Via Savagnone, sgomberate altre 13 famiglie, mentre a Palermo 40 mila case vuote non si affittano

14 dicembre 2018

Dopo aver sbattuto fuori sette famiglie dalla prima palazzina di via Savagnone, nel popolare quartiere della Noce, il Comune di Palermo dà il ‘Buon Natale’ ad altre tredici famiglie della seconda palazzina. E mentre cresce il numero dei senza casa di Palermo Nino Rocca ci racconta che… la dichiarazione di Toni Pellicane  

Da ieri, in via Savagnone, a Palermo, si ‘festeggia’ il Natale con lo sgombero di altre tredici famiglie di senza casa. E’ il ‘regalo’ dell’amministrazione comunale di Palermo che arriva dopo il primo sgombero effettuato lo scorso ottobre dopo l’aggressione all’inviata di ‘Striscia la notizia’, Stefania Petix.

In via o piazza Savagnone, a due passi da piazza Noce, ci sono due palazzine, l’una di fronte all’altra, che fino a due anni fa erano sedi di uffici comunali. Sono in affitto al Comune. Che, due anni fa, ha sbaraccato tali uffici. Così sono arrivate le famiglie di senza casa: sette erano in una palazzina, altre tredici nella palazzina di fronte.

Sono stati i protagonisti della Tv di Berlusconi, con uno ‘scoop’, a fare scoppiare il caso. Stefania Petix si è recata presso la palazzina dove avevano trovato posto sette famiglie di senza casa. Ma non è stata accolta con grande affetto…

Anzi, come già ricordato, è stata aggredita.

Nei giorni successivi all’aggressione sono arrivati i ‘gendarmi’: un assedio di vari corpi di forze dell’ordine. Però, come abbiamo scritto il 26 ottobre scorso, non è stato uno sgombero, ma un ‘gesuitico’ libero convincimento.

Il 26 ottobre abbiamo scritto quanto segue:

“In effetti, se ci fosse stato uno sgombero il Comune avrebbe dovuto provvedere alle sette famiglie fatte ‘sloggiare’. Invece, come racconta in questa intervista Nino Rocca, che da oltre quarant’anni si occupa degli ultimi di Palermo, al Comune hanno studiato un nuovo metodo psicologico per sbarazzarsi dei senza casa che, da ‘visibili’, diventano ‘invisibili’. La grande scuola di un certo Ponzio Pilato…” (QUI POTETE LEGGERE L’ARTICOLO PER ESTESO).

Ieri, come già ricordato, è arrivato il ‘Buon Natale’ per le altre tredici famiglie che vivevano nella palazzina di fronte. Se a ottobre non è stato uno sgombero, quello di ieri e di oggi che cos’è?

Lo chiediamo sempre a Nino Rocca, che è presidente del SUNIA di Palermo:

“Per un mese li manderanno in un Bed and breakfast – ci dice Nino Rocca -. Poi ci sarà un accompagnamento per un periodo di sei mesi, che dovrebbe consentirgli di pagare un affitto”.

Chiediamo a Nino Rocca: ma chi è che dovrebbe affittare gli appartamenti ai senza casa? “E’ quello che, da mesi, cerchiamo di far capire all’amministrazione comunale -. Noi abbiamo incontrato le imprese immobiliari di Palermo. Che sono disponibili a trovare e locare le abitazioni a queste famiglie senza casa. Ma chiedono le garanzie bancarie, perché del Comune non si fidano”.

In effetti, con gli attuali chiari di luna, con tanti Comuni siciliani senza Bilanci di previsione, con Comuni che hanno dichiarato il default e via continuando fidarsi degli stessi Comuni è un po’ rischioso. Sia per i possibili, se non probabili ritardi nei pagamenti, sia perché, in caso di default, legge alla mano, ai creditori dei Comuni viene riconosciuto solo una parte del credito (dal 40 al 60%), con tempi tutt’altro che certi.

Lo stesso Nino Rocca ci conferma la diffidenza dei palermitani ad affittare le abitazioni:

“Abbiamo fatto un’indagine. E abbiamo scoperto che oggi, a Palermo, ci sono circa quarantamila case vuote che potrebbero essere affittate e che rimangono vuote. I proprietari non li affittano”.

 

In effetti, con la ‘malura’ (leggere povertà) che c’è in giro a Palermo e in tutta la Sicilia affittare un’abitazione è diventato rischioso, perché per mettere fuori un inquilino che non paga l’affitto non è semplice: anzi.

Chiediamo ancora a Nino Rocca cosa sa dell’affitto di queste due palazzine.

“Sembra – ci risponde – che in questa storia ci sia di mezzo una confisca. Ma le mie sono notizie frammentarie. In ogni caso il Comune dovrà comunque pagare l’affitto”.

Più preciso, sulla storia dell’affitto delle due palazzine è Toni Pellicane: anche lui, da anni, si occupa dei senza casa di Palermo. Dice Pellicane, oggi esponente di Potere al popolo, a Palermo Today, a proposito dello sgombero della seconda palazzina:

“Il contratto di locazione dell’immobile è scaduto due anni fa, ma l’Amministrazione ha continuato a pagare un affitto da 450 mila euro l’anno con la giustificazione che non è stato possibile riconsegnare i locali proprio perché occupati. Ma non è vero perché queste famiglie sono entrate a maggio 2018. L’unico modo per spegnere i riflettori sulla vicenda è sgomberarle per non parlare più del problema. Nessuno però ha dato loro garanzie su dove potranno andare”.

Ah, dimenticavamo, l’assessore comunale Giuseppe Mattina, ‘grande esperto’ di questiono sociali (e si vede…), dice che è tutto sotto controllo: e se lo dice lui possiamo stare tranquilli…

Foto tratta da genova.repubblica.it

P.s.

Nella prima palazzina vivevano sette famiglie di senza casa. Lo scorso ottobre sono state mandate via e porte e finestre della palazzina sono oggi murate. la palazzina serve più oggi, che è murata e disabitata, o quando era abitata dai senza casa? 

Tra ieri e oggi sono state mandate via altre dieci o undici famiglie di senza casa. Mureranno anche le porte e le finestre di questa casa?

La scorsa estate un Ministro della Repubblica ha tenuto su una nave – la ‘Diciotti’ – centinaia di persone già provate da un viaggio pericoloso e faticoso. Ci chiediamo e chiediamo: tutto questo è normale? In un modo o nell’altro pagano sempre i più poveri e i più disperati.   

 

 

 

 

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