Anche l’Italicum è incostituzionale: la Consulta boccia il ballottaggio e i capilista bloccati

25 gennaio 2017

La Corte Costituzionale ha fatto sapere che “all’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione”. Ma molto difficilmente si andrà a votare con la legge elettorale Italicum ‘massacrata’ dai giudici costituzionali. Non a caso si parla del ritorno al Mattarellum con il raddoppio, alla Camera, degli eletti nella quota proporzionale…

Anche l’Italicum, come il Porcellum, è incostituzionale. Il tanto atteso verdetto della Corte Costituzionale sulla legge elettorale voluta dal passato Governo di Matteo Renzi e approvata dal Parlamento nazionale di ‘nominati’ boccia due capisaldi di un provvedimento non a caso contestatissimo: il ballottaggio e i capilista bloccati.

Non solo. La Consulta ha dichiarato illegittima anche quella parte della legge elettorale che avrebbe consentito al capolista eletto in più collegi di scegliere a propria discrezione dove risultare eletto. Sarà il sorteggio a stabilire quale collegio sancirà la sua elezione.

“All’esito della sentenza, la legge elettorale è suscettibile di immediata applicazione“, hanno fatto sapere i giudici della Consulta. Ma molto difficilmente la vecchia politica che oggi governa l’Italia andrà al voto con il Porcellum modificato. Per un motivo semplice: perché tanti parlamentari uscenti sono diventati tali grazie alle liste bloccate. Gente senza consenso popolare che calca da anni le scene di Montecitorio e Palazzo Madama grazie alle imposizioni dei ‘capi’.

In Sicilia, ad esempio, nel PD, vengono candidati ed eletti soggetti che nulla hanno a che vedere con il territorio, ma che vengono imposti da Roma.

Fine degli eletti senza voti? Non esattamente. perché già si parla già di ritorno al Mattarellum con un raddoppio della quota proporzionale: i parlamentari della Camera che verrebbero eletti nella quota proporzionale – che nel Mattarellum sono il 25% – passerebbero addirittura al 50%!

Insomma, le liste bloccate messe fuori dalla porta potrebbero rientrate dalla finestra del Mattarellum rivisitato per consentire a personaggi senza voti, ma fedeli ai ‘capi’, di entrare o di ritornare in Parlamento.

Per la cronaca, la Corte Costituzionale è stata chiamata in causa dai Tribunali di Messina, Trieste, Torino, Genova e Perugia. Come già sottolineato, i giudici si sono dovuti pronunciare sul ballottaggio, sui capilista bloccati e sulle multicandidature.

A proposito del ballottaggio, va ricordato che nell’elezione dei sindaci viene utilizzato. Ma i sindaci vengono eletti direttamente dal popolo. Il ballottaggio andrebbe bene nei sistemi presidenziali e semi-presidenziali dove gli elettori scelgono il capo del Governo. Là dove – come in Italia – il capo dell’esecutivo è espressione del Parlamento, il ballottaggio non si giustifica ed è disallineato.

E il premio di maggioranza? Si salva. E il motivo c’è. La sentenza con la quale la Consulta ha bocciato il Porcellum ha eliminato il premio di maggioranza perché non era agganciato a una soglia minima di voti. Nell’Italicum la soglia minima per accedere al premio di maggioranza c’è: ed è del 40%.

 

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