La Sicilia allagata: il presidente Musumeci non scarichi su altri le proprie responsabilità/ MATTINALE 182

4 novembre 2018

Per la seconda volta in pochi giorni il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, fugge dalle proprie responsabilità e scarica su altri la propria inettitudine e quelle del suo Governo. Adesso ci ricorda che il maltempo fa danni perché mancano le manutenzioni. E lui da quasi un anno a questa parte dov’è stato? I miei ricordi da direttore all’assessorato regionale ai Lavori pubblici 

Se la Sicilia in questi giorni è sott’acqua non prendetevela col Padreterno!
Il quale, se ha colpe, le divide con chi aggiudica appalti per la costruzione di infrastrutture ad un ribasso tale che i lavori devono per forza fare schifo; con chi non controlla ed ispeziona coscientemente i lavori in corso d’opera e alla consegna le opere; con chi scientemente omette di fare le dovute opere di pulizia e di manutenzioni.

In ogni caso, non deve passare senza commenti la dichiarazione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ha scoperto che “in passato erano state date delle disposizioni con risorse finanziarie (per fare le manutenzioni) ma che gli uffici non hanno dato seguito agli atti formali”.

Quando va in panico per le sue responsabilità Musumeci straparla senza più capire la gravità delle sue affermazioni.

Non è corretto per un rappresentate delle Istituzioni, fiutato il pericolo, fuggire e scaricare le colpe sugli altri, sparando nel mucchio.

I pogrom contro la burocrazia regionale, inaugurati dall’impresentabile Rosario Crocetta, anche lui in fuga dalle sue responsabilità e dalla sua inettitudine, proseguono dunque con Nello Nullo Musumeci.

I dipendenti regionali? “U muru vasciu”.

E’ convinto così il Nullo di potere nascondere le proprie responsabilità di deputato regionale, carica da lui ricoperta, ahimè, da troppo tempo, alla Regione? Venisse da Marte, lo capirei. Ma è stato “pedi pedi” per anni e anni come deputato al Parlamento regionale e i siciliani debbono sapere che i deputati, quando e se vogliono fare il proprio dovere, hanno strumenti efficacissimi per intervenire nella realtà delle cose.

Chi dei tanti burocrati “criminali” avrebbe negato l’accesso al presidente della Commissione regionale Antimafia? E ci sono poi le interpellanze e le interrogazioni, con le quali mettere all’angolo il Governo. Sarebbe bastato che Musumeci avesse esercitato il potere-dovere ispettivo e tante cose forse oggi non ci sarebbero, ma, in ogni caso oggi potrebbe dire di aver fatto il possibile.

Invece niente di niente di niente. Troppo facile, troppo semplice, troppo comodo scaricare su gli altri responsabilità proprie, indirette o dirette che siano.

Prima di aprire bocca in merito, Musumeci, per lealtà politica, dovrebbe dare contezza ai siciliani di quanti euro sono stati da lui messi per la prevenzione nel bilancio della Regione e quanti euro sono stati spesi dal suo Governo, nei mesi scorsi, per fronteggiare l’inverno. Solo allora potrebbe fare qualche pistolotto. Ma mai, in ogni caso, sparare nel mucchio con accuse propagandistiche.

Siamo ancora in attesa di conoscere i nomi dei dipendenti regionali “criminali” della precedente denuncia.

Ecco come vanno le cose.

L’ultima mia esperienza di lavoro alla Regione fu in quell’assessorato che si chiamava dei Lavori pubblici, oggi assessorato alle Infrastrutture.

Nella rubrica della direzione esistevano, tra gli altri, due capitoli, uno per le manutenzioni di strade e corsi d’acqua e l’altro per finanziamenti alle chiese. Al direttore, cioè a me, competeva la proposta di copertura finanziaria del progetto di bilancio.

Mi sembrò doveroso impinguare il capitolo della manutenzione di strade e fiumi, che sono di tutti i siciliani, e ridurre gli interventi a favore delle chiese, che riguardano non tutti i siciliani e che non rivestono interesse pubblico, essendo opere di religione.

L’assessore dell’epoca, con mossa felina, pensando ai suoi rapporti con Santa Madre Chiesa e ai voti che tanti parroci santamente riconoscenti gli avrebbero portato, ridusse all’osso i fondi per le manutenzioni e aumentò quelli per le Chiese.

Piangiamo con un occhio. I morti annegati o travolti dalle frane avranno il conforto di una messa dentro una chiesa appositamente edificata.

Foto tratta da lasicilia.it

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