Alienazione culturale del Sud atto II/ Oggi più che mai il Mezzogiorno è la colonia d’Italia/Mattinale 130

13 settembre 2018

Anche se sono passati oltre 150 anni, l’Italia continua a considerare il Sud e la Sicilia colonie da sfruttare. Un po’ come avviene ancora oggi nel rapporto che lega Inghilterra e Francia con le loro ex colonie, che continuano ad essere sfruttate fino allo sfinimento e che, di fatto, continuano ad essere nelle stesse condizioni di pre-indipendenza

Riprendiamo la nostra riflessione sull’alienazione culturale dei meridionali.
Normalmente, l’invasione di uno Stato nemico e la sua conquista militare ne comporta l’occupazione. Si instaura nell’immediato un comando militare, arbitro assoluto della vita e della morte degli abitanti dello stesso, e poi, a seconda delle condizioni di assoggettabilità delle popolazioni, si passa ad una amministrazione civile, dipendente in una forma più meno esplicita dal comando militare.

La conquista del Sud e della Sicilia fu da un lato agevolata e, dall’altro, imbastardita da un mix che risulterà fatale tra una minoritaria volontà “popolare” che lottava per l’Unità d’Italia e la mistificazione chiamata campagna di liberazione dei popoli soggetti a governi criminali, e poi più compiutamente e pomposamente Risorgimento.

I Savoia si guardarono bene sempre ed in ogni caso dall’avallare o incoraggiare azioni popolari a supporto delle campagne militari di conquiste territoriali e di ampliamento dei propri confini, anzi, in quelle rare volte che si paventava un tale tipo si azione, i Savoia preferirono la sconfitta (come a Novara nella prima guerra di “indipendenza”), piuttosto che consentire a che al loro esercito di invasori si unissero forze autentiche di liberazione popolare.

Machiavelli ci insegna come va mantenuto il potere in un Paese conquistato militarmente e, tra questi modi, trova assai conveniente quello civile, messo in mano a collaborazionisti, appartenenti alla stessa popolazione assoggettata, soggetti senza onore e senza dignità che, a caccia di quelli che Franz Fanon chiama i “benefici dell’imperialismo”, si prostituiscono all’occupante.

La condizione coloniale e le relative conseguenze sono uguali in tutte le epoche e in ogni parte del pianeta. Mutano le condizioni di asservimento e il tipo di oppressione e di sfruttamento a seconda della capacità di sopportazione delle popolazioni asservite. Oltre ai collaborazionisti, ai controlli militari e di sicurezza, il Paese occupante, allentata ma mai dismessa la fase in armi, avvia una vera propria campagna di alienazione culturale del popolo asservito, una campagna incruenta, subdola, implacabile, ma in fin dei la più sicura e fonte dei migliori risultati.

Cuore della campagna sono la mistificazione dell’invasione, gabellate in tutti gli strumenti di trasmissione del sapere, della comunicazione e della conoscenza come liberazione. Liberazione chiesta e ottenuta a furor di popolo. Curiosamente quello stesso popolo che ha chiesto di essere liberato, si rivela indegno di tale dono e incapace di coglierne tutti gli innegabili vantaggi.

Quindi quello stesso acclamante si rivela rozzo, incolto, indocile, e pertanto va educato, con tutti i mezzi, dallo scappellotto a scuola, alla fucilazione alla schiena in piazza.

Intanto, come ogni colonia, lo Stato conquistato e inglobato all’interni dei suoi confini viene saccheggiato, spogliato e impoverito in modo scientifico.

Da questo punto di vista l’azione piemontese e post piemontese nel Mezzogiorno e in Sicilia non è in niente diversa da quella esercitata dai Francesi, ad esempio, in Senegal o ad Haiti, o dagli Inglesi in Uganda nello stesso periodo storico. Così come ai giorni nostri è mutato formalmente, ma non nella sostanza, il rapporto di Inghilterra e Francia con le loro ex colonie, che continuano ad essere sfruttate fino allo sfinimento e che, di fatto, continuano ad essere nelle stesse condizioni di pre-indipendenza.

Così, mutatis mutandis, continua in Italia il rapporto di sfruttamento da parte dell’ex conquistatore, oggi assestatosi in una struttura di poteri forti, nei confronti dei territori conquistati.

Fine seconda puntata (continua)

Qui di seguito la prima puntata:

 

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