Il ricordo di Paolo Amenta sulle ex Province: quando Crocetta e Baccei rinunciarono alla RC Auto…

5 aprile 2019

Stranamente, Paolo Amenta è l’unico politico che ricorda che esiste un accordo finanziario tra Stato e Regione del 2016 che oggi mette a rischio la sopravvivenza delle ex Province siciliane. E’ l’accordo che, tra le altre cose, ha regalato allo Stato 240 milioni di euro all’anno di RC Auto e trascrizione dei libretti automobilistici. E oggi? “Va cambiata la legge Delrio”  

“Sì, ho notato: adesso sono in tanti a parlare delle ex Province siciliane. Anche i protagonisti di quella che, per anni, è stata la politica silente. Che debbo dire? Mi fa piacere che abbiano trovato o ritrovato la parola. Detto questo, non posso che prendere atto che, su questo tema, continua la presa in giro”.

Così Paolo Amenta, vice presidente dell’ANCI Sicilia, commenta le tante dichiarazioni che, in queste ore, raccontano della crisi finanziaria delle ex Province della nostra Isola. In effetti, da quando questo blog è in rete – adesso saranno più di tre anni – Amenta, in solitudine, lancia l’allarme sulle ex amministrazioni provinciali. Ma solo negli ultimi mesi la politica siciliana si sta svegliando.

Adesso anche l’ex Ministra Stefania Prestigiacomo ha preso atto che qualcosa, nelle Provincie siciliane, non sta funzionando (QUI LE DICHIARAZIONI DELLA PARLAMENTARE NAZIONALE DI FORZA ITALIA).

“Se non ricordo male, la parlamentare nazionale di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo, è vicina, politicamente, al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè. Quindi ci sono di mezzo Parlamento nazionale e Parlamento della nostra Isola. Mi sembra che non ci sia migliore occasione, tra Roma e Palermo, per cambiare la legge sulle ex Province che porta il nome dell’ex Ministro Graziano Delrio”.

La legge che, come dice spesso lei, assegna alle ex Province siciliane importanti funzioni senza, però, assegnare alle stesse ex Province della nostra Isola le risorse finanziarie necessarie per svolgere tali funzioni.

“Per l’appunto. Invece di continuare a parlare dovrebbe essere rivista questa benedetta legge Delrio, assegnando alle ex Province siciliane le risorse finanziarie che oggi mancano”.

I soldi per le ex Province siciliane non ci sono. Però il Governo regionale di Nello Musumeci ha fissato la data per le elezioni di secondo livello: sindaci e amministratori comunali andranno presto al voto per eleggere i presidenti delle ex Province…

“Questa storia della data per le elezioni dei presidenti delle ex Province è grottesca. Eleggere i Consigli delle tre Città metropolitane di Palermo, Catania e Messina e i sei presidenti dei Liberi Consorzi di Comuni delle altre sei ex Province che rischiano di fallire? Ripeto: mi sembra grottesco. Mi auguro che nessun amministratore comunale si candidi. Queste elezioni, se non si risolve la crisi finanziaria, vanno boicottate”.

Il sindaco di Messina, Cateno De Luca – che è anche sindaco metropolitano della Città metropolitana di Messina – sostiene che, con circa 200 milioni di euro, le ex Province siciliane possono tirare avanti.

“Con 200 milioni di euro all’anno le ex Province della Sicilia potranno pagare gli stipendi ai circa sei mila dipendenti. Ma non certo erogare i servizi ai cittadini: penso alla manutenzione delle strade, alla manutenzione delle scuole, al trasporto degli studenti disabili, ai controlli ambientali. Per i sei Libero Consorzi e per le tre Città metropolitane occorrono circa 500 milioni di euro all’anno”.

Il sindaco Cateno De Luca ha fatto male i conti?

“Esattamente. Basta verificare quanto serve per svolgere le funzioni previste dalla legge Delrio per accorgersi che servono circa 500 milioni di euro all’anno, non 200 milioni di euro. Per non parlare di tutti i debiti dentro e fuori bilancio che hanno determinato i dissesti e che andranno rimborsati allo Stato”.

C’è anche il problema del personale.

“La legge Delrio prevedeva nella sua applicazione la mobilità di un numero importante di esuberi del personale da trasferire negli enti statali. Addirittura i Comuni, prima di stabilizzare i propri precari, avevano l’obbligo di prendersi in carico questo personale. Cosa che puntualmente non è avvenuta”.

Magari qualcuno pensa di assegnare ad altri soggetti le funzioni delle ex Province. Il Governo regionale, per esempio, vorrebbe ‘girare’ allo Stato la manutenzione delle strade provinciali della nostra Isola…

“Non mi sembra una grande soluzione. Se togliamo le funzioni alle ex Province che ne facciamo, poi, del personale delle stesse ex Province? Quello che abbiamo fatto da qualche anno a questa parte fino ad oggi? Paghiamo lo stipendio a circa sei mila e 500 persone e basta, senza offrire servizi ai cittadini? Ripeto, non mi sembra una soluzione razionale. Anche perché, se continueremo così prima o poi interverrà la Corte dei Conti per contestare un eventuale danno erariale”.

L’ex Ministra Stefania Prestigiacomo dice che lo Stato trattiene i soldi delle ex Province siciliane: cosa che non fa con le ex Province del resto d’Italia. 

“Purtroppo lo scenario è un po’ più complesso. Il passato Governo regionale ha prima abolito le ex Province siciliane, tanto’è vero che oggi si chiamano in modo diverso. E questo già è un problema. Ma ha fatto di più”.

Cioè?

“Veda, le ex Province siciliane incassavano la cosiddetta RC Auto e una quota sulla trascrizione dei libretti delle automobili. Parliamo di circa 240 milioni di euro all’anno. Il problema è che, nel 2016, è intervenuto un accordo tra lo Stato e la Regione siciliana. Piaccia o no, questo accordo c’è, è stato firmato, anche se oggi in tanti sembra che l’abbiano dimenticato. Nell’accordo siglato con Roma dall’ex presidente Rosario Crocetta e dall’ex assessore all’Economia, Alessandro Baccei, è stato stabilito di non trasferire questi fondi RC Auto e i fondi dei libretti dallo Stato alle Province siciliane, dimenticando che, in alternativa, bisognava individuare un’altra forma di entrata attraverso altri tributi o altri prelievi”.

 

 

L’attuale Governo regionale sta provando a trovare un accordo con Roma senza rivedere la legge Delrio.

“Sarebbe un grande errore. Una toppa per tirare a campare. Oggi vorrebbero trasformare i fondi per gli investimenti, destinati ad opere pubbliche per la Sicilia, in pagamenti di stipendi. E’ l’ultima barzelletta di questa lunga e tormentata storia. Lo dicano chiaro, i parlamentari nazionali, cosa si deve fare delle ex Province della Sicilia. E cosa si deve fare della legge Delrio”.

 

 

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