Ponte Corleone di Palermo: giusta la battaglia della CGIL (che però pasticcia un po’ sul Recovery Fund)

22 settembre 2020

Sistemare il ponte Corleone di Palermo è una priorità (i lavori andrebbero effettuati anche nel ponte sul fiume Oreto, sempre a Palermo). E fa bene la CGIL a ricordarlo. L’errore che commette l’organizzazione sindacale è il richiamo al Recovery Fund: questi fondi, infatti, bene che andrà, arriveranno nel 2022 e queste opere a Palermo servono oggi! 

Segnaliamo un interessante comunicato stampa sul ponte Corleone di Palermo, da troppi anni abbandonato. La questione è affrontata dalla CGIL di Palermo.

“Ponte Corleone – leggiamo nel comunicato – sopralluogo della Fillea con sit-in di operai e disoccupati edili per chiedere l’avvio dei lavori. Tra le richieste per il Recovery Fund il Comune inserisca anche interventi per le infrastrutture di Palermo che da troppo tempo aspettano”.

Questo è l’unico passaggio del comunicato che non ci convince. Per due motivi.

Primo motivo. I soldi del Recovery Fund – gli amici della CGIL di Palermo non possono non saperlo (e dovrebbero saperlo anche i disoccupati che hanno dato vita al sit-in!) – arriveranno, bene che andrà, nella Primavera del 2022. Mentre i lavori per la sistemazione del ponte Corleone di Palermo servono ora, non tra due anni!

Secondo motivo. Le risorse del Recovery Fund non c’entrano nulla! Quei fondi dovrebbero essere utilizzati per sostenere le imprese e farne nascere di nuove, non per appalti!

I fondi per sistemare il ponte Corleone di Palermo dovrebbero essere approntati dal Comune di palermo (magari evitando di spendere ogni anno 10 milioni di euro per tenere in piedi 15 Km di inutile Tram!).

I fondi per sistemare il ponte Corleone di Palermo dovrebbero essere approntati dalla Regione siciliana a valere sui fondi europei destinati alla Sicilia.

I fondi per sistemare il ponte Corleone di Palermo dovrebbero essere approntati dallo Stato che invece, dal 2001, eroga nel Centro Nord i fondi che spettano al Sud Italia (dato Rapporto Eurispes 2020: dal 2001 al 2017 lo Stato ha scippato 840 miliardi di euro alle regioni del Sud per darle alle regioni del Centro Nord Italia!).

A parte lo svarione iniziale il resto del comunicato è dondivisibile:

“Sopralluogo oggi della Fillea Cgil Palermo sul ponte Corleone per controllare le condizioni di precarietà della struttura. Sul posto si è svolto un sit-in spontaneo di una ventina di lavoratori e disoccupati, per richiamare l’attenzione sui ritardi nei lavori per la messa in sicurezza del ponte, ancora non riappaltati malgrado siano trascorsi più di 16 anni dal vecchio appalto affidato alla Cariboni. L’appalto, poi rescisso per inadempienze contrattuali, prevedeva la costruzione di due ponti laterali, necessari per poter effettuare gli interventi di restauro strutturale e di adeguamento sismico”.

“A distanza di 11 anni da un nostro sit-in sul ponte, in cui avevamo protestato per sollecitare l’amministrazione comunale a riappaltare i lavori per la realizzazione delle due bretelle laterali dopo l’uscita di scena della Cariboni, la situazione è ancora ferma – denuncia il segretario generale della Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Perché tempi così lunghi? Nuovamente registriamo che il dibattito su un’opera così importante e strategica per la città di Palermo, e che potrebbe dare lavoro a centinaia di disoccupati edili, sia ancora legato al reperimento delle risorse e alla revisione della progettazione. In 11 anni, in qualsiasi altro paese della Comunità europa, avremmo assistito a trasformazioni urbanistiche e infrastrutturali di rilievo”.

“Chiediamo al Comune di fare chiarezza. Su quest’opera – aggiunge Ceraulo – negli anni sono state individuate risorse provenienti dallo Stato attraverso i fondi di coesione e sviluppo degli anni 2007/2014 e 2014/2020. Ma ancora oggi non abbiamo risposte precise sull’iter che, speriamo, possa a breve portare all’indizione di una nuova gara d’appalto per la messa in sicurezza”.

Nel frattempo, i fondi di coesione e sviluppo della Sicilia sono finiti in parte altrove. 

“Sul ponte – prosegue la nota della CGIL di Palermo – c’è limite di velocità di 30 km orari. Il limite orario presupponeva l’imminente avvio di alcuni lavori di manutenzione. Se deve servire per la sicurezza così da solo non ha alcun senso, non lo rispetta nessuno – prosegue Ceraulo -. Per la Fillea fondamentali restano gli aspetti legati alla prevenzione e a un piano di manutenzione programmata negli anni, con obiettivi precisi, che deve riguardare questa e le altre opere della città da mettere in sicurezza, come il ponte Oreto”.

Si chiude con la reiterazione dell’errore iniziale:

“Chiediamo che nel flusso di finanziamenti e nei progetti che il Comune deve presentare per Recovery Fund, possano essere inseriti degli interventi per le infrastrutture della nostra città, che da troppo tempo richiedono interventi di riqualificazione. Aspettiamo un confronto con l’amministrazione, che abbiamo chiesto da tempo, per fare chiarezza sui lavori del ponte Corleone e delle altre opere necessarie per Palermo”.

Lo ribadiamo: amici della CGIL di Palermo: come fate a non sapere che i fondi del Recovery Fund arriveranno nella Primavera del 2020?

Ricordiamo che sul ponte Corleone di Palermo e sul ponte sul fiume Oreto c’è una battaglia politica lasciata a metà dai parlamentari del Movimento 5 Stelle.

Qui c’è un altro articolo sui grillini che si battevano per i due ponti.

E qui un altro articolo sul ponte Oreto.

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