Il TAR blocca la caccia in Sicilia fino all’1 ottobre

19 settembre 2018

Ma dall’1 ottobre in poi i cacciatori torneranno ad ammazzare gli animali. Non è facile entrare nella testa di chi si diverte a sparare agli essere viventi, ma uno stop è comunque una mezza vittoria e una secca sconfitta per l’accoppiata Musumeci-Bandiera. Le dichiarazioni degli ambientalisti e del parlamentare europeo, Ignazio Corrao

Due grandi ‘scienziati’ del Governo regionale della Sicilia – il presidente Nello Musumeci e l’assessore all’Agricoltura, Edy Bandiera – non hanno ancora trovato il tempo per far partire i controlli sulle derrate alimentari che arrivano in Sicilia, a cominciare le navi cariche di grano duro estero – ma aveva invece trovato il tempo per fare ammazzare gli animali con la caccia aperta l’1 settembre.

Esponenti delle vecchia e becera politica, gli attuali governanti avevano autorizzato le doppiette a sparare a volatili, conigli e via ammazzando. Ma almeno per una decina di giorni sono stati fermati. Il TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale), accogliendo un ricorso delle associazioni ambientaliste, ha bloccato momentaneamente la caccia. Fino all’1 ottobre niente doppiette.

I giudici del TAR hanno anche dichiarata illegittimi la prosecuzione dell’attività venatoria nel mese di febbraio 2019. E ha stabilito che la caccia al coniglio è chiusa per l’intera stagione. Per il Tribunale Amministrativo Regionale, il parere espresso dall’ISPRA è importante a va tenuto nella giusta considerazione, cosa che non ha fatto il Governo regionale che l’ha ignorato.

In un comunicato gli ambientalisti spiegano:

“Con un’articolata ordinanza il TAR Palermo ha accolto totalmente il ricorso presentato da Legambiente Sicilia, LIPU e WWF, con il patrocinio degli avvocati Antonella Bonanno e Nicola Giudice del Foro di Palermo, contro il calendario venatorio 2018/2019 emanato ad agosto dall’Assessore all’Agricoltura Eddy Bandiera in contrasto con il parere dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).

I punti più importanti sono:

– l’illegittimità della preapertura del 1 settembre con conseguente chiusura della caccia sino al 1 ottobre per gli uccelli e la piccola selvaggina;

– l’illegittimità della prosecuzione dell’attività venatoria nel mese di febbraio 2019;

– la chiusura della caccia la coniglio per l’intera stagione;

– il valore del parere dell’ISPRA, disatteso immotivatamente dalla Regione”.

“Il TAR – prosegue il comunicato – nel richiamare la giurisprudenza del Consiglio di Stato sul rispetto del parere dell’ISPRA e per la prima volta anche quella della Corte dei Conti sul danno erariale conseguente all’illegittimo prelievo venatorio di fauna selvatica (patrimonio indisponibile dello Stato), ha inoltre evidenziato la mancanza di dati scientifici aggiornati in base ai quali la Regione avrebbe dovuto disciplinare la caccia in Sicilia”.

“Legambiente, LIPU e WWF chiedono all’assessore Bandiera l’immediata esecuzione della decisione del TAR per evitare ulteriori e irreparabili danni al patrimonio faunistico e l’emanazione di immediate disposizioni ai corpi di polizia e vigilanza per il rispetto dei nuovi divieti. Da domani, infatti, chiunque venisse sorpreso nell’esercizio di attività venatoria, ovvero di porto di fucili da caccia sarebbe punibile per il reato di esercizio venatorio in periodo di divieto ai sensi dell’art. 30 della legge n. 157/1992, punito con l’arresto da tre mesi ad un anno o l’ammenda fino a euro 2.582,00 ed il sequestro delle armi e della fauna eventualmente abbattuta”.

Sulla vicenda interviene il parlamentare europeo del Movimento 5 Stelle eletto in Sicilia, Ignazio Corrao:

“La sospensione della caccia in Sicilia è una vittoria di legalità e rispetto delle regole. Voglio esprimere il mio plauso personale alle associazioni ambientaliste per il loro lavoro e la loro dedizione per la difesa dell’ambiente siciliano ma provo sdegno per quanto fatto dal governo Musumeci”.

Corrao ha depositato nelle scorse settimane un’interrogazione alla Commissione Europea sulle presunte irregolarità dell’apertura anticipata della stagione venatoria in Sicilia, sollevando il rischio di sanzioni dall’Europa.

“Ancora prima dell’abbattimento di alcuni esemplari di specie protette e riportati dalle cronache regionali – spiega Corrao – avevamo ravvisato numerose irregolarità nell’appena varato calendario venatorio firmato Bandiera-Musumeci. Evidentemente il peso politico delle doppiette in Sicilia ha avuto più rilevanza del rispetto dell’ambiente. Ci ha pensato il TAR a riportare normalità. Siamo fieri del lavoro svolto dalle associazioni ambientaliste, ma ancora una volta, Musumeci e soci – conclude Corrao – hanno fatto fare alla Sicilia una bruttissima figura. Ora rimane da quantificare il danno d’immagine”.

Foto tratta da lanuovaecologia.it

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