terza pagina/‘’Filosofo non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande’’

26 novembre 2018

La nostra rubrica dedicata alle pillole culturali: gli incipit tratti dai grandi romanzi, gli aforismi di scrittori e filosofi, i siciliani da non dimenticare, gli anniversari di fatti storici noti e meno noti, la Sicilia dei grandi viaggiatori, i proverbi della nostra tradizione e tanto altro ancora. Buona lettura

Incipit

Un classico buongiorno. O, se preferite, un buon giorno ricordando un grande romanzo. Il modo migliore di iniziare una giornata: l’incipit di un grande libro. Se lo avete già letto saràun bel ricordo. Se no, potrebbe invogliarvi alla lettura

‘’Dalla stessa apertura da cui entra l’amore, s’intrufola la paura. Quel che ti voglio dire è che se sarai in grado di amare molto, soffrirai anche molto’’.

Isabel Allende, “Il quaderno di Maya”

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Pensieri sparsi

L’aforisma, la sentenza, sosteneva Nietzsche, sono le forme dell’eternità. L’aforisma é paragonato dal filosofo tedesco alle figure in rilievo, che, essendo incomplete, richiedono all’osservatore di completare ‘’col pensiero ciò che si staglia davanti’’

‘’Filosofo non è l’uomo che fornisce le vere risposte; è quello che pone le vere domande’’.

(Claude Levi Strauss)

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Eventi e fatti storici

26 Novembre 1941.., Seconda guerra mondiale: attacco di Pearl Harbor – Una flotta di sei portaerei comandate dal viceammiraglio giapponese, Chūichi Nagumo, lascia la Baia di Hitokappu con destinazione Pearl Harbor, sotto uno stretto silenzio radio. L’attacco di Pearl Harbor (nome in codice “operazione Z”,ma conosciuto anche come “operazione Hawaii” o “operazione AI”) fu un’operazione che ebbe luogo il 7 dicembre 1941 nella quale forze aeronavali giapponesi attaccarono la flotta e le installazioni militari statunitensi stanziate nella base navale di Pearl Harbor, nelle isole Hawaii. L’operazione fu attuata in assenza della dichiarazione di guerra da parte giapponese, che fu formalizzata soltanto ad attacco iniziato, e provocò l’ingresso nella seconda guerra mondiale degli Stati Uniti dove si sviluppò nell’opinione pubblica un forte sentimento di riprovazione e di odio verso il Giappone. Il presidente Franklin Delano Roosevelt parlò di Day of infamy (giorno dell’infamia).

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Siciliani notevoli da ricordare

‘’Io non credevo che tua madre sapesse tante favole. Anche mia madre ne sapeva tante; e io non staccavo dai suoi ginocchi. Ma ora non le ricordo più, ora che sono uomo e nessuno me le ripete. Nessuno sa che basterebbero le favole a convertire gli uomini e farli buoni come bambini’’.

Ricordiamo oggi:

Ignazio Drago (Naso 1902 – Pesaro1991), scrittore e poeta.

Ha scritto poesie per ragazzi ed ha lavorato nell’editoria per le scuole e come insegnante. Si è occupato principalmente di letteratura per ragazzi. Dal 1933 al 1935 è insegnante nella scuola italiana a Tunisi, poi dal 1933 al 1935 in quella al Cairo. Si trasferisce a Firenze, poi a Pesaro. Aveva proposto anche l’istituzione negli istituti magistrali di una cattedra di letteratura giovanile, mai accettata in quanto tale. Alla morte il comune di Naso gli ha dedicato una via, quella dove si trova la sua casa natale, ed una targa.

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Viaggio e cultura: il rapporto degli scrittori con la Sicilia

‘’Il medio-evo cristiano si è vittoriosamente installato sulla vetta del monte Erice, ma le città della pianura, Trapani e Marsala, geograficamente le più occidentali della Sicilia, sembrano la più durevole impronta dell’Oriente. Quando Messina, Catania e Siracusa erano greche, Drepano e Lilibeo erano puniche per diventare più tardi e a lungo, la residenza degli arabi. Ovunque non vi sono che case bianche, quadrate, con terrazze, che d’estate sembrano prostrarsi nel calore torrido. Si mangia in tutte queste regioni una specie di cuscuso, innaffiato da vino d’Alcamo’’.

Daniel Sismond e il suo particolare richiamo alla terra Sicula. Egli da sempre ha definito la nostra terra come marittima e montuosa, vulcanica e fertile, indolente e appassionata, ricca e povera, terra colma di storia e superpopolata, la Sicilia, per Sismond, è l’isola dei contrasti.

‘’Me ne sono potuto rendere conto, in pochi giorni ad Agrigento, più agevolmente che a Palermo e Catania, città troppo grandi per poterne afferrare subito il carattere e analizzare l’insieme. Questo mi ha permesso, non soltanto di ammirare il luogo e di visitare le stupende rovine della città antica, ma di auscultare il polso, mescolandomi un poco alla sua vita quotidiana, di un agglomerato che possiede circa 40.000 anime’.

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La scuola poetica siciliana

La scuola poetica siciliana è la prima forma di letteratura laica in Italia. Suo promotore fu l’Imperatore Federico II di Svevia. Questa scuola vide il suo apice tra il 1230 e il 1250. Nacque come una poesia di corte, infatti autori dei più noti sonetti sono lo stesso Federico II e membri della sua corte quali Pier delle Vigne, Re Enzo, figlio di Federico, Rinaldo d’Aquino, Jacopo da Lentini (funzionario della curia imperiale), Stefano protonotaro da Messina…La lingua usata era il siciliano o meglio il siculo-appulo.

‘’..Di me fermanza avete,

Ch’io son vostra tenuta;

Poi10 lo mio cor non muta

Di far leale omaggio.

Dunqua, se voi mi siete

Di sì fera paruta;

Ben è strana partuta

Per bene aver dannaggio.

Poi savete ch’è oltraggio,

Cacciate la ferezza,

Che non è pregio altezza

Verso umiltate usare:

Chè uom di grande affare

Perde lo suo savere:

Chè lo ‘nganna volere

Per soverchio coraggio’’.

Vostra orgogliosa ciera Arrigo Testa

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Proverbi Siciliani

Il proverbio è la più antica forma di slogan, mirante non già ad incentivare l’uso di un prodotto commerciale, bensì a diffondere o a frenare un determinato habitus comportamentale, un particolare modo di valutare le cose, di interpretare la realtà.

Si voi campari l’anni di la cucca sparda scarpi assai e linzola picca

( se vuoi vivere a lungo consuma tante scarpe e pochi lenzuoli)

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