Coronavirus/ La scienza ufficiale denigra l’idrossiclorochina di Didier Raoult perché ‘nuoce’ alle multinazionali farmaceutiche?

25 aprile 2020

Il dubbio è legittimo. E ‘Ambiente Bio’ lo scrive senza peli sulla lingua. Chi infatti, pensava di organizzare un grande business sul Covid-19,o Coronavirus è rimasto di sasso nell’apprendere che lo scienziato francese ha ideato una cura a basso prezzo, accessibile a tutti. E la cosa non è andata giù alle multinazionali farmaceutiche

La cura c’è. Sicuramente è perfettibile. Ma da quello che si sa i malati di Coronavirus guariscono. Sì, l’idrossiclorochina abbinato all’azitromicina – questa la cura elaborata dallo scienziato francese Didier Raoult – sta funzionando.

Commenta sulla propria pagina Facebook lo scienziato siciliano Mario Pagliaro:

“Il 23 Aprile, S. Giorgio, porta il #record delle #dimissioni anticipato Domenica: 25 in un solo giorno. E quello dei #guariti: 24. Scende ancora (-1), il n. dei pazienti in #intensiva. E così, nonostante 3500 nuove analisi, il numero dei positivi sale soltanto di 14 unità. Ma poiché stanno tutti a casa, cambia il profilo della malattia infettiva, #divenuta in Sicilia una patologia curabile essenzialmente in isolamento domestico (1791 persone sul totale di 2300 positivi): ai primi sintomi, #idrossiclorochina e #azitromicina. Alcuni, come il 94enne ragusano intervistato oggi dalla TGR, non avranno mai alcun sintomo: guariscono da soli.

La cura c’è, ma la scienza ufficiale nicchia. Perché? Scrive il giornale Ambiente Bio:

“Le minacce verso Raoult indignano e preoccupano. Malgrado questa cura sta producendo risultati ottimi con tasso di mortalità intorno allo 0,5%, pare che queste non siano ‘evidenze scientifiche’ tali da poter creare un protocollo universale per la cura del Covid. Il dubbio che questo possa dipendere dal fatto che la clorichina costa pochissimo mi sembra legittimo. Le cure poco costose non piacciono a chi ha nel covid19 una ghiotta possibilità di produrre e brevettare nuovi farmaci certamente ben più costosi”.

Didier Raoult è uno scienziato molto noto. Ha creato l’Unità Rickettsia presso l’Università di Aix-Marsiglia. Dal 2008 è il direttore dell’URMITE (Unità di ricerca sulle malattie emergenti infettive e tropicali), collabora con il CNRS (Centro nazionale per la ricerca scientifica), IRD (Research for the Development Institute), con INSERM (National Institute of Salute e ricerca medica) e con l’Università di Aix Marsiglia.

Il 21 marzo scorso Didier Raoult affermava:

“Aspettavo dai virologi cinesi i risultati sull’efficacia della clorochina. Sono arrivati adesso; è efficace sul Coronavirus con 500 mg al giorno per dieci giorni. C’è un miglioramento spettacolare ed è raccomandato per tutti i casi di infezione da Coronavirus cinesi”.

Ambiente Bio riporta la seguente dichiarazione dello scienziato francese:

“Sono stato il primo ad utilizzare l’idrossiclorochina per trattare le malattie infettive acute, e dunque ho un’enorme esperienza di questo medicinale rispetto alle infezioni. Quando i cinesi hanno pubblicato i loro test sul Covid, e visto la concentrazione necessaria di questo farmaco per stoppare lo sviluppo del virus in laboratorio, ho notato che è la stessa concentrazione che noi usiamo per curare i malati. Era logico usare questo trattamento, visto che si trattava di medicinali dei quali si conoscevano la sicurezza e le dosi poiché erano già utilizzati. Per il momento visto che non ci sono alternative credibili, tra il dare un medicinale che è stato testato da esperti che hanno una massima conoscenza mondiale, o provare una nuova molecola dicendosi: ‘forse funziona’… Qui non si tratta di scambiarsi opinioni, è evidente che quando il governo cinese e gli esperti affermano che bisogna trattare il Covid con la Clorochina, non è ragionevole dire:  dell’esperienza cinese ce ne freghiamo”.

Non possiamo non condividere cosa scrive ancora Ambiente Bio:

“Quindi anche noi non possiamo spiegarci come mai questo protocollo venga osteggiato. E’ assurdo il fatto che anziché essere agevolato, anziché approfondire le potenzialità della sua efficacia, parte della comunità scientifica si schieri contro, nonostante i risultati (innegabili ed evidenti) che ha ottenuto. Non sappiamo se gli atti di intimidazione di cui sarebbe stato oggetto Didier Raoult nelle settimane passate siano collegate a questo. Sarebbe sicuramente un fatto gravissimo che un luminare che scova terapie efficaci contro un male che ha bloccato tutto il mondo e creato shock economico-sociali devastanti, sia messo sotto scacco per interessi di parte. Forse perché terapie ‘a basso costo’ rischiano di vanificare la corsa allo sviluppo di nuovi farmaci, in primis il famoso vaccino libera-tutti (già messo in dubbio da eminenti virologi come Ilaria Capua e Giulio Tarro ) che stanno facendo numerose case farmaceutiche, che quindi rischierebbero di vedere vanificati i loro investimenti in questa direzione”.

Sul Sussidiario.net leggiamo il professore Didier Raoult consiglia di seguire il metodo adottato nella Corea del Sud, ovvero tamponi a tutti, malati e no. E aggiunge una dichiarazione che i tanti critici della quarantena non potranno che apprezzare:

“La quarantena è stata fatta l’ultima volta nel XV-XVI secolo per il colera a Marsiglia, e, vi assicuro, non ha funzionato. Italia, Francia e Spagna non sono esempi da seguire”.

QUI L’ARTICOLO DI AMBIENTE BIO

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