Regionalizzazione della scuola: ANIEF segnala già lo scontro tra grillini e leghisti/ MATTINALE 240

2 gennaio 2019

Nel folle progetto leghista di ‘Secessione dei ricchi’ c’è anche la cosiddetta ‘regionalizzazione della scuola’. Contro la quale si è già schierato l’ANIEF, il sindacato degli insegnanti. E’ necessario avvertire i docenti delle scuole del Sud che, se tale progetto dovesse passare, le retribuzioni dei docenti delle scuole del Mezzogiorno subirebbero una riduzione del 25% circa  

Lo scriviamo già da tempo: la cosiddetta ‘Secessione dei ricchi’ creerà problemi seri all’attuale Governo nazionale. Questo perché il Movimento 5 Stelle non potrà avallare un progetto che punta a penalizzare ulteriormente il Sud (QUI UN NOSTRO ARTICOLO DI QUALCHE GIORNO FA). Questa riforma leghista colpirebbe il Mezzogiorno soprattutto in due settori: sanità e scuola. E proprio sugli effetti nefasti della cosiddetta ‘Regionalizzazione della scuola le cronache registrano già una presa di posizione contro la Lega di Salvini da parte dell’ANIEF, l’Associazione Nazionale Insegnanti e Formatori:

“Il primo partito di maggioranza, il M5S – si legge nel comunicato dell’ANIEF – prende le distanze dal piano di regionalizzazione di temi importanti e centrali per i cittadini, come lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema e di governo del territorio. Alla forte spinta che stanno producendo alcune Regioni del Nord, in particolare Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, di cui si è parlato anche nell’ultimo Consiglio dei Ministri, giusto prima di Natale, per definire anche il percorso cronologico di quello che sembra un provvedimento legislativo destinato a compiersi, sono giunte in queste ultime ore le dichiarazioni contrariate da parte dell’on. Luigi Gallo (M5S), presidente della VII Commissione Cultura della Camera. ANIEF non può che avallare in pieno questa posizione critica: il sindacato ricorda che, nel corso degli ultimi decenni, ogni tentativo di una autonomia regionale lesiva dei principi costituzionali – come ad esempio nella scuola trentina – in attuazione di questo dettato normativo è stato sempre bocciato dalla Provincia”.

“Poi c’è il problema dei fondi – prosegue il comunicato ANIEF – perché il passaggio del personale della scuola dallo Stato alla Regione aumenterebbe del 25% la spesa regionale che per essere coperta dovrebbe rivedere un meccanismo di federalismo fiscale che penalizzerebbe le già martoriate Regioni del Sud, violando anche il principio di solidarietà e di sovranità nazionale”.

Dice il presidente nazionale dell’ANIEF, Marcello Pacifico:

“Ci si adoperi piuttosto per produrre organici differenziati, sulla base di effettive esigenze territoriali, per incrementare occupazione e livelli di istruzione del Meridione, per ridurre i tassi di abbandono scolastico. Avallare la regionalizzazione non farebbe altro che incentivare il gap esistente tra località e Regioni già vicine all’Europa e altre che, non certo per colpa loro, continuano ad essere fortemente distanti, non solo a livello geografico”.

Insomma, anche un sindacato della scuola che negli ultimi anni è cresciuto come l’ANIEF prende posizione contro il maldestro tentativo, portato avanti dalla Lega di Salvini – che non si chiama più Lega Nord, ma che continua a fare gli interessi del Nord Italia – di penalizzare le Regioni del Sud.

L’ANIEF va al cuore del problema sottolineando che il passaggio del personale della scuola dallo Stato alla Regioni penalizzerebbe le Regioni del Sud che dovrebbero accollarsi un aumento della spesa del 25%. Dovrebbero essere riviste federalismo e autonomia differenziata introdotte nel 2000 con la riforma costituzionale voluta dal Governo nazionale di Massimo D’Alema, nel 2000.

E questo l’inizio del nuovo attacco al Sud, che oggi dovrebbe compiere l’ennesima accelerazione con l’autonomia richiesta da Lombardia e Veneto. Nel 2000 la riforma federalista non si presentava con il volto dell’antimeridionalismo: al contrario, pur essendo un riforma fortemente voluta, allora, dalla Lega di Bossi, avrebbe dovuto garantire i diritti essenziali in tutte le Regioni italiane. Ma tutto questo non è avvenuto.

Dopo diciotto anni di bugie raccontate sul Sud – argomento che affronteremo meglio in un altro articolo – siamo arrivati ai ‘referendum’ di Lombardia e Veneto, che chiedono il cosiddetto ‘Residuo fiscale’: ovvero di tenersi le imposte che pagano nei rispettivi territori, riducendo, così, il proprio contributo alla cosiddetta fiscalità generale.

La regionalizzazione della scuola – di cui aggi ANIEF denuncia le storture – fa parte di questo smantellamento della Costituzione italiana voluta dalla Lega. Ed è molto importante che un importante sindacato della scuola prenda le distanze da questa follia.

Ci chiediamo e chiediamo: ma i docenti meridionali della scuola cosa pensano di questo progetto leghista? Lo sanno che, in prospettiva, i leghisti intendono bloccare la mobilità dei docenti, che dovrebbero restare nelle proprie Regioni di appartenenza? Lo sanno che in prospettiva – perché questo è il vero punto della ‘regionalizzazione’ della scuola – verrebbero pagati il 25% dei docenti delle scuole di Lombardia, Veneto, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e via continuando?

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