Il filo rosso che lega il DC 9 abbattuto nei cieli di Ustica e lo scontro odierno tra Italia e Francia

24 gennaio 2019

Un interessante articolo di ‘Scenari economici’ ricostruisce i rapporti, non sempre semplici, tra Italia e Francia, dalla strage di Ustica fino ai nostri giorni, passando per la guerra alla Libia del 2011 che è costata la vita a Gheddafi. Il ruolo degli inglesi e degli americani

Lo scontro tra l’attuale Governo italiano e il presidente francese Macron ha radici nel lungo ‘duello’ politico ed economico che si è consumato negli anni passati tra il nostro Paese e la Francia all’ombra della Libia di Gheddafi. Un’interessante ricostruzione che lega passato e presente arriva da sito d’informazione Scenari economici.

L’articolo di Scenari economici parte dalla tesi del libro scritto dal giudice Rosario Priore, giudice istruttore all’epoca della cosiddetta Strage di Ustica. Il libro s’intitola: Intrigo Internazionale – Perché la guerra in Italia edito da  Chiarelettere nel 2010.

“Il giudice Priore – si legge su Scenari economici – indica chiaramente che furono i francesi ad abbattere il DC-9 nell’Itavia nelle more di una operazione di guerra internazionale molto simile a quella che portò alla fine di Gheddafi 30 anni dopo. Come disse il capo dei servizi segreti francesi Alexandre de Marenches, pg. 154, ‘il leader libico doveva essere messo nelle condizioni di non nuocere più, e farlo era il dovere di più governi’. Questo perché la politica estera di Gheddafi, certamente troppo filo-Italia (il Rais aveva attinenze materne italiane; ricordiamo tra le altre cose il salvataggio della Fiat alcuni anni prima coi soldi libici) dava molto fastidio a Parigi”.

Secondo la ricostruzione del giudice Priore, leggiamo sempre su Scenari economici, “la marina francese assieme alla propria aviazione, nelle more di una ‘verità indicibile’, avrebbe sferrato l’attacco a Gheddafi mentre il leader libico usava un corridoio aereo riservato ossia non monitorato dai radar – concesso dalla politica estera di Andreotti negli anni precedenti, in cambio di cooperazioni economiche con l’Italia, ndr – per muoversi fuori dai propri confini ossia anche sul nostro Paese. Di norma ciò comportava accodarsi o sovrapporsi a aerei di linea per confondere la traccia radar. Proprio questo accadde durante la battaglia aerea nei cieli italiani del 27 giugno del 1980, quasi precisamente 38 anni fa. E tutto questo sulla scorta di notizie ‘attendibili’ secondo cui l’operazione partì dalla portaerei Clemenceau di stanza nel Tirreno, con il supporto dei caccia partiti dalla base di Solenzara in Corsica”.

Nell’articolo si racconta che il generale dei Carabinieri, Nicolò Bozzo, che si trovava in vacanza in Corsica, notò particolari movimenti aerei. Tutte cose che la Francia ha negato per anni.

Nell’articolo si citano le conclusioni del giudice Priore:

“L’eliminazione del leader libico su Ustica sarebbe stata soltanto la prima fase di un progetto assai più vasto che prevedeva anche interventi via terra sulla Libia. La caduta del regime di Tripoli avrebbe avuto come conseguenza il riordino dell’intero assetto nordafricano e subsahariano e una nuova spartizione dell’influenza in queste aree ricchissime di risorse. A tutto svantaggio della presenza italiana”.

La notte della strage di Ustica Gheddafi riuscì a scampare all’attentato. Ma non si salvò nel 2011, quando una guerra alla Libia voluta soprattutto dai francesi portò all’uccisione dello stesso leader libico.

“Con una preveggenza incredibile – si legge nell’articolo di Scenari economici – il giudice Priore ci ha spiegato nei dettagli il contesto e le ragioni dell’attacco di Ustica: l’abbattimento del DC9 fu solo un errore attuato durante la ‘caccia al jet di Gheddafi’ da parte dei francesi sui cieli italiani, contingenza del tutto simile a quanto accaduto nel 2011. Anche allora gli USA erano chiaramente a conoscenza di tutto, c’era infatti un governo Dem a Washington (come nel 2011 con Obama) e come spesso accade gli USA cedettero alle richieste francesi di indebolire l’Italia senza però sporcarsi le mani, una costante da almeno 50 anni, per motivi storici con profonda radice massonica i Dem USA e quelli del Massachusstes in particolare sono legatissimi a Parigi. (…)”.

Il discorso poi si sposta ad oggi, sulla questione migranti:

“Ossia il flusso incessante di migranti che abbiamo visto negli scorsi anni – si legge sempre nell’articolo – (con riferimento al 2012-2013) dirigersi in Italia, disperati che invece di essere riallocati in Europa come da accordi EU sono stati deliberatamente ed abusivamente tenuti bloccati entro i nostri confini, fa parte di un piano paneuropeo mirato ad indebolire il miglior alleato anglosassone in Europa, l’Italia, guarda caso sede di oltre 110 basi ufficiali USA e del primo deposito fuori dai confini americani di esplosivi convenzionali (Camp Darby) oltre ad ospitare più testate atomiche USA di tutti gli altri paesi EU messi assieme”.

I migranti fatti concentrare in Italia, è la tesi che si legge nell’articolo di Scenari economici, “sarebbero dovuti essere il diluente sociale necessario per indebolire il Paese dall’interno permettendo, da un lato, la sua conquista economica (parallelamente alla cooptazione – solo per non dire corruzione – della classe dirigente di sinistra da parte dei francesi, vedasi quanti soggetti apicali sono legati a filo doppio alla Francia, Bassanini, Prodi, lo stesso D’Alema, per non parlare di Gentiloni ed E. Letta oltre che dello stesso Renzi, che però si è orientato maggiormente verso la sponda Dem atlantica); dall’altro la perpetrazione di interessi politici ed economici privati (accoglienza migranti da parte delle cooperative rosse) finalizzati a mantenere al potere il PD dando il voto ai nuovi elettori immigrati, gente senza cultura facilmente manipolabile a cui si sarebbe reso chiaro l’obbligo morale di dare il voto a chi li aveva fatti arrivare. Parallelamente ci sarebbe stata la progressiva erosione del tessuto economico, sociale e nazionale con l’obiettivo di lungo termine di annientare la creatura anglosassone di stampo ottocentesco nel Mediterraneo, l’Italia”.

E qui i conti tornano, perché che l’Italia nata nel 1860 sia una creatura inglese non ci sono dubbi: i lettori che seguono I Nuovi Vespri lo stanno verificando leggendo il volume di Giuseppe Scianò che stiamo pubblicando a puntate: “… e nel mese di maggio del 1860 la Sicilia diventò colonia (QUI TROVATE LE PRIME SETTE PUNTATA DEL VOLUME DI GIUSEPPE SCIANO’).

Il finale dell’articolo ci riporta ai nostri giorni: allo scontro tra l’attuale Governo italiano e il Governo francese. Ma anche al ruolo degli Stati Uniti:

“Vero che le parole di Macron rivolte a Trump nell’ultimo G7 sono state forti [“… ricordati che non sarai Presidente per sempre….“] – conclude l’articolo di Scenari economici – ma ben più degno di nota è che oggi Parigi ne sta subendo le pesanti conseguenze, fino a mettere in pericolo la sua stessa permanenza in Nordafrica. Ecco il motivo della fronda interna anti-Macron, terrorizzata in forza del supporto militare USA all’Italia tanto possente da poter ribaltare le sorti di uno scontro geopolitico che solo qualche mese fa sembrava vedere la Francia sicura vincente”.

Foto tratta da womenews.net

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI SCENARI ECONOMICI

 

 

 

 

 

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