Quanta informazione di parte sui risultati delle elezioni in Basilicata!

25 marzo 2019

Troppe ‘analisi’ di parte sui risultati delle elezioni in Basilicata. Non è vero che il Movimento 5 Stelle ha subito una “pesante sconfitta”. Il presidente della Regione eletto, è vero, è di centrodestra: ma le liste dei grillini sono al 20%, 11 punti percentuali in più rispetto alle elezioni regionali del 2013. Non è vero, poi, che il PD è “precipitato” all’8%: il PD è al 17-18%. Gli effetti sulle elezioni europee del prossimo mese di maggio 

Perché tanta informazione di parte sui risultati elettorali della Basilicata? Perché bisogna assolutamente dire che il Movimento 5 Stelle ha perso!| La realtà è diversa e andrebbe ‘letta’ tenendo conto che in questa Regione vivono poco più di 570 mila abitanti. Visto che siamo in Sicilia, giusto per fare un esempio, possiamo dire che in Basilicata ci sono meno abitanti e meno elettori di Palermo, che di abitanti ne fa poco più di 700 mila.

Cosa vogliamo dire? Che, in primo luogo, non è un gran numero di elettori; e che di questi si è recato alle urne poco più del 50% degli elettori aventi diritto al voto.

Insomma, è un test meno significativo di quello delle elezioni regionali in Sardegna, che annovera oltre un milione e 600 mila abitanti; e meno significativo delle elezioni regionali in Abruzzo, dove gli abitanti sono poco più di un milione e 300 mila.

Quanto ai risultati – a giudicare da quello che leggiamo nella maggior parte dei commenti – ci sono almeno due errori.

Primo errore. Chi dice e scrive che il Movimento 5 Stelle ha perso sbaglia: i grillini non hanno conquistato la presidenza della Regione Basilicata, ma il loro risultato è di tutto rispetto: nel 2013, infatti, le liste dei grillini non andarono oltre il 9%; oggi le liste del Movimento 5 Stelle sono passate al 20% circa, con un 11% in più.

Secondo errore: chi dice e scrive che le liste del PD sono passate dal 24,8% a quasi il 9% di oggi sbaglia. Il PD, alle elezioni regionali della Basilicata, ha presentato due liste, più altre liste riconducibili al centrosinistra.

Già sommando le due liste riconducibili al PD questo partito si attesta al 17% circa: che è cosa ben diversa dal dire che è precipitato all’8%!

Poi ci sono le altre due liste che, però, più che riconducibili al PD, sono riconducibili a fatti locali. Questo è un elemento importante. In una Regione piccola come la Basilicata, con un numero tutto sommato esiguo di abitanti, con un 48% circa di elettori aventi diritto – cosa ormai ‘normale’ – che non va a votare, i fatti locali giocano un ruolo quasi centrale.

Considerando le due liste del PD e le spinte locali, non esageriamo se diciamo che il Partito Democratico, in Basilicata, ha pressappoco gli stessi voti del Movimento 5 Stelle.

Questi ultimi – i grillini – nelle competizioni dove prevalgono i fatti locali partono sempre svantaggiati, perché vanno sempre da soli. A differenza di centrodestra e centrosinistra che hanno presentato più liste.

E il centrodestra? Ha vinto le elezioni. Ma con alcuni ma…

Intanto Berlusconi, dopo due sconfitte consecutive, si è impegnato di più. E per l’ex Cavaliere’impegnarsi’ significa metterci del suo… Ma con tutto il citato ‘impegno’ Forza Italia non è andata oltre il 10% circa.

Certo, il candidato del centrodestra ha vinto con il 42% dei voti. Ma ha vinto la coalizione, con tutto il carico di fatti locali che, anche da questa parte politica, hanno giocato un ruolo preponderante.

Quanto alla Lega di Salvini, beh, il risultato c’è: il 18% in Basilicata è una percentuale buona. Ma i leghisti – anche questo è un fatto – non hanno ‘sfondato’.

Ciò significa che la marcia trionfale di Salvini comincia a manifestare i primi sfilacciamenti.

Che dire di questi risultati elettorali in vista delle elezioni europee del prossimo mese di maggio? Un paio di cose.

La prima cosa è che alle elezioni europee il PD e Forza Italia non potranno più nascondere le proprie debolezze dietro le coalizioni, come hanno fatto alle elezioni regionali in Abruzzo, in Sardegna e in Basilicata.

Il PD dovrà vedersela con Più Europa, formazione politica appoggiata dal finanziere Soros (COME POTETE LEGGERE QUI). A noi Sorso non piace proprio, ma ai ‘capi’ di Più Europa piace: e questi sono quasi tutti voti in uscita dal PD.

Nata come un’alleanza tra radicali e PD, voluta dall’ex segretario dello stesso PD, Matteo Renzi, oggi i rappresentanti di Più Europa vorrebbero sfruttare il nome, visto che si vota per il rinnovo del Parlamento Europeo (non mancano infatti elettori italiani che credono ancora che l’attuale UE sia “l’Europa dei Popoli” e non quella dei massoni, delle banche e della finanza speculativa; non sono tantissimi, ma ci sono).

Non è finita per il PD. Non sappiamo, infatti, cosa succederà a sinistra di questo partito. Se è vero che Liberi e Uguali sembra in fase di smobilitazione, bisognerà capire che cosa faranno gli esponenti di Potere al Popolo e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris. Se si presenteranno alle elezioni saranno altri dolori per il PD.

Non va meglio per Forza Italia. Che ormai è ‘marcata stretta’ da Fratelli d’Italia’ formazione di destra. Il partito di Giorgia Meloni ‘viaggia’ ormai tra il 4-6%. Anche se andare da soli è pur sempre un rischio, è probabile che la strada sia proprio questa: e saranno altri voti in meno per Forza Italia.

La Lega rimane forte nel Centro Nord Italia. Ma la battaglia contro i migranti di Salvini non tira più come fino a qualche mese fa. Se le ONG rimarranno buone e non daranno al ‘capo’ della Lega il destro per le solite polemiche su eventuali sbarchi, il trend crescente della Lega dovrebbe interrompersi.

Poi c’è la variabile Sud. Non è da escludere che gli elettori del Mezzogiorno decidano di ragionare un po’ meglio sulla Lega. Provando a capire che cosa succederebbe con l’Autonomia differenziata, detta ‘secessione dei ricchi’ (NE ABBIAMO PARLATO STAMATTINA QUI). Insomma, c’è sempre la speranza che i ‘salviniani’ del Sud Italia si sveglino…

In tutto questo – il discorso riguarda il Sud e la Sicilia – ci sono due ‘brutte novità’ per gli esponenti della vecchia politica: la magistratura che picchia duro sul voto di scambio e la nuova legge che inasprito le pene per il reato di voto di scambio con la mafia.

Problemi seri per i vecchi politici del Sud Italia e della Sicilia…

Foto tratta da globalist.it    

 

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