Ma chi comanda oggi in Italia? Dopo ILVA, TAP e trivelle qualche dubbio sorge…/ MATTINALE 247

9 gennaio 2019

E’ vero: su ILVA, TAP e, in parte, sulle trivelle i grillini hanno fatto marcia indietro. Ma la vera protagonista di una politica ferocemente antimeridionale, oggi, è la Lega di Salvini, sempre d’accordo per penalizzare il Mezzogiorno. Di fatto – come ha illustrato l’economista Antonio Piraino – si prospetta un nuovo, grande blocco sociale del Nord del Paese a danno del Sud e dei ceti popolari 

Dice il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, grande persona per bene, che lui non ha autorizzato nuove ricerche petrolifere nei mari italiani. Dice il vero. Però il problema non stava nella concessione di nuove autorizzazioni, ma nel bloccare – subito – le concessioni firmate dal Governo Renzi, cioè dal PD. Ma quelle non si possono bloccare. Perché?

E’ sempre la stessa logica. Che abbiamo conosciuto, grazie alla ‘informazione’ di ‘sinistra’ poche ore dopo il crollo del ponte Morandi di Genova: la concessione a chi gestiva il ponte crollato non si può bloccare, pena il pagamento di penali di qua e penali di là.

Ecco dove il PD – non solo di Renzi: il PD tutto, dalla A alla Z – ha portato l’Italia: a cadere ad ‘altri’, attraverso meccanismi automatici, indiscutibili e non smontabili, la gestione del nostro Paese.

Da quando governano grillini e leghisti assistiamo a fatti strani: impegni assunti con gli elettori – stranamente tutti assunti dal Movimento 5 Stelle – che non vengono rispettati.

Ha aperto i giochi l’acciaieria di Taranto, ex Italsider, poi ILVA: un polo industriale che inquina Taranto dagli anni ’60. In campagna elettorale i grillini avevano promesso la chiusura. Appena arrivato al governo il vice premier, Luigi Di Maio – che oggi è il leader dei grillini – ha cambiato idea e ha sposato la tesi dell’ex Ministro del PD, Carlo Calenda: niente chiusura dell’ILVA e ancora inquinamento e ancora veleni per i cittadini di Taranto presi in giro dai grillini.

Si replica con la TAP. Un gasdotto folle che sventrerà la costa del Salento, sempre in Puglia, come l’ILVA. “La TAP? Se andiamo al governo la fermiamo in pochi giorni”, dicevano i grillini in campagna elettorale. Sono andati al governo, ma la TAP non è stata fermata: al contrario, si farà con il sì dei governanti grillini.

I fondi strutturali europei per le quattro regioni ad Obiettivo Convergenza, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia? Non sappiamo cos’abbiano combinato la Ministra del Mezzogiorno Barbara Lezzi – grillina anche lei – e i suoi collaboratori in Campania, in Puglia e in Calabria: ma in Sicilia, l’abbiamo appurato, hanno fatto una grande ‘frittata’ con la solita certificazione farlocca di opere pubbliche del passato! Una tecnica che farà perdere una parte dei fondi e che trasformerà un’altra parte di tali fondi da spesa per investimento in spesa corrente!

Vogliamo parlare dell’agricoltura del Sud? Al Senato erano stati presentati emendamenti importanti a sostegno degli agricoltori del Mezzogiorno, oggi in grandissimo affanno. Bisognava inserirli nella legge Finanziaria nazionale 2019. Ma sono stati ‘bocciati’. Da chi dagli stessi senatori grillini, alcuni anche meridionali (tutti i senatori grillini siciliani li hanno ‘bocciati, ordini arrivati dall’alto, ci hanno spiegato!).

Parliamo della riforma delle banche di credito cooperativo? Lo scorso novembre, in accordo con gli impegni che erano stati assunti in campagna elettorale, si dava per fatto lo smantellamento della folle riforma voluta dal Governo Renzi (cioè ancora dal PD). Ma di questo smantellamento, oggi, sappiamo poco o nulla. Questa legge verrà smantellata sì o no? non si capisce.

In queste ore si parla delle trivelle. Come già accennato, il Ministro Costa ha detto la verità: non ha autorizzato nuove ricerche di idrocarburi. Ma non ha bloccato quelle autorizzate dal PD.

All’appello – e poi si chiuderà il cerchio – manca solo il sì del Movimento 5 Stelle alla TAV, l’Alta velocità. Arriverà anche anche questo sì? Non è da escluderlo, visto che i cedimenti sono stati tanti.

Perché sta avvenendo tutto questo? Siamo circondati da “offerte che non si possono rifiutare”? O, molto più semplicemente, nell’attuale Governo c’è una forza politica che, nei fatti, si è sostituita al PD nel portare avanti progetti che poco o nulla hanno a che vedere con gli interessi dell’Italia e, in particolare, del Mezzogiorno?

Questa forza politica è la Lega di Salvini. Che, non a caso, si è dichiarata favorevole al proseguimento dell’attività industriale dell’ILVA (sulla pelle dei tarantini), si è dichiarata favorevole alla TAP (sacrificando il Salento), è favorevole alla TAV.

In questo scenario la tesi ipotizzata su I Nuovi Vespri dall’economista Antonio Piraino ci sta tutta: il progetto della Lega di Salvini è quello “di indebolire ideologicamente e politicamente il Movimento 5 Stelle, con il chiaro obiettivo di usarlo fino in fondo prima di gettarlo via. Di fatto, si prospetta un nuovo, grande blocco sociale del Nord del Paese a danno del Sud e dei ceti popolari. Che fare? Chi ha a cuore le sorti democratiche, sociali e ambientali del nostro Paese deve cominciare a lavorare a una visione condivisa e a una inedita alleanza: in una parola, ad un fronte comune” (QUI L’ARTICOLO DI ANTONIO PIRAINO PER ESTESO).

Che significa questo? In primo luogo, che non tutta l’esperienza del Movimento 5 Stelle è negativa. Tra i grillini ci sono cose che stanno funzionando e altre cose che non stanno funzionando.

Non dobbiamo dimenticare i danni prodotti dal PD all’Italia. A ricordarci la necessità di fare sparire questa forza politica sono proprio le parole pronunciate in queste ore dai dirigenti di questo partito che accusano i grillini di aver autorizzato nuove ricerche di idrocarburi in mare: non solo le cose non stanno così, ma questi signori del PD – lo abbiamo ricordato ieri (COME POTETE LEGGERE QUI) sono quelli che, nella primavera del 2016, utilizzando anche i sindaci italiani di centrosinistra, hanno affossato il referendum popolare per bloccare le trivelle.

Questi signori del PD non solo hanno firmato le autorizzazioni per le trivelle nel mari italiani, non solo hanno affossato il referendum per bloccare le trivelle, ma oggi hanno anche il coraggio di parlare e di rinfacciare ad altri le cose che hanno fatto quando governavano. Non c’è un briciolo di autocritica sulle trivelle: la dimostrazione quasi matematica che tutti gli italiani debbono contribuire a far sparire questa forza politica dall’Italia.

Lo stesso discorso vale per Forza Italia: una forza politica che, dal 1994, prende regolarmente in giro i ceti popolari e, soprattutto, il Mezzogiorno. Con quale faccia un personaggio come Berlusconi possa accusare i grillini di essere “populisti” non è facile capirlo, dal momento che, da quando è entrato nell’agone politico il populismo, verso i ceti popolari, è stata la vera cifri della sua politica (a cui si sono sommati i grandi affari e i ripetuti tentativi di delegittimare la magistratura).

 

 

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