certezza che i fondi arrivino a chi ne ha bisogno.

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