Musumeci e la “lista conservatrice alle europee”. E noi che lo credevamo un Robespierre!

12 novembre 2018

Il quotidiano on line, Live Sicilia, in un articolo sulle elezioni europee previste la primavera del prossimo anno, dà Musumeci intento a preparare una lista tra i conservatori e i sovranisti. Di più: anche aperta a “un’area moderata e autonomista”. Da conservatore-sovranista-moderato-autonomista il presidente della Regione dovrebbe diventare l’interlocutore della Lega di Salvini…

Che legame c’è tra Diventerà Bellissima – il movimento del presidente della regione, Nello Musumeci – e ‘Forza Etna’ della Lega? Ormai nessun legame, perché Matteo Salvini, leader leghista, è diventato, bontà sua, ‘meridionalista’. In che senso? Nel senso che invece di prendere i meridionali a pesci in faccia, come faceva la Lega ai tempi di Bossi, li prende in giro…

Non a tutti, però: la presa in giro vale solo per gli elettori della nostra Isola che saranno così ingenui da votare Lega alle prossime elezioni europee. Del resto, un paio di parlamentari nazionali siciliani ci sono già: già sistemati a Roma e, da ‘leghisti’, difendono il Sud e la Sicilia… E si vede!

Una difesa strenua: tant’è vero che la Regione siciliana di Musumeci, anche se non ne parla nessuno, si è ‘beccata’ nei giorni scorsi una bella ‘bocciatura’ dalla Corte dei Conti e, per il 2019, dovrà togliere dalla manovra economica e finanziaria 2 miliardi di euro! Va cunza ‘stabarracca, direbbero a Sciacca (QUI IL NOSTRO ARTICOLO).

Ma questo non è un articolo per parlare dei dolori del Governo Musumeci, ma della grande politica in vista delle elezioni europee. Siccome Musumeci e i suoi assessori stanno governando bene – a parte le Province in default, i Comuni senza Bilancio, gli operai della Forestale che contestano il contratto integrativo a ‘coda di topo’ che gli era stato rifilato dal Governo Crocetta e ri-valorizzato dal Governo Musuneci, l’agricoltura allo sbando, le alluvioni che distruggono campagne e centri abitati per mancanza di manutenzione e il resto della Sicilia che cola a picco – si aspettano tanti voti alle prossime elezioni europee.

Da quello che si capisce, presso i plessi scolastici dove verranno allestiti i seggi elettorali ci sono siciliani già in fila che chiedono:

“Quand’è che che si vota per le elezioni europee, che noi vogliamo votare per ‘Quelli che guardano a Musumeci’ (il copyright è sempre di Live Sicilia)?”.

Chi saranno mai ‘Quelli che guardano a Musumeci’? Godiamoceli piano piano, come quando si scoprono le carte alla Zecchinetta: intanto ci sono i ‘Fratelli d’Italia’, che non sono i massoni dell’Inno di Mameli, ma i seguaci di Georgia Meloni: in Sicilia sono un po’ desaparecidos, ma raccattandoli qua e là qualche cosa si trova.

Di questo si occupa Alessandro Aricò, tornato all’Ars dopo cinque anni di riposo forzato, oggi delegato a ricevere i tanti personaggi in cerca d’autore che si presentano a Palazzo d’Orleans: tu che vuoi? vien qui, sistemati lì, sto arrivando, torna domani, puoi stare tranquillo, ho una sola parola, considerala cosa fatta e bla bla bla.

Vedremo cosa riuscirà a combinare Aricò nel ruolo di gran cerimoniere del Governo Musumeci…

Live Sicilia scrive che, per l’occasione, sarebbe stato ripescato, in Puglia, Raffaele Fitto, già ‘affondato’ alle ultime elezioni politiche. Si sa, i grillini, dalle parti del Tavoliere, tra ILVA e TAP, hanno perso credibilità. E Fitto pensa – o s’illude? – di intercettare i voti che ha perso.

Chissà perché i pugliesi che sono contro l’ILVA e la TAP, delusi dai grillini che i hanno traditi proprio su ILVA e TAP, dovrebbero tornare a votare Fitto, il PD e tutta la vecchia politica che sono sempre stati favorevoli all’ILVA e alla TAP. Mistero. Ma Fitto ci crede: lasciamoglielo credere.

Dall’oltretomba della politica siciliana sono spuntati di nuovo, come in un film dell’orrore, anche i lombardiani, ovvero i seguaci di Raffaele Lombardo, l’ex presidente della Regione che, nonostante i guai giudiziari, ha contribuito ad eleggere sia Musumeci alla Regione, sia Salvo Pogliese al Comune.

Live Sicilia, forse pensando alla Divina commedia sempre più commedia, per dirla con Antonello Venditti (non ci chiedete se siamo all’Inferno, al Purgatorio o in Paradiso: scegliete voi) inserisce i lombardiani tra i “movimenti civici, autonomisti e moderati”.

In questo ‘girone’ sono finiti anche i Popolari di Saverio Romano e dell’assessore Toto Cordaro. Noi ci inseriamo pure l’assessore Roberto Lagalla che, se la dobbiamo dire tutta, di quest’area, è quello che potrebbe avere più voti in un’eventuale candidatura alle elezioni europee, per tanti motivi.

Live Sicilia dà come possibile candidato l’assessore alla Salute-Sanità, Ruggero Razza, vicino a Musumeci, definito “un carico da undici”. Dimenticando che l’ultima volta che due “carichi da undici” si presentarono in pompa magna alle elezioni comunali di Palermo – se non ricordiamo male correva l’anno 2012 – non presero nemmeno i voti per entrare in Consiglio comunale (i “carichi da undici” erano gli allora assessori regionali della Giunta Lombardo, Gaetano Armao e Massimo Russo).

All’appello manca la nuova armata di Salvo Fleres, già repubblicano, poi parlamentare e assessore regionale di Forza Italia e poi ancora parlamentare nazionale, sempre di Forza Italia. Fleres ha dato vita a un movimento autonomista ma non indipendentista (non esageriamo!): e noi l’immaginavamo tra ‘Quelli che guardano a Musumeci’: ci siamo sbagliati.

Alla fine dell’articolo Live Sicilia frena un po’ e ricorda che, alla fine, tutto potrebbe conformarsi a un mezzo listone di centrodestra. Meno male: così siamo più tranquilli: sapere che il centrodestra, tra neo-autonomisti e ‘impresentabili’ rischia di disperdere voti non ci fa dormire la notte: che ne sarebbe della politica siciliana senza questi geni?

Tutti questi ‘nomi nuovi’, che hanno già fatto grande la Sicilia (default della Regione a parte, ovviamente), non possono usciere di scena: non sia mai!

E siamo anche più sereni: dopo i ripetuti attacchi ai dipendenti regionali pensavamo, con paura, che il presidente Musumeci si era trasformato in una sorta di Robespierre catanese. Invece è tornato moderato tra i moderati. Tutto è bene quel che finisce bene…

Foto tratta da institute-francaise.org.uk      

 

 

 

 

 

 

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