Gli scippi finanziari di Roma dei tempi di Renzi e Crocetta li pagheranno i siciliani/ MATTINALE 252

15 gennaio 2019

Così hanno deciso gli esponenti siciliani del centrodestra, del centrosinistra e della Lega di Salvini. Sì, avete letto bene, della Lega, che oltre ad aver gettato la maschera appoggiano la TAV al Nord, in queste ore ‘traffica’ con la vecchia politica siciliana per ‘spremere’ i cittadini della nostra Isola. A Catania il sindaco Pogliese e il sottosegretario leghista Candiani… 

I Nuovi Vespri è andato in rete quando la Regione siciliana, già da qualche anno, era governata dal PD, con Rosario Crocetta presidente della Regione. Nel 2015 si era già consumato il primo ‘Patto scellerato’ tra Crocetta e l’allora Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Il primo ‘Patto scellerato’, con il quale la Regione siciliana regalava circa 5 miliardi a Roma si era consumato nel giugno del 2014. Esattamente due anni dopo – nel giugno del 2016 – si consumava il secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta ai danni della Regione e quindi dei cittadini siciliani (QUI TUTTI I PARTICOLARI DEL SECONDO PATTO SCELLERATO).

Ai due ‘Patti scellerati’ si sommano altri scippi operati dal Governo nazionale del PD sulla pelle dei siciliani. Ricordiamoli per grandi linee.

A partire dal 2014, il prelievo forzoso, dalle ‘casse’ della Regione, di un miliardo e 340 milioni di euro all’anno. Questo prelievo forzoso è ancora in vigore. L’attuale Governo nazionale giallo-verde non ha rinunciato a questo scippo a spese dei siciliani.

Un prelievo forzoso di circa 240 milioni di euro all’anno il Governo Renzi l’ha disposto anche a carico delle nove ex Province siciliane, che sono sta private anche della RC auto, che era l’unica entrata diretta, non derivata, delle ex Province dell’Isola.

L’attuale Governo nazionale – questo l’impegno assunto dai parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle eletti in Sicilia – si è impegnato ad eliminare il prelievo forzoso di circa 240 milioni di euro all’anno a carico delle ex Province siciliane.

Il Governo nazionale ha rubato alla Sicilia e, in generale, al Sud una quota consistente dei fondi europei e fondi nazionali non utilizzati al 31 dicembre 2014 riprogrammati dall’ex Ministro Fabrizio Barca (fondi PAC).

Tanti siciliani – e hanno ragione! – lamentano che il sistema autostradale e stradale e le linee ferroviarie della nostra Isola sono deliranti. Ma, soprattutto per le ferrovie, non bisogna dimenticare che l’allora sottosegretario alla Presidenze del Consiglio, Graziano Delrio, ha tagliato un sacco di soldi alle ferrovie del Mezzogiorno dicendo che nel Sud le Ferrovie spa non potevano investire nel Sud perché “c’erano le rocce” (può sembrare incredibile, ma ha detto questo qualche mese prima che avvenisse il terribile incidente ferroviario in Puglia, COME POTETE LEGGERE QUI).

La forza delle vecchia politica sta nell’assenza di memoria: la gente dimentica e gli esponenti della vecchia politica – centrodestra, centrosinistra e Lega – contano proprio su questo: sulla mancanza di memoria.

Direte: che c’entra la Lega di Salvini? C’entra, c’entra eccome! Non soltanto perché Salvini e i suoi sono stati costretta a sputtanarsi schierandosi in favore della TAV, ma anche perché, in queste ore, i sindaci delle due più grandi città siciliane – il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (centrosinistra) e il sindaco di Catania, Salvo Pogliese (centrodestra) – stanno cercando in tutti i modi di penalizzare ulteriormente i cittadini.

Il sindaco di Palermo e tanti altri sindaci siciliani, nel silenzio generale, stanno cercando di ‘spremere’ i proprietari di edifici abusivi (COME VI ABBIAMO RACCONTATO IN QUESTO ARTICOLO), provando ad applicare una legge regionale mai applicata per scipparli una barca di soldi. Può sembrare incredibile, ma né il Governo regionale, né il Governo nazionale sono ancora intervenuti per fare luce su questa storia incredibile!

In queste ore il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, d’accordo con la Lega di Salvini (e, in particolare, con il sottosegretario Stefano Candiani) sta provando a fare inserire la TARI nella bolletta della luce dei catanesi. Se dovesse passare questo principio già sperimentato dal Governo Renzi con il Canone RAI, verrebbe immediatamente esteso a tutta la Sicilia.

Sarebbe interessante chiedere al sindaco Pogliese cosa succederà alle famiglie povere di Catania che non pagheranno né energia elettrica, né TARI: gli staccheranno la fornitura della stessa energia elettrica? Domanda tutt’altro che oziosa, dal momento che l’evasione della TARI, a Catania, è pari a circa il 50%.

Peraltro a Catania e negli altri grandi Comuni dell’Isola la raccolta dei rifiuti è gestita malissimo: e dovrebbero essere i Comuni a restituire ai cittadini una parte della TARI: cosa che ci auguriamo avvenga a Palermo, visto che c’è chi ci sta già lavorando.

Queste esempi sono il segnale politico, preciso, che la vecchia politica – centrodestra, centrosinistra e Lega di Salvini – stanno cercando, in tutti i modi, di fare pagare ai siciliani gli scippi finanziari operati negli anni passati dal Governo Renzi.

Sarà interessante capire cosa faranno i grillini. Già, da parte del Movimento 5 Stelle un primo segnale positivo per le ex Province siciliane è arrivato. Ed è molto positivo che, a Palermo, la consigliera comunale del Movimento 5 Stelle, Concetta Amella, abbia denunciato la “condotta ingannevole” dell’attuale amministrazione comunale nei riguardi di migliaia di lavoratori del Comune:

“L’amministrazione comunale – dice Concetta Amella – continua ad illudere molti lavoratori con pomposi proclami che però si concretizzano miseramente in un nulla di fatto. E’ il caso dei dipendenti della società consortile Reset, ai quali era stato prospettato un accordo che avrebbe dovuto condurre, tra l’altro, anche al full time e all’adeguamento degli stipendi, invece così non è stato, e i lavoratori, dopo aver atteso che a Sala delle Lapidi si votasse il bilancio, hanno deciso di manifestare, domani 15 gennaio (oggi per chi legge ndr), riuniti sotto un’unica sigla sindacale, sollecitando altresì un incontro con il sindaco, per chiedere contestualmente anche il pagamento degli stipendi di dicembre”.

Scopriamo, così, che circa 2 mila dipendenti di una società del Comune di Palermo – con retribuzioni già ridotte all’osso – debbono ancora ricevere gli stipendi di dicembre!

“Nel bilancio – conclude Amella – è stato previsto di proseguire con il part-time, non essendoci i finanziamenti per garantire 32 ore lavorative e neppure gli scatti di anzianità e il trattamento di fine rapporto per gli operai. Il M5S ritiene deprecabile la condotta ingannevole di questa amministrazione che, non solo infonde false speranze ai lavoratori ma, provoca disagi ai cittadini che, in vista di una protesta, subiranno certamente dei disservizi”.

Lo scenario della Sicilia – dalla Regione ai Comuni amministrati da centrodestra e centrosinistra – è il seguente: esponenti di centrodestra, di centrosinistra e della Lega che, insieme, cercano in tutti i modi possibili di scippare soldi dalla tasche dei cittadini siciliani.

I Siciliani cominciano a metterlo al mente e se ne ricordino a maggio, al momento del voto per le elezioni europee.

Foto tratta da blogsicilia

 

 

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