“Il Tram di Palermo? Serve solo alla città-bene, ignora le periferie e distrugge la città”

6 aprile 2019

A dirlo è Carmelo Sardegna, coordinatore dei Verdi siciliani. La cementificazione di via Libertà. Il taglio degli alberi di Piazza Don Bosco per fare posto a un parcheggio. L’addio alla passeggiata a Mondello. Lo strano ‘caso’ della Bombardier che… Il grande ‘boccone’ dei parcheggi multipiani che verrebbero pagati dagli ignari cittadini palermitani con un aumento di tasse e imposte comunali

Stranezze di Palermo. Si potrebbero acquistare – subito! – i bus elettrici che non inquinano, assicurando il servizio di trasporto pubblico delle persone in tutta la città, comprese le periferie, oggi quasi del tutto abbandonate dall’AMAT, l’Azienda di trasporti finanziata dal Comune. Tutto, ribadiamo, potenziando il servizio senza inquinare. Invece si sta puntando sul Tram e, in generale, sugli appalti ferroviari che costano una barca di soldi (oltre un miliardo e 200 milioni di euro per il Passante ferroviario ancora incompleto, oltre 100 milioni di euro per l’Anello ferroviario, appena il 20% circa di lavori realizzati) e rendono ogni giorno meno vivibile la città tra strade bloccate o dissestate, intoppi, allagamenti, chiusura di attività commerciali e via continuando.

Eh sì, gli appalti ferroviari, a Palermo, non possono essere messi in discussione. Ma sulle nuove sette tratte del Tram c’è un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) della Sicilia che qualche disinformato pensava fosse stato già respinto (invece il TAR ha respinto solo la richiesta di sospensiva, COME POTETE LEGGERE QUI).

Nel ricorso, tra le altre cose, si segnalano due anomalie che definire incredibili è poco: la violazione della Convenzione di Aarhus (che garantisce ai cittadini il diritto di accedere alle informazioni e di partecipare alle decisioni in materia ambientale, il diritto alla trasparenza, alla partecipazione e all’accesso ai processi decisionali) e l’assenza di controlli ambientali (QUI UN NOSTRO ARTICOLO SUL RICORSO CONTRO IL TRAM DI PALERMO).

Queste due anomalie la dicono lunga non tanto sull’operato del sindaco della città, Leoluca Orlando, che alla fine è un ex democristiano passato nel PD di Renzi, quanto sui ‘compagni’ di Sinistra Comune (una sorta di ‘macedonia di presunta sinistra’ che vede insieme Rifondazione comunista di Palermo e quello che resta – poco, per fortuna – di SEL) che si auto-dipingono come “democratici” e rispettosi dell’ambiente e bla bla bla.

Detto questo, noi siamo andati a intervistare uno dei protagonisti del ricorso al TAR che non riguarda solo le sette tratte di Tram, ma anche i parcheggi. operazione, quest’ultima, piuttosto temeraria sia sotto il profilo ingegneristico, sia sotto il profilo ambientale e, soprattutto, sotto il profilo economico, visto che tali parcheggi potrebbero rivelarsi un grande affare per i privati che li realizzeranno e un cattivissimo affare per gli ignari cittadini palermitani che potrebbero essere chiamati a sborsare una barca di soldi.

Il personaggio che oggi intervistiamo è Carmelo Sardegna, coordinatore dei Verdi siciliani.

Allora, Sardegna, lei è sempre stato un uomo di sinistra. Come mai ha firmato un ricorso contro un’amministrazione comunale che si definisce di sinistra?

“Ho firmato il ricorso proprio perché, da sempre, sono un uomo di sinistra. L’operazione Tram, a Palermo, presenta grandi questioni e la prima è, per l’appunto, una questione di giustizia sociale che un uomo di sinistra come me non può certo ignorare”.

Ovvero?

“Queste sette nuove tratte del Tram di Palermo interessano solo la cosiddetta ‘città-bene’. Le periferie della città sono quasi del tutto abbandonate, ci sono zone della città nelle quali i bus dell’AMAT passano quando capita, tra la disperazione di tanti cittadini; ci sono altre zone della città dove il servizio dell’AMAT è stato tolto. E cosa fa il Comune? Investe 450 milioni di euro nella ‘città-bene’, peraltro con un progetto devastante, che punta a distruggere via Libertà che, in parte – e questo è veramente assurdo! – verrebbe pure cementificata! Questi soldi potrebbero essere utilizzati in modo diverso, nell’interesse delle fasce deboli della città e a tutela degli equilibri ecologici di Palermo”.

I Verdi siciliani che ‘ricetta’ propongono?

“La nostra ricetta è semplicissima. Con i due terzi dell’importo che l’attuale amministrazione comunale vorrebbe utilizzare per il Tram si potrebbero acquistare, subito, cinquecento bus elettrici. Con cinquecento bus elettrici tutta la città di Palermo – comprese le periferie – avrebbe a disposizione un servizio di trasporto pubblico ecologico, mettendo al riparo i cittadini dalle sanzioni europee e migliorando immediatamente la qualità della vita con l’eliminazione degli ossidi di azoto e delle sostanze cancerogene oggi emesse dai bus che utilizzano combustibili fossili”.

Scusi, che è ‘sta storia delle sanzioni europee?

“E’ una brutta storia della quale a Palermo non si parla”.

Parliamone.

“Palermo è una città inquinata dove si continua ad inquinare in barba a direttive e regolamenti dell’Unione Europea. Su questo fronte, proprio sulle fonti di inquinamento presenti a Palermo, presso la Corte di Giustizia europea c’è una procedura in corso”.

E come si concluderà?

“Se le cose non cambieranno si concluderà molto male”.

Che significa molto male?

“Significa che l’Italia, con molta probabilità, verrà multata. E le multe sono molto ‘salate’: possono arrivare a circa 250 mila euro al giorno”.

Chi paga?

“Le multe vengono notificate al Governo italiano. Che, ovviamente, le ‘gira’ a chi ha commesso il papocchio. In questo caso toccherebbe al Comune di Palermo. In pratica, pagherebbero gli ignari cittadini palermitani con un aumento di tasse e imposte comunali”.

E’ vero che, oltre a stravolgere via Libertà, il Tram prevede il taglio degli alberi di Piazza Don Bosco?

“Purtroppo sì: gli alberi di Piazza Don Bosco, se non si fermerà questo scempio, verranno abbattuti e la stessa Piazza verrà distrutta. Ma anche Piazza Giulio Cesare sarebbe pesantemente interessata da una nuova costruzione multipiano”.

E’ vero che, in Piazza Don Bosco, oltre al Tram dovrebbe essere realizzato un parcheggio sotterraneo?

“E’ tutto vero. Con il Tram si sta osando là dove nemmeno Vito Ciancimino ha osato”.

Possiamo illustrare ai nostri lettori cosa hanno in testa di fare del tratto di via Libertà che va da Piazza Crispi (che i palermitani chiamano Piazza Croci) e Piazza Castelnuovo (Piazza Politeama)?

“Se passerà lo sventramento di via Libertà, ebbene, i palermitani potranno dire addio a via Libertà e, in particolare, al tratto di via Libertà che va da Piazza Croci a Piazza Politeama. Del resto, se non mi credete, potete vedere il video diffuso da Mobilita Palermo dove ci sono le immagini di quello che diventerà questo tratto di via Libertà dopo la ‘rigenerazione urbana’: dove oggi c’è la strada si vedono edifici, bar, parcheggi, torrette di uscita: questa colata di cemento andrebbe a rompere l’unicità di visione di via Libertà, dalla Statua della Libertà fino al Politeama. Ma anche in nia Roma non va meglio: l’attuale sede stradale verrebbe occupata dalle linee di Tram e non si comprende come e dove si dovrebbero muovere i cittadini . E’ chiaro che noi Verdi siamo per restituire ad una migliore vivibilità la città, ma non si utilizzi l’ambiente per fare scelte di dubbia utilità”.

Della Bombardier – il gruppo che vende le carrozze ferroviarie – che ci dice?

“La Bombardier parla apertamente come possibile fornitore di una gara che a Palermo deve ancora essere celebrata (COME POTETE LEGGERE QUI). Detto questo, è una società che ha sviluppato anche il sistema per cui la stessa vettura può andare su rotaie di treno normale e poi continuare in città favorendo lo spostamento metropolitano su linee già realizzate. Ebbene, non si capisce perché a Palermo non sia stata presa in considerazione questa soluzione”.

Ma questo progetto Tram cos’è un Piano regolatore generale?

“In realtà, è molto di più di un nuovo Piano regolatore generale. Siamo davanti al maldestro tentativo di ridisegnare una parte importante della città di Palermo. Verrebbe cambiato, per esempio, il volto di Mondello, precludendo che la strada che corre lungo la spiaggia possa essere dedicata esclusivamente alle passeggiate, con problemi di accesso anche a piedi agli abitanti delle case che si trovano in quella via. Problemi si avrebbero anche al Foro Italico”.

Ma chi è il grande urbanista che ha progettato una cosa simile?

“Di questo parleremo in una seconda intervista, quando affronteremo il tema del cosiddetto concorso di idee. Un’altra bella storia. Per ora ci preme far sapere ai cittadini non solo di Palermo, ma di tutta la Sicilia, che lo stravolgimento di via Libertà, di via Roma, di via Marchese di Roccaforte, di Piazza De Gasperi e via continuando lo vorrebbero fare passare per una cosa da niente: una cosa dove i cittadini non devono mettere il naso, ma debbono solo subire; e tutto dovrebbe essere fatto senza i controlli ambientali, con riferimento alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Anche se, su questo punto, gli uffici dell’assessorato regionale al Territorio e Ambiente hanno messo qualche paletto”.

Ovvero?

“L’ingegnere Mario Parlavecchio, dirigente dell’assessorato al Territorio e Ambiente, nell’audizione di qualche giorno fa presso la commissione Ambiente dell’Assemblea regionale siciliana, ha detto che quello che vogliono fare a Palermo è un Piano che cambierebbe il volto della città e, in quanto tale, è sottoposto a VAS e VIA”.

Sa, la ZTL di Palermo è stata istituita ignorando una legge regionale. Il sindaco Orlando e l’assessore comunale Giusto Catania sostenevano che il Parlamento siciliano non aveva titolo a legiferare su tale argomento. La Corte Costituzionale ha dato torto a Orlando e a Catania, ma la ZTL è ancora lì. Insomma a Palermo, quando c’è di mezzo una certa ‘sinistra’ anche l’impossibile diventa possibile…

“Non credo che questa volta ci riusciranno. Sarebbe veramente incredibile se un progetto di cementificazione della città dovesse essere realizzato senza le valutazioni di impatto ambientale”.

Passiamo ai parcheggi. Tram ovunque per togliere le automobili e si progetta una caterva di parcheggi che costeranno una barca di soldi?

“I parcheggi c’entrano perché, sottraendo spazi alla città, bisogna comunque garantire ai cittadini dove mettere le auto: cosa che scopriranno, ad esempio, anche i residenti di viale Strasburgo che non potranno più parcheggiare, ma dovranno usufruire di un parcheggio pubblico – ma di fatto privato – e quindi a pagamento”.

Quattordici parcheggi non sono tanti? Voi Verdi che ne pensate?

“Per noi, come per il Tram che lascia fuori le periferie, anche nel caso dei parcheggi c’è una questione di giustizia sociale. Esaminiamo la questione. C’è il Consiglio comunale di Palermo che, da un lato, dichiara che si tratterà di parcheggi pubblici e, dall’altro lato, approva che vengano realizzati con capitale privato”.

In project financing.

“Per l’appunto. Gli scenari, a questo punto, sono due. Primo scenario: il sistema Tram funziona bene e, quindi, i parcheggi non dovrebbero servire: ma in questo caso i cittadini palermitani dovrebbero pagare lo stesso, perché va garantita la remuneratività dei privati che hanno investito”.

Vediamo il secondo scenario: i parcheggi servono comunque. Che succede?

“In questo secondo caso, per garantire il ritorno dell’investimento, il costo del parcheggio verrebbe determinato dal privato e i cittadini sarebbero chiamati a pagare cifre anche rilevanti, come avviene in tante città europee”.

A proposito di parcheggi: come mai si parla poco o pochissimo delle strisce blu?

“Noi Verdi, in verità, abbiamo posto più volte tale questione. Sappiamo che c’è l’obbligo di destinare i proventi dei parcheggi a strisce blu a parcheggi come prima opzione e poi ad altri miglioramenti relativi alla viabilità. Ciò posto, abbiamo più volte chiesto come vengono utilizzati questi proventi. Su questo punto ci aspettiamo delucidazioni da parte dell’amministrazione comunale di Palermo”.

Anche perché le strade città sono quasi tutte pieve di buche.

“Infatti”.

Cosa diciamo in conclusione?

“In conclusione diciamo che questo progetto del Tram non ci convince proprio. Sicuramente è ‘convincente’ per i progettisti e per chi lo deve realizzare. Ma per la città sarebbe un disastro. Un ulteriore disastro, visto che aggiungerebbe disagi ai problemi creati dai lavori del Passante ferroviario e dell’Anello ferroviario. E sconvolgerebbe i delicati equilibri della città. La nostra proposta alternativa l’abbiamo già formulata e la ribadiamo: si acquistino subito cinquecento bus elettrici che libererebbero la città da tanto inquinamento e creerebbero un efficiente servizio di trasporto alle periferie che un’amministrazione comunale non può abbandonare. Si faccia un efficiente rete di ricarica di auto elettriche per permettere una mobilità ambientalmente ed economicamente sostenibile per gli spostamenti in area metropolitana. Con i soldi che rimarrebbero si programmino interventi in città, sempre a partire dalle periferie. Dopo di che si mettano in sicurezza le scuole che oggi, spesso, sono prive di manutenzione. Il Comune si deve occupare dei cittadini, non degli appalti ferroviari”.

In che senso il Comune deve occuparsi dei cittadini?

“Gli amministratori comunali di Palermo la devono smettere di pensare che i cittadini siano sudditi stupidi non degni di decidere come si fa nel resto d’Europa. Il sindaco Orlando, il PD, Sinistra Comune e via continuando non si possono mettere sotto i piedi la Convenzione di Aarhus perché a loro, in questo momento, conviene così. Così perdono credibilità e fanno perdere credibilità a tutta la sinistra siciliana. Come avviene nel resto d’Europa, anche a Palermo debbono essere i cittadini a decidere come deve essere una città, se un’opera di grande impatto debba essere realizzata o no. Orlando non può sostituirsi a un’intera città, senza ascoltarla senza confrontarsi, senza far conoscere ai cittadini scelte che influenzeranno le loro vite per i prossimi 50 anni. Dovrebbe avere più rispetto per la democrazia come avviene in moltissime città italiane, da Milano a Cagliari passando da Genova e Bologna”.

Foto tratta da mobmagazine.it

P.s.

I ‘compagni’ di Sinistra Comune sono molto ‘attenti’: ecco il titolo del comunicato che hanno diramato lo scorso 27 marzo:

“ll Tar respinge il ricorso contro nuove linee tram” – Dichiarazione dei consiglieri comunali di Sinistra Comune: Barbara Evola, Katia Orlando, Marcello Susinno e Fausto Melluso”.

Il TAR Sicilia, come già accennato, non ha respinto alcun ricorso contro le nuove tratte di Tram: ha detto no alla richiesta di sospensiva. La mal riposta ‘soddisfazione’ dei ‘compagni’ di Sinistra Comune significa che loro sono d’accordo sul fatto che, a Palermo, la Convenzione di Aarhus può andarsi a fare benedire e che le sette tratte di Tram si possono realizzare senza VIA e VAS?

QUI L’ARTICOLO SULLA BOMBARDIER

 

 

 

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