Perché la legalità non deve essere anche premialità?

15 novembre 2018

Proviamo a ragionale sulla legalità. Perché deve essere solo un onere finanziario, un peso che rallenta o impedisce il decollo di investimenti anche coraggiosi? Il paradosso di una legalità formale che può degenerare in occasione di sviluppo di illegalità e criminalità. Fino a costituire il bivio fra un Nord che si sviluppa e cresce ed un Sud che arretra e muore

di Arcangelo Mazza

Legalità : Un dovere costoso o una costosa penalità?
Operare nella legalità al Sud, e non solo, costituisce una grande spesa non appagata da un mercato illegale. L’imprenditore onesto e corretto è costretto innanzitutto a circondarsi di professionisti vari per poter gestire e controllare la propria condotta di legalità. Dal commercialista al consulente del lavoro, dal tecnico edilizio ed energetico al tecnico sanitario fino all’avvocato. Oneri professionali per gestire le infinite norme per una semplice conduzione aziendale.

Tutte le certificazioni e registrazioni previste dalle norme come atto propedeutico ad ogni istanza, sono necessariamente in bollo. Ogni disfunzione burocratica o negazione palese di diritti richiede necessariamente o l’abbandono, o il perseguimento di giustizia tramite ricorsi su ricorsi, con costi fissi e oneri professionali.

E’ divenuta oramai anche valutazione di legalità il rispetto rigoroso delle scadenze di affidamenti che, ove non onorati anche per un semplice e contenuto ritardo, costituiscono inserimento in black list, crollo del rating aziendale ed immediato marchio di inaffidabilità. Stessa cosa per la regolarità contributiva che oramai osteggia e blocca ogni tipo di rapporto pubblico e creditizio.

Insomma un rigida maglia di regole tutte tese al mantenimento onorevole della propria attività. Tale conduzione “Onorevole” deve pero’ fare i conti con una realtà di mercato sul proprio territorio, rapporti creditizi ed istituzionali che impunemente nulla hanno a che fare con la legalità.

Corruzione e incompetenza di operatori istituzionali e burocrazia, libero arbitrio nel rispetto delle proprie prerogative di privato operatore finanziario consentono all’operatore commerciale, imprenditore, di poter agire sul mercato nell’illegalità ed in dispregio alle rigide norme, e come al solito un fronte ben forte con deboli e ben debole con i forti.

E’ cronaca di grandi imprenditori super indebitati con ampi affidamenti e riconoscimenti istituzionali dal Cavalierato in su, ed è cronaca di tutti i giorni la moria di aziende e la popolazione in povertà sempre in crescita così come della disoccupazione, soprattutto giovanile.

Operare nella legalità in un mercato malato, ampiamente illegale, dove è sempre più diffuso il caos e sempre più assente lo Stato garante delle legalità, è veramente impossibile. Non ci può essere corretta e sana competizione sul mercato, non ci potrà mai essere impresa in crescita ed investimenti, non ci potrà mai essere sana e duratura occupazione.

Settori ipertassati dall’edilizia ai servizi e settori detassati e sostenuti con i vari sussidi e contributi come l’agricoltura e i falsi no profit. Proprio in questi due ultimi casi si annida sempre di più il cancro dell’illegalita e della speculazione nonostante una più leggera pressione fiscale e, in generale, di ottemperanze varie di ogni genere costantemente presenti negli altri settori produttivi.

Allora siamo di fronte ad una scelta: impresa legale con ampio rischio fallimento senza premialità e sostegno o impresa bord line con illegalità diffusa, evasione fiscale, lavoro sommerso, corrutibile e corruttrice e Araba fenice sempre risorta da fallimenti, prestanomi e scatole cinesi apri e chiudi?

Neanche venti, trenta o cinquantanni di attività onorata interessa più al mercato o alle istituzioni, non significa nulla, non costituisce più valore aggiunto, premialità, affidabilità. Conta solo il momento, l’attuale stato del paziente che, se poco poco ha un po’ di febbre, viene immediatamente abbandonato.

Il curriculm vitae costituisce oggi una prima valutazione di accesso al lavoro, una prima valutazione del merito di ogni giovane. Il curriculum vitae di una impresa non interessa più a nessuno e così artigiani di grande ingegno, maestri di arti e mestieri, nuclei familiari per generazioni impegnati nel proseguo di aziende storiche e imprese identificate con il territorio e il territorio identificate in esse, non interessano più nessuno, non sono più valori.

Allora ci domandiamo perché la legalità non deve anche essere premialità, perché la legalità deve essere solo un onere finanziario, un peso che rallenta o impedisce il decollo di investimenti anche coraggiosi o ordinari fino a divenire occasione di sviluppo di illegalità e criminalità e costituire il bivio fra un Nord che si sviluppa e cresce ed un Sud che arretra e muore.

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