Ars, votazione fuori legge ma non si deve dire per salvare stipendi (e legislatura)/ MATTINALE 223

16 dicembre 2018

La seconda votazione con la quale, venerdì scorso, il Parlamento siciliano ha approvato il disegno di legge sulle variazioni di Bilancio è stata irregolare. Ma i veri responsabili di questo scempio sono le opposizioni – i 20 deputati del Movimento 5 Stelle e gli 11 deputati del PD – che invece di denunciare tale irregolarità hanno contribuito a dare vita a un pasticcio parlamentare. Perché? Per evitare di andare a casa!    

Nel Parlamento siciliano la dignità vale fino a un certo punto. Un po’ come coloro i quali dicono: “Noi siamo onesti, ma fino a un certo punto…”. Qual è, in Assemblea regionale siciliana, il punto oltre il quale onestà, correttezza e rispetto di regolamenti e leggi può andare a farsi benedire?

I fatti – a proposito di dignità parlamentare (e non soltanto parlamentare) – sono accaduti venerdì scorso. Quando a Sala d’Ercole è stato votato il disegno di legge sulle variazioni di Bilancio (che a nostro avviso è ancora tale, cioè un disegno di legge, non una legge, perché la votazione è stata palesemente irregolare). Una legge votata due volte, in palese violazione del regolamento d’Aula (COME VI ABBIAMO RACCONTATO QUI).

Quello che colpisce, in questa brutta pagina della vita parlamentare dell’Ars, non è soltanto l’irregolarità della seconda votazione (un disegno di legge non può essere votato due volte nella stessa sessione legislativa!), ma il silenzio dei parlamentari.

Il primo dato politico che si desume già dalla prima votazione è l’assenza delle opposizioni. Alla prima votazione – parla il VIDEO CHE POTETE SEGUIRE QUI – la maggioranza richiesta era di 25 deputati, ma i voti in favore del disegno di legge sono stati 23.

Già questo ci dice una cosa che proveremo a dimostrare la prossima settimana in modo più dettagliato: che i 31 deputati dell’opposizione (e 20 deputati del Movimento 5 Stelle e gli 11 deputati del PD) non hanno voluto ‘bocciare’ il disegno di legge sulle variazioni di Bilancio presentato dal Governo di Nello Musumeci.

In Aula, al momento della prima votazione, erano presenti 59 deputati. Non sappiamo se, alla prima votazione, in Aula erano presenti tutt’e 31 i deputati dell’opposizione. Partendo da 59 deputati presenti in Aula e dai 31 deputati dell’opposizione, il disegno di legge partiva già spacciato, perché le variazioni di Bilancio avrebbero dovuto essere ‘bocciate’ con 31 voti contrari e 28 favorevoli.

Ma alla prima votazione i voti favorevoli al disegno di legge sulle variazioni di Bilancio sono stati addirittura 23, ovvero 5 voti in meno, partendo dal presupposto (che ancora dobbiamo verificare) che i 31 deputati dell’opposizione fossero tutti presenti in Aula.

(Inciso; il vice presidente dell’Ars, Roberto Di Mauro, alla prima votazione, ha letto il numero dei voti favorevoli al disegno di legge, ma non ha reso noto il numero dei voti contrari: è questa è una palese scorrettezza).

Poi, con una seconda votazione – assolutamente irregolare e scorretta: cosa che la Segreteria generale dell’Assemblea regionale siciliana avrebbe dovuto fare notare – il disegno di legge è stato approvato.

A parte l’irregolarità – lo ribadiamo – della seconda votazione, non possiamo non notare non la brutta, ma la pessima pagina scritta dalle opposizioni. Che non solo non hanno contestato il ricorso irregolare a una seconda votazione, ma hanno contribuito all’approvazione della legge.

Avrebbero potuto lasciare l’Aula: e non l’hanno fatto. Alla seconda, irregolare votazione il disegno di legge è stato approvato. In Aula erano presenti sempre 59 deputati e i voti favorevoli sono stati 31.

Da qui un dato politico: al di là – lo ribadiamo ancora una volta – dell’irregolarità della seconda votazione, va sottolineato che se i 31 parlamentari dell’opposizione fossero stati presenti in Aula il disegno di legge sulle variazioni di Bilancio sarebbe stato ‘bocciato’.

La domanda è: perché le opposizioni hanno fatto questo? La prima risposta è: perché la legge di variazioni di Bilancio è fatta, soprattutto, di stipendi per dipendenti e precari.

Questa risposta è vera solo in parte. Perché questo disegno di legge, che a nostro avviso – anche in questo caso lo ribadiamo – non è legge, perché approvato in modo irregolare dall’Aula, contiene anche un articolo incostituzionale, perché consente l’indebitamento dei Comuni per spese correnti: e questo non si può fare, come ha ribadito la Corte Costituzionale.

Detto questo, ci chiediamo e chiediamo: il fatto che grazie a una legge prevede fondi per il pagamento di stipendi a Natale giustifica il ricorso a una votazione irregolare?

Ma c’è anche una seconda risposta che spiega il perché le opposizioni – Movimento 5 Stelle e PD – hanno avallato una seconda ‘maramalda’ votazione. La seconda risposta è la seguente: il blocco della legge sulle variazioni di Bilancio avrebbe inceppato la vita della Regione e lo stesso Parlamento siciliano creando le condizioni per la fine anticipata della legislatura.

Di fatto – e questo è un altro dato politico in ‘bilico’ tra la miseria della politica e la politica della miseria – con una seconda, irregolare votazione, i parlamentari dell’Ars, alla faccia del regolamento d’Aula e della citata all’inizio dignità parlamentare che vale fino a un certo punto, hanno salvato se stessi e i propri lauti stipendi sino alla fine di questa pessima legislatura. Complimenti vivissimi a tutti, alla maggioranza (che non c’è) e all’opposizione (che, come la maggioranza, non c’è…).

P.s.      

Non possiamo, in aggiunta, non notare una scorretta mancanza di trasparenza: se la seduta dell’Ars viene ripresa dalle telecamere – e noi siamo favorevoli a rendere visibili ai cittadini sia le sedute parlamentari, sia le sedute delle commissioni legislative, checché ne dica il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, che di democratico, forse, ha solo il finto Partito Democratico renziano con il quale ‘tresca’ – le riprese debbono essere fatte bene.  

Se si opta per le dirette, ebbene, ci sembra corretto inquadrare anche il risultato delle votazioni: cosa che, in quest’occasione, non è stata fatta sia nel caso della prima votazione, sia nel caso della seconda votazione.  

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