Invece di parlare della crisi dell’agricoltura il Ministro leghista Centinaio ci dà ‘lezioni’ di turismo/ MATTINALE 212

5 dicembre 2018

Solo Confindustria Sicilia – l’organizzazione ‘imprenditoriale’ fino a qualche tempo fa controllata da Antonello Montante – poteva consentire a un leghista di venire nella nostra Isola a pontificare. Questo signore, che sta finendo di affossare l’agricoltura del Sud, è venuto a parlare di turismo e sviluppo. Peccato che nessuno gli ha ricordato che le risorse destinate al Sud per lo sviluppo li ruba sistematicamente il Nord

Siccome la scorsa estate è stato a Licata, in provincia di Agrigento, il Ministro leghista delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, si sente in diritto di arrivare in Sicilia e pontificare. Dice, il Ministro, che lui la Sicilia la conosce bene. E che noi, sul turismo, stiamo sbagliando tutto. Perché in una località turistica della Sicilia, dice il Ministro, “ci sono più cani che cristiani”.

Intanto, pronto accomodo, signor Ministro leghista, quando parla della Sicilia e del Sud si dovrebbe sciacqua la bocca tremila volte, se non altro perché quando dalle nostre parti di parlava di filosofia, di letteratura e di scienze, dalle vostre parti pascolavate le mucche.

Vi risparmiano le altre amenità pronunciate, ieri, da questo personaggio. Vi diciamo soltanto – l’abbiamo scritto ieri (COME POTETE LEGGERE QUI) – che il convegno al quale questo signore ha preso parte, a Palermo, è stato organizzato da Confindustria Sicilia, l’organizzazione che, fino a poco tempo fa, era presieduta da Antonello Montante, oggi impegnato in altre faccende…

Il Ministero delle Politiche agricole – che non dovrebbe più esistere perché abolito da un referendum – è stato proditoriamente ripristinato cambiandogli il nome. ‘Infilandogli’ dentro anche il turismo. Questo ha consentito al Ministro leghista, complice l’organizzazione un tempo regno incontrastato di Montante, di venire a pontificare in Sicilia.

Ora, che nella nostra Isola ci siano tanti problemi, legati anche al cattivo governo della cosa pubblica, non ci sono dubbi. Ma che un leghista espressione di quel Nord Italia che rapina sistematicamente il Sud dal 1860 debba venire in Sicilia a insegnarci il come si fa, beh, questo ci sembra eccessivo. 

Sentire un leghista che dice che in Sicilia ci sono le strade da terzo mondo, quando chi ‘mastica’ un po’ di economia sa che, da quando esistono i fondi europei, lo Stato ha praticamente tagliato al Sud l’intervento ordinario, ci sembra offensivo.

Sui disastri delle strade siciliane ci sono responsabilità della politica siciliana. Ma a questo signore leghista che pontifica andrebbe detto, ad esempio, che gli appalti faraonici di due strade mangiasoldi, dove i lavori procedono a rilento, nonostante le montagne di fondi pubblici spesi – la Palermo-Agrigento e la Agrigento-Caltanissetta – sono finiti, guarda caso, a un grande gruppo imprenditoriale del Centro Nord.

A questo signore andrebbe detto che, grazie al Governo Renzi e agli ‘ascari’ del centrosinistra che hanno governato la Regione siciliana dal 2008 al dicembre 2017, le Province siciliane sono state fatte sostanzialmente fallire, determinando l’abbandono delle strade provinciali.

Le strade da terzo mondo della Sicilia – egregio signor Ministro leghista – sono tali, in buona parte, perché gli investimenti dello Stato che avrebbero dovuto essere fatti nel Sud e in Sicilia sono finiti al Centro Nord.

I soldi delle nostre Province sono finiti al Centro Nord.

E lo stesso discorso vale per le ferrovie: nel Nord leghista c’è l’Alta velocità, qui in Sicilia ancora parliamo di raddoppiare i binari!

Prima di parlare, egregio Ministro leghista, lei si dovrebbe informare.

Le avrebbero detto, ad esempio, che tra il 2007 e il 2013 i pochi interventi effettuati da ANAS e Ferrovie sono stati effettuati con i fondi europei destinati alla Sicilia, senza l’intervento ordinario dello Stato. Il tutto calpestando le leggi comunitarie, stando alle quali i fondi strutturali della UE non possono sostituirsi all’intervento degli Stati, ma debbono ‘addizionarsi’ agli interventi degli Stati.

Ma di questo particolare la UE fa finta di non sapere nulla.

Invece – come è avvenuto per i grandi lavori di alcune le strade siciliane – non solo sono state finanziate con i fondi europei destinati alla Sicilia, ma i lavori sono stati assegnati a grandi gruppi del Centro Nord che oggi stanno ‘fallendo’ (dopo avere utilizzato una montagna di fondi pubblici, naturalmente).

Ma il problema non è lei, signor Ministro leghista, ma chi la invita in Sicilia per pontificare.

Insomma, lei è riuscito a venire in Sicilia e a non parlare della crisi dell’agricoltura siciliana.

Perché non racconta come mai la legge sulla CUN – la Commissione Unica Nazionale che dovrebbe porre fine alle speculazioni al ribasso sul grano duro – giace nei cassetti dell’attuale Governo nazionale e, in particolare, del suo Ministero?

Perché non ci spiega perché non fa controllare le navi cariche di grano – di grano duro e di grano tenero – che arrivano in Italia da mezzo mondo? Forse non le piace andare contro gli industriali che lavorano i cereali, coccolati prima dal PD e adesso dalla Lega?

Perché non ci racconta della privatizzazione del grano duro antico Senatore Cappelli, invece di farsi fotografare con i suoi amici della Coldiretti?

Ci creda, signor Ministro, tra lei e Confindustria Sicilia non sappiamo chi definire ‘u megghio a nesciri… 

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