‘Privatizzazione’ del grano Senatore Cappelli: interviene l’Antitrust

30 novembre 2018

Ne dà notizia l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Ignazio Corrao. L’Autorità Garante per la Concorrenza – dice Corrao – ha aperto una pratica sulla ‘privatizzazione’ della varietà di grano duro Senatore Cappelli. Chi, invece, è ancora ‘latitante’ è il Ministro delle Politiche agricole, il leghista Gian Marco Centinaio che, su questa vicenda, ha avallato il comportamento del suon predecessore Maurizio Martina (PD)

“Quello che mi preoccupa è che sia in atto un serio rischio di monopolizzazione del grano Senatore Cappelli, un grano di grande qualità, di proprietà dello Stato italiano, che rappresenta un patrimonio collettivo degli agricoltori del Sud Italia, oltre che una delle varietà più apprezzate e pagate dal mercato”.

A dichiararlo è l’europarlamentare del Movimento 5 Stelle, Ignazio Corrao, a proposito del monopolio della varietà del grano duro Senatore Cappelli. Dopo aver presentato un’interrogazione alla Commissione Europea e aver ricevuto una riposta evasiva, Corrao, incalza adesso l’Autorità Garante della Concorrenza.

E il motivo c’è: è stata la Commissione Europea a lavarsi le mani, modello Ponzio Pilato, ‘scaricando’ la questione all’Autorità Garante della Concorrenza italiana.

“La società SIS di Bologna – spiega Corrao – ha ottenuto l’esclusività e oggi ci erano arrivate molte segnalazioni che questa posizione di forza si sia trasformata in un vero e proprio monopolio. Stando alle segnalazioni, chi vuole comprare il seme, deve pagare la royalty e però poi non può vendere il prodotto a chi vuole”.

Il riferimento è alla SIS, società che oggi controlla la varietà Senatore Cappelli (COME POTETE LEGGERE QUI)

“Come è stato possibile? – sottolinea ancora l’europarlamentare. E’ stato il CREA, ente pubblico (che fa capo al Ministero delle Politiche agricole ndr), che ha concesso l’esclusività alla SIS per la moltiplicazione e la commercializzazione di questa varietà, e così facendo ha favorito di fatto la creazione di una filiera monopolistica. Tutto questo ha creato un danno per parecchi milioni di euro alla cerealicoltura di qualità del nostro Paese e alle centinaia di agricoltori e imprese di trasformazione che prima dell’affidamento in esclusiva potevano realizzare quelle filiere produttive da tutti auspicate affossate da una gestione di SIS che avvantaggerebbe la sua filiera”.

“Per queste ragioni – sottolinea ancora Corrao – avevo interrogato la Commissione Europea, al fine di spingerla ad occuparsi del tema e a verificare l’effettiva esistenza di una forma di privatizzazione strisciante e il rispetto delle norme sulla libera concorrenza. La Commissione ha finalmente replicato alla mia interrogazione invitandoci a contattare ‘l’Autorità italiana Garante della Concorrenza, che sta esaminando la questione. Voglio andare fino in fondo alla questione e così ho chiesto ufficialmente all’Autorità Garante per la Concorrenza di fornire tutte le informazioni circa l’attività di verifica che sta realizzando”.

“L’Autorità – prosegue l’europarlamentare grillino – ha aperto una pratica e ha comunicato che presto valuterà nel merito l’applicabilità delle norme sull’abuso di posizione dominante. Se fosse così come denunciato da molti imprenditori agricoli, il comportamento della SIS e anche del CREA sarebbe fortemente scorretto e dannoso. Ricordo che qui non stiamo parlando di un brevetto o di una varietà nuova su cui dei privati hanno investito le proprie risorse finanziarie e cercano di recuperare l’investimento sul mercato ma, piuttosto, potremmo essere di fronte alla svendita del patrimonio pubblico ad un solo soggetto libero di imporre le proprie condizioni”.

Chi invece ‘latita’ rispetto a questa vicenda che danneggia gli agricoltori del Sud Italia è il Ministro leghista delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. Questo signore ha ereditato dal suo precedessore, Maurizio Martina, ex Ministro e già segretario nazionale reggente del PD, la privatizzazione della cultivar di grano duro Senatore Cappelli. Ma fino ad oggi ha fatto il pesce dentro il barile.

Anzi, a dir la verità, qualcosa ha fatto: ha iniziato a ‘stricarsi’ con la Coldiretti, che è l’organizzazione agricola non esattamente estranea all’operazione Senatore Cappelli.

Va sottolineato che la privatizzazione di una varietà di grano duro antico da parte di una società bolognese è un vergognoso atto di colonizzazione ai danni del Sud. Se ne ricordino i meridionali che stanno abbracciando la causa della Lega di Salvini. Si ricordino che stanno andando a piazzarsi sotto le bandiere di chi lavora per continuare a penalizzare il Mezzogiorno.

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