terza pagina/ Pennac: “Sicilia e Irlanda, due grandi isole letterarie”

4 dicembre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

terza pagina

( a cura di Dario Cangemi)

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto sarà un bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura.

‘’Presentare le cose nella loro verità. Dire la cosa vera, la successione dei movimenti e dei fatti che producono l’emozione, e che resta valida per un anno e per dieci anni o, se siete stati fortunati e se l’avete espressa con una grande purezza, per sempre’’.

Ernest Hemingway, “Le verdi colline d’Africa”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’.

‘’Non accade nulla, nessuno arriva, nessuno se ne va, è terribile!’’.

Samuel Beckett, “Aspettando Godot”

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Eventi e fatti storici

1563: a Carini viene uccisa la baronessa Laura Lanza.

Vittima di un matrimonio mal combinato, Laura intrecciò una lunga relazione con Ludovico Vernagallo, cugino del marito e di rango inferiore, ma che conosceva e apprezzava da tempo: secondo la tradizione (confortata dal rinvenimento dell’atto di morte della coppia da parte del parroco della chiesa madre di Carini Vincenzo Badalamenti), il padre li sorprese insieme e li uccise o fece uccidere. I cantastorie siciliani si dolevano perché la baronessa, colpita al petto, si toccò la ferita e, appoggiandosi al muro con la mano, vi lasciò un’impronta insanguinata, secondo la leggenda.

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Siciliani notevoli da ricordare

Ricordiamo oggi Arcangelo Leanti (Palermo, 30 aprile 1701 – Palermo, 4 dicembre 1767) accademico, storico e letterato italiano. Tra i fondatori della Accademia degli Ereini nel 1730 e direttore della Accademia del Buon Gusto, Leanti nel 1764 divenne regio storiografo. La sua opera più nota è “Lo stato presente della Sicilia”, pubblicata nel 1761,  corredata dalla carta generale della Sicilia, pianta di Palermo e altre documentazioni iconografiche è ancora adesso un documento prezioso e fondamentale per i ricercatori.

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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia

 

‘’La Sicilia è indubbiamente una delle due grandi isole letterarie del continente, l’altra è l’Irlanda. Entrambe hanno un’importantissima tradizione di scrittori e poeti, al punto che si dovrebbe riflettere sul legame specifico che esiste tra la condizione insulare e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso strettamente legato al tema della nostalgia, visto che, quando gli scrittori vivono lontani dall’isola natia, sublimano la nostalgia attraverso la scrittura’’. (Daniel Pennac)

Così lo scrittore francese prima del suo viaggio in Sicilia nel 2014…

‘’Spero di ritrovare quelle forti sensazioni visive, linguistiche e culturali di cui ho un vago ricordo. Ma anche sensazioni gastronomiche, che per altro mi sono più familiari, visto che a Parigi frequento spesso un piccolo ristorante siciliano dove si mangia benissimo. Oltre a Palermo, vorrei scoprire un po’ l’interno dell’isola. Spostandomi in macchina, viaggiando lentamente e lasciando andare lo sguardo per impregnarmi dei paesaggi, dei colori, delle luci, ma anche delle case e dei monumenti, magari ritrovando quell’universo del barocco che mi ha sempre affascinato “.

“Il barocco è l’espressione di una sorta d’immaginazione dinamica in continuo movimento. Anche quando si concretizza in una forma stabile – una chiesa, un monumento, un quadro, un brano musicale – si ha l’impressione che si stia ancora muovendo, che un nuovo elemento stia per aggiungersi alla composizione, in un movimento di creazione inesauribile”.

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

‘’…Non mi mostrate gioco

N’è gaio sembramento7

D’alcuno buon talento,

Ond’io avesse allegranza;

Ma mi tenete in loco,

Ond’io gran noia sento,

Chè fate infingimento

Di verace amistanza :

E ciò è gran fallanza,

Che così mi tradite…’’

‘’Vostra orgogliosa ciera’’ Arrigo Testa

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.

Zoccu ora si schifia veni lu tempu ca si ddisia.

Quello che adesso si disprezza un giorno sarà desiderato.

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