La ‘rendicontazione rococò’ dei fondi europei: perché la Sicilia non ha speranza di risollevarsi/ MATTINALE 236

29 dicembre 2018

Con l’incredibile ‘benedizione’ della Ministra grillina per il Mezzogiorno, Barbara Lezzi, la Regione siciliana ha rendicontato quasi 600 milioni di fondi europei mai spesi! Così, alla fine, il nostro ‘Mattinale’ si è trasformato in una quasi-inchiesta su una Sicilia senza speranza. Questa vicenda spiega il perché la SVIMEZ, ogni anno, ci racconta che nel Sud la disoccupazione non diminuisce mentre aumenta il divario infrastrutturale con il Centro Nord  

Adesso i governanti siciliani non dicono più “abbiamo utilizzato i fondi europei”: adesso parlano direttamente di “fondi rendicontati”. Insomma, si sta verificando tutto quello che abbiamo ipotizzato nei mesi scorsi: in quattro anni – con riferimento alla Programmazione 2014-2020 dei fondi europei – la Regione siciliana, al 31 dicembre 2017, ha utilizzato appena 6 milioni di euro! A fine novembre dello scorso anno è arrivato il Governo di Nello Musumeci. Ed è iniziata la solita sceneggiata…

In un anno il Governo Musumeci non ha speso un solo euro della Programmazione 2014-2018, ma ha certificato una spesa pari a quasi 600 milioni di euro.

Ad ottobre scorso non avevamo torto quando scrivevamo che la Regione sicilia non stata rischiano di perdere i fondi europei, perché avrebbero aggiustato tutto con i soldi ‘imbrogli contabili’ (COME POTETE LEGGERE QUI).

Spendere 600 milioni di euro di fondi europei e certificare la spesa di quasi 600 milioni di euro non sono sinonimi.

Di fatto, siamo davanti al solito, ormai immancabile imbroglio contabile: la Regione siciliana sta contabilizzando come “opere realizzate con i fondi europei” opere pubbliche che con la Programmazione 2014-2020 dei fondi europei non hanno nulla a che vedere: sono vecchie opere realizzate negli anni precedenti, che vengono contrabbandate come “realizzate con i fondi europei”.

Ieri, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine anno, il presidente della Regione siciliana, Musumeci, ha parlato anche di questo: della perizia con la quale il suo Governo sta, di fatto, vanificando la spesa di circa 600 milioni di fondi europei. Adesso manca solo la parte finale: la trasformazione di questi 600 milioni di euro in spesa corrente: ma questo lo illustreremo in chiusura dell’articolo.

Va sottolineato che questo inghippo contabile va in scena da sempre: ma il Governo Musumeci sta battendo tutti i record, se è vero che ha rendicontato quasi 600 milioni di euro di opere pubbliche realizzate nel passato che, come già accennato, con la Programmazione 2014-2020 non hanno nulla, ma proprio nulla a che spartire!

Questa contabilizzazione ‘creativa’ il Governo Musumeci l’ha definita – dobbiamo dire in modo appropriato – tecnica dei “progetti trascinati”: nel senso che opere pubbliche del passato vengono ‘trascinate’ nel presente.

Lo scorso anno la tecnica di ‘trascinamento delle opere pubbliche del passato contabilizzate nel presente veniva definita ricorso ai “progetti retrospettivi” e, prim’ancora, “progetti di sponda”.

Con questa contabilizzazione creativa la vecchia politica siciliana vanifica i fondi europei, che non vengono utilizzati per realizzare nuove infrastrutture. Manca, infatti, il tocco finale: la ‘trasformazione’ di questi fondi europei destinati alle infrastrutture in spesa corrente per pagare precari e clientele varie. Proviamo a illustrare il finale di questo imbroglio contabile.

I fondi strutturali europei funzionano a rendicontazione: le Regioni ad Obiettivo Convergenza (che in Italia sono Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) anticipano la spesa (in questa anticipazione della spesa c’è anche una piccola quota dello Stato) e poi, quando l’opera pubblica è completata, rendicontano la spesa effettuata e l’Unione Europea restituisce i fondi anticipati dalle Regioni (e, in minima parte, dallo Stato).

Come già accennato, la Regione siciliana, con la programmazione 2014-2020 ha fatto volare via i primi due anni a vuoto (il ‘magico’ Governo regionale si Rosario Crocetta-PD); dal gennaio 2016 al 31 dicembre 2017, come già ricordato, ha utilizzato solo 6 milioni di euro.

Al 31 dicembre di quest’anno è previsto il primo step: la Regione siciliana dovrebbe avere già utilizzato 674 milioni di euro. Ma – come già ricordato – il Governo Musumeci, quest’anno, non ha speso nemmeno un euro!

Se l’Unione Europea fosse una cosa seria la Sicilia avrebbe già perso una cifra pari a 647 milioni di euro meno i 6 milioni spesi: questi 641 milioni di euro dovrebbero essere assegnati alle Regioni europee ad Obiettivo Convergenza che hanno speso bene la propria quota di fondi europei.

Ma la UE è quella che ci fa mangiare il grano duro e tenero canadese: è quella che ci propina il CETA: è il Parlamento europeo che approva la cosiddetta “invasione” di olio d’oliva tunisino, agrumi marocchini, pomodori e passata di pomodoro cinese e via continuando. Così, grazie a un accordo tra uffici comunitari, Stati e Regioni ad Obiettivo Convergenza si sono inventati i “progetti di sponda”, poi chiamati “retrospettivi” e oggi “progetti trascinati”.

In Sicilia, con la prima tranche dei fondi europei per infrastrutture non è stata realizzata una mazza. Ma a Bruxelles arriveranno le ‘carte’ che certificano che la Regione siciliana ha “speso” circa 600 milioni di fondi europei!

A Bruxelles sanno benissimo che tale certificazione è una ‘babbiata‘, come si direbbe dalle nostre parti: ma fanno finta di non ‘capire’. L’unica cosa che chiedono è che la Regione non contabilizzi opere pubbliche del passato già rendicontate con le vecchie Programmazioni (tenete contro che ‘sto ‘babbio’ va avanti dal 2001).

Una volta che Bruxelles riceve la ‘certificazione’ delle opere ‘realizzate’ in Sicilia, stacca l’assegno:

“Quante opere avete ‘realizzato’ e rendicontato? Opere per 600 milioni di euro circa? Qui ci sono i 600 milioni di euro!”.

I soldi passano dalla UE allo Stato. Quest’ultimo dovrebbe ‘girarli’ alla Regione siciliana. Ma siccome anche lo Stato ha ‘partecipato’ a questo gioco, una parte di questo ‘malloppo’ resta a Roma: e, di solito, prende la via del Centro Nord Italia. La restante parte, finalmente!, arriverà in Sicilia.

Quest’ultimo passaggio – i fondi europei ‘rendicontati’ che arrivano a Roma e poi, in parte, alle Regioni – si chiama “transustanziazione dei fondi strutturali”: tali fondi, infatti, da fondi per gli investimenti in infrastrutture si trasformano in spesa corrente.

In questo modo la Sicilia sta praticamente vanificando quasi 600 milioni di fondi europei per le infrastrutture: con questi fondi non ha realizzato una sola opere pubblica, visto che ha rendicontato opere pubbliche del passato; riceverà solo una parte di questi 600 milioni di euro, perché una parte resterà a Roma; e utilizzerà i fondi che arriveranno per spesa corrente: precari, Comuni (cioè altri precari) eccetera, eccetera.

In queste ore la Regione siciliana ha assunto 135 persone alla SAS, una spa controllata dalla stessa Regione che, in quanto società per azioni, può assumere senza concorso pagando tale personale con i fondi pubblici. Secondo voi con quali soldi verrà pagato questo personale? Ve lo diciamo noi: o scippando altri fondi agli ospedali pubblici, o con i fondi che arriveranno da Roma grazie ai “progetti trascinati”.

E secondo voi i sindaci che, in questi giorni, dicono che “aspettano i pagamenti da Roma” cosa aspettano?

Citiamo un solo esempio: quante sono, al Comune di Palermo, le opere ‘rendicontate’ con i fondi europei? Potrebbe essere un bel tema per i consiglieri di opposizione.

Riassumendo: la UE stanzia i fondi europei; la Regione siciliana non li spende ma li ‘rendiconta’; lo Stato elimina i fondi per gli interventi ordinari, perché tanto ci sono i fondi europei. Poi arriva la SVIMEZ e, nella relazione annuale, dice che nelle Regioni del Sud, nonostante i fondi europei ‘spesi’, non è aumentata né l’occupazione, né la dotazione di infrastrutture. Ma come mai?

Ah, stavano dimenticando due cose.

Prima cosa: il presidente Musumeci teme di non arrivare a ‘certificare’ tutti i 674 milioni di euro. Presidente Musumeci, non ci può fare questo, non sia mai, ne va del suo ‘Buon governo’…

Seconda cosa: lo scorso ottobre avevamo pregato l’attuale Ministra del Mezzogiorno, la grillina Barbara Lezzi, di scongiurare, per l’ennesima volta, l’imbroglio contabile dei “progetti trascinati”, già “progetti retrospettivi”, già “progetti di sponda” (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Su Blog Sicilia leggiamo la seguente dichiarazione di Musumeci:

“Un ringraziamento devo farlo al Ministro Lezzi che si è impegnata con noi, ha semplificato la strada e ci ha dato tutto il supporto possibile. E’ una cosa che va riconosciuta”.

Perfetto. Ora abbiamo due certezze in più.

Prima certezza: i grillini possono ‘governare’ la Sicilia (del resto Giancarlo Cancelleri, fedelissimo di Beppe Grillo, si voleva inciuciare con Musumeci, che per ora l’ha respinto: pazienza: i due non si sono ancora ‘innamorati’…).

Seconda certezza: in Sicilia, anche se andranno al Governo i grillini, non cambierà nulla.

In conclusione i ‘complimenti vivissimi’ alla Ministra Barbara Lezzi che invece ha capito tutto…

P.s.

Ma ditemi: il presidente Musumeci che “ringrazia” gli uffici della Regione che hanno effettuato questo inghippo contabile non è meraviglioso?

Foto tratta da agenziaimpress.it

 

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