Gillet gialli a Palermo? “Voglio dare un segnale”

13 dicembre 2018

Un incontro particolare camminando per le vie della città

Aggiornamenti tecnici al nostro sito, se da un lato ci hanno messo in stand-by (ci scusiamo con i nostri lettori che oggi pomeriggio non ci hanno trovato online), dall’altro lato ci hanno dato la possibilità di prolungare, complice la mitezza del clima, la consueta passeggiata pomeridiana per le vie della nostra città, Palermo. Che, nel bene e nel male, non manca mai di riservarci sorprese. Quella di oggi è alquanto particolare.

Che è successo?

Camminando nella zona di viale Lazio, abbiamo notato un uomo, di circa quarantanni, che indossava un gillet giallo. E che, come noi, passeggiava nella quiete del primissimo pomeriggio vicino ad un noto giardino pubblico.

Ovviamente la mente è volata subito in Francia, al movimento dei ‘Gilets Jaune’, alle immagini trasmesse dei media delle strade parigine colorate di giallo. A Macron, “il presidente dei ricchi”, costretto a fare qualche concessione per sedare la protesa. Alla paura dell’establishment europeo dinnanzi alla risolutezza di questo movimento, e così via.  Poi, tornando a Palermo,  abbiamo pensato ad una coincidenza: si vede che, quest’anno, il giallo va di moda, quell’uomo è vestito così per caso.

Gli occhi però non ne volevano sapere di guardare altrove. Così abbiamo notato che il gillet giallo era indossato sopra un giubbotto. Insomma, seguendo i canoni della moda, non avrebbe avuto alcun senso.

Però è anche vero che di gente strana ne esiste: ognuno si veste come vuole. Fine, punto.

Il caso, questa volta sì, ha voluto, però, che ci incrociassimo e la domanda è partita spontanea:

“Gillet gialli anche a Palermo”?

Lui ha sorriso e ha risposto: “Perché no?”

“No, mi scusi. E che intendevo gillet gialli alla francese”.

L’uomo non ha esitato un secondo: “Infatti, sono vestito così’ proprio per ricordare i gillet gialli francesi”.

“Ah si? E perché”?

“Voglio lanciare un segnale e vedere se c’è qualcuno che lo coglie. Lei lo ha fatto. Magari lo faranno anche altri”.

“Che tipo di segnale?” chiediamo.

“Vorrei suonare la sveglia. Vorrei che anche i palermitani, i siciliani, pensassero di più ai gillet gialli per prendere coscienza del modo in cui viviamo. Ma si rende conto che sono decenni che ci tolgono diritti, in tutti i campi, e stiamo tutti muti?Ma si rende conto che a comandare è una Commissione europea che nessuno ha eletto? Cosa altro dobbiamo vedere per reagire?”.

Insomma, lei sta cercando di esortare i siciliani a scendere in piazza?

“No, quello che serve è una presa di coscienza. Siamo troppo lontani dalle piazza, per noi l’obiettivo è prendere coscienza. Sembriamo tutti addormentati mentre subiamo le peggiori nefandezze”.

E quindi continuerà ad andare in giro per Palermo col suo gillet giallo?

“Si. Senza dire una parola. Vediamo che succede”.

Posso scrivere del nostro incontro?

“Sì, ma non le darò il mio nome e nemmeno la mia faccia”.

Perché?

“Perché non cerco visibilità. Il mio, come le ho detto, è solo un segnale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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