Fondi europei/ Strada Agrigento-Caltanissetta: il Governo Musumeci o regalerà 300 milioni di euro all’ANAS o perderà tali fondi

1 gennaio 2019

Quello combinato dal Governo Musumeci sulla certificazione dei fondi europei – con riferimento ai quasi 300 milioni di euro di spesa per la strada Agrigento-Caltanissetta – è un papocchio che vanta due disastrosi precedenti: i soldi persi per l’autostrada Palermo-Messina e il recentissimo “No” di Bruxelles ai fondi per l’autostrada Siracusa-Gela 

Con molta probabilità, questo articolo non piacerà all’attuale Governo regionale della Sicilia. Ci accingiamo, infatti, a segnalare un grave errore commesso dai nostri governanti, e dall’alta burocrazia regionale che si occupa di fondi europei. Non è certo un buon inizio dell’anno. Ma non possiamo fare a meno di segnalare il papocchio che è stato fatto certificando – come vedremo in favore dell’ANAS – quasi 300 milioni di euro con la strada Agrigento-Caltanissetta: una strada di appena 70 Km che sta costando una barca di soldi (sembrerebbe oltre 2 miliardi di euro!). 

Ci rendiamo conto che l’attuale Governo regionale di Nello Musumeci ha ereditato una situazione difficile dal passato, scadente e dannosissimo Governo di Rosario Crocetta. Ma siccome ha avuto a disposizione un anno di tempo, ebbene, in un anno, sulla certificazione della spesa del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) avrebbe potuto e dovuto fare qualcosa di diverso.

Proviamo a illustrare il perché.

Come scriviamo spesso, i fondi europei funzionano a rimborso: le Regioni ad Obiettivo Convergenza (e la Sicilia è una di queste) anticipano i fondi (per la cronaca, una minima parte li anticipano gli Stati) e poi, ad opere completate, l’Unione Europea rimborsa i fondi.

Ovviamente, per poter farsi rimborsare quanto speso, le Regioni debbono rendicontare la spesa effettuata.

Nella Programmazione 2014-2020 il rimborso è graduale. Entro il 31 dicembre del 2018 la Regione siciliana doveva rendicontare quasi 720 milioni di euro.

La Regione, come abbiamo più volte scritto a partire dallo scorso ottobre, ha speso effettivamente una percentuale irrisoria di questi 720 milioni di euro (COME POTETE LEGGERE IN QUESTO ARTICOLO CHE RISALE, PER L’APPUNTO, AL 20 OTTOBRE DELLO SCORSO ANNO).

I lettori ci chiederanno: perché hanno speso una cifra così irrisoria? In parte perché sono incapaci, in parte perché ci ‘marciano’ (COME POTETE LEGGERE QUI).

Se la Regione siciliana non avesse certificato la spesa di quasi 720 milioni di euro al 31 dicembre 2018 avrebbe perso questi soldi. Così il Governo Musumeci ha fatto quello che hanno fatto i Governi regionali precedenti: ha fatto credere a Bruxelles che opere pubbliche che con la Programmazione 2014-2020 non c’entrano proprio nulla sono state realizzate con le risorse del FESR!

Si tratta di una bugia. Ma a Bruxelles, ormai da anni, sono abituati a queste bugie.

Ma nel caso della certificazione della spesa per la strada Agrigento-Caltanissetta sono stati commessi errori gravissimi che cercheremo i illustrare ai nostri lettori.

Cominciamo col dire che quando si scrive in un documento ufficiale che quasi 300 milioni di euro, a valere sulle risorse FESR 2014-2020 (in realtà, il Programma è iniziato in ritardi di quasi due anni), sono stati spesi per la strada Agrigento-Caltanissetta, bisogna tenere conto che i suddetti 300 milioni di euro circa l’Unione Europea li restituirà all’ANAS e non alla Regione siciliana!

Questo è il primo errore. La realizzazione della strada Agrigento-Caltanissetta è di competenza dello Stato. Con questa folle certificazione la Regione siciliana sta praticamente regalando quasi 300 milioni di euro all’ANAS, cioè allo Stato!

Qualcuno potrebbe obiettare: se il Governo Musumeci ha fatto questo, beh, significa che è d’accordo con l’ANAS.

Noi, però, ci chiediamo e chiediamo: ammesso che l’ANAS incassi i circa 300 milioni di euro, secondo voi li verrà a spendere qui in Sicilia o li spenderà, almeno in buona parte, nel Centro Nord Italia?

Perché scriviamo “ammesso che l’ANAS incassi i circa 300 milioni di euro”? Per introdurre il vero papocchio combinato dal Governo Musumeci e dai solerti (e magari ‘premiati’ per il bel lavoro fatto) alti dirigenti regionali che si occupano di fondi europei.

Per introdurre questo argomento – che è il vero argomento di questo articolo – vi raccontiamo una storia.

A metà degli anni ’80 del secolo passato chi scrive lavorava per il quotidiano L’Ora di Palermo. Una bella mattina un parlamentare nazionale dell’epoca, che faceva parte della commissione bicamerale per la grande viabilità, ci raccontò che stava per disobbedire al suo partito: non avrebbe partecipato ai lavori della commissione perché perché considerava l’autostrada Palermo-Messina indifendibile.

“Ogni volta che vado in commissione i veneti e i trentini mi ‘sbranano’ perché, conti alla mano, e purtroppo non hanno torto, dicono che un km dell’autostrada Palermo-Messina sta costando cinque volte in più delle autostrade delle loro Regioni. E il problema è che dicono il vero…”.

L’articolo fece un po’ di rumore e chi lo scrisse venne subito additato come un “nemico della Sicilia”.

Poco meno di vent’anni dopo – era il 2004 o il 2005 – l’autostrada Palermo-Messina venne completata e presentata in pompa magna. Un po’ di merito lo ebbero i Governi nazionali e siciliani di quegli anni: ma solo un po’, perché il completamento era – e i fatti di oggi lo certificano – raffazzonato.

Ma la cosa incredibile è che, anche se l’inizio dei lavori di tale autostrada risaliva ai primi anni ’60, venne lo stesso inserita tra le opere rendicontate con i fondi europei di quegli anni: per la precisione, nei fondi di Agenda 2000 (Programmazione 2000-2006).

Il Governo regionale dell’epoca, detto in soldoni, cercò di farsi rimborsare dall’Unione Europea una caterva di milioni di euro.

Ma il responso di Bruxelles fu amaro: intanto l’opera è di competenza dello Stato (ed è così anche per la Agrigento-Caltanissetta…) e, soprattutto, i conti erano troppo, come dire?, ‘imbrogliati’.

Morale: la Regione siciliana perse una barca di soldi!

Fine del raffronto? No. Perché la Regione siciliana – e questo è un fatto recentissimo – ha provato a farsi rimborsare dall’Unione Europea anche una caterva di milioni di euro per l’autostrada Siracusa-Gela, ancora un fase di realizzazione. Ma da quello che a noi risulta la UE avrebbe risposto picche.

Ora ci stanno provando per la terza volta con la strada Agrigento-Caltanissetta. Come già accennato, il Governo Musumeci sta provando a fare rimborsare all’ANAS circa 300 milioni di euro.

Andrà bene? Un azzardo simile è riuscito qualche anno fa, quando l’Unione Europea ha rimborsato circa 320 milioni di euro per i 15 Km di Tram di Palermo, nonostante i dubbi (in realtà erano più che dubbi) manifestati dall’Anticorruzione nazionale su tale appalto.

Nella strada Agrigento-Caltanissetta non ci sono inghippi? Di questa strada ci siamo occupati dando la parola ad Alfio Di Costa, che nella vita fa l’ingegnere. Non ci sembra che le cose stiano filando lisce:

“Non vado lontano dal vero – scrive Alfio Di Costa – se stimo in oltre due miliardi di euro le somme per ammodernare questi 70 km che prevedono due carreggiate con due corsie oltre la corsia d’emergenza. A mio parere i costi finali sono eccessivi per il risultato che sarà ottenuto, non credo prima della fine del 2019” (QUI L’ARTICOLO DI ALFIO DI COSTA).

Sulla certificazione dei fondi per la Agrigento-Caltanissetta, anche se con un po’ di ritardo, sono intervenuti anche l’europarlamentare Ignazio Corraro e il parlamentare regionale Luigi Sunseri, entrambi del Movimento 5 Stelle. A proposito del secondo tratto della Caltanissetta-Agrigento, tratto che va da Canicattì al capoluogo nisseno, i due parlamentari ricordano che “i lavori sono al momento fermi a causa dei problemi finanziari della ditta incaricata, la Cmc di Ravenna, in concordato preventivo”.

Cosa vogliamo dire, in conclusione? Che la certificazione di questi quasi 300 milioni di euro fatta dal Governo Musumeci è estremamente temeraria. Se andrà bene i quasi 300 milioni di euro li incasserà l’ANAS; se andrà com’è andata per la Palermo-Messina e per la Siracusa-Gela…

Tutto questo poteva essere evitato? Sì. Avrebbe dovuto essere la Ministra per il Mezzogiorno, la grillina Barbara Lezzi, a intervenire per bloccare queste certificazioni di spesa dei fondi europei sbagliate. Ma è evidente che questa Ministra grillina non ha capito che, avallando questi ‘magheggi’ contabili sui fondi europei, è entrata a far parte, di diritto, della vecchia politica-politicante…

Foto tratta da agrigentooggi.it

 

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