Arrestato Giuseppe Caronia, il suo nome anche nell’inchiesta Morace (e padre della deputata Marianna)

19 luglio 2018

Ex segretario nazionale della Uil trasporti, Giuseppe Caronia è ai domiciliari per le vicende legate alla bancarotta del Bar Alba di Palermo. Ma il suo nome è legato soprattutto al mondo dei trasporti marittimi

Da stamattina è agli arresti domiciliari. Lo accusano di bancarotta fraudolenta. Lui, insieme con altri soci, avrebbe pilotato i fallimenti di alcune società che hanno gestito i bar pasticceria Alba di Palermo per evadere il Fisco. Due punti vendita, piazza Don Bosco e Mondello, sono finiti sotto sequestro.

Parliamo di Giuseppe Caronia che, in Sicilia,  è un nome che conta e di certo non per il bar Alba. E’ stato segretario generale della Uil trasporti. Ha attirato i riflettori della stampa nazionale quando, nel 2008, abbandonò il tavolo della trattativa Alitalia con i francesi. Ma la sua ‘gloria’ si deve, soprattutto, al settore dei trasporti marittimi, dove è considerato un potente.

Il suo nome compare anche nell’inchiesta Mare Mostrum, la tangentopoli del mare. E’ lui, secondo la Procura della Repubblica di Palermo, ad avere contattato l’armatore, Ettore Morace, per risolvere il ‘problema’ della figlia, Marianna, oggi deputato all’Ars.

La vicenda è quella della liquidazione per fine lavoro alla Siremar, compagnia di navigazione ex Tirrenia, che, come sappiamo, è stata acquistata dalle famiglie di armatori Morace e Franza. Operazione controversa sulla quale starebbe cercando di fare luce anche l’ANAC, l’Autorità anticorruzione.

Operazione che, secondo rumors, sarebbe stata appoggiata proprio da Caronia (voci da lui smentite con una nota inviata a Repubblica). Rumors alimentati dalle prese di posizione sia del sindacalista che della figlia che con comunicati e interrogazioni si scagliavano contro il progetto del governo di Raffaele Lombardo di acquistare la Siremar attraverso la Mediterranea Holding, una società partecipata anche dalla Regione.

Tornando a Mare Mostrum,  tra gli indagati, c’è anche lei, Marianna Caronia, e proprio per la vicenda della liquidazione. Inchiesta che, come sappiamo, ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace,  dell’ex deputato, Girolamo Fazio, il capo della segreteria dell’assessore regionale ai Trasporti, Giuseppe Montalto.  Nel mirino molti altri: da Simona Vicari a Rosario Crocetta. I politici toccati da questa vicenda, anche se non direttamente dall’inchiesta, sono davvero tanti.

Al di là degli esiti finali per cui sarà necessario aspettare un bel po’, le indagini hanno avuto il merito di scoperchiare il vaso di Pandora del sistema politico-affaristico che regna sovrano nel mondo dei trasporti marittimi tra la Sicilia e i suoi arcipelaghi. Lobby ben consolidate con referenti politici certi e soldi, tanti soldi (altro che Rolex- come quello regalato a Simona Vicari, ex sottosegretario ai Trasporti- che in questi ambienti possono essere considerati davvero un semplice cadeaux).

Cosa dicono, dunque, le carte della Procura su Giuseppe Caronia?  Sarebbe stata la sua intercessione  ad assicurare alla figlia una generosa buonuscita. Morace gli avrebbe garantito che si sarebbe occupato del caso:

“Ha detto a mio padre che lo farà”, dice Marianna Caronia al dirigente Montalto, così come si sente in alcune intercettazioni.

E, pare, lo abbia fatto: centomila euro,  50mila dalla società e altrettanti dall’armatore, dopo la presentazione, secondo l’accusa, di una falsa fattura per prestazioni inesistenti.

E quella liquidazione altro non sarebbe, sempre secondo l’accusa, che la ricompensa per avere ostacolato la nomina – sgradita a Morace – di Giuseppe Prestigiacomo a consulente della commissione Trasporti dell’Ars.

Insomma, tra i Caronia e i Morace sembra correre buon sangue.

Non è la prima volta che Giuseppe Caronia finisce nel mirino dei magistrati. Una prima volta per appropriazione indebita ed evasione fiscale per 600mila euro. Ha dovuto risarcire l’Erario. E poi per la vicenda dei fondi del sindacato usati per allegre crociere.

Nell’inchiesta Mare Mostrum, per quello che sappiamo, non è direttamente indagato. Lo è la figlia. Per suo tramite.

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