… e fu così che Patrizia Monterosso inguaiò due ex presidenti e dodici ex assessori!

7 settembre 2018

In tanti in queste ore dicono: “Noi l’avevamo detto”. E questa volta hanno ragione, perché la Corte dei Conti, sul ‘caso’ della nomina di Patrizia Monterosso alla Segreteria generale della presidenza della Regione sembra avere tutta l’intenzione di ‘bastonare’ la vecchia politica-politicante della Sicilia. Colpendo due ex presidenti della Regione e dodici ex assessori alle tasche…

Ora saranno in tanti a dire: “Io l’avevo detto”. Non senza qualche ragione, se è vero che quando Patrizia Monterosso viene nominata Segretario generale della presidenza della Regione siciliana le proteste sono tante. E non mancano i ricorsi. In effetti, nominare al vertice amministrativo della Regione siciliana un dirigente esterno, beh, qualche dubbio lo giustifica. Ma il presidente della Regione dell’epoca, Raffaele Lombardo, tira dritto: e nomina la dottoressa Monterosso al vertice della burocrazia regionale. Corre l’anno 2012. Oggi la Corte dei Conti lo ha citato in giudizio, chiedendogli la restituzione di 340 mila euro e rotti.

Non è andata meglio al successore di Lombardo, Rosario Crocetta. Quest’ultimo, insediatosi nel novembre del 2012, tiene la dottoressa Monterosso alla Segreteria generale. Del resto, Governo di centrosinistra a trazione PD è quello di Lombardo e centrosinistra a trazione PD è quello di Crocetta (anche se nella prima fase il PD è un po’ in sofferenza, perché Crocetta, il senatore Giuseppe Lumia e Confindustria Sicilia allora controllata da Antonello Montante non danno molto spazio: ed è allora che si sussurrava che a volere la dottoressa Monterosso intoccabile alla Segreteria generale era Lumia).

Crocetta, come già accennato, conferma la dottoressa Monterosso al vertice della Regione e, nel 2016, le rinnova il contratto. Anche per lui arriva un atto di citazione: dovrebbe restituire 106 mila euro circa.

Su La Sicilia di Catania leggiamo i nomi di 12 ex  assessori regionali raggiunti da atti di citazione:

Alessandro Aricò (56.745,00 euro), Accursio Gallo (56.745,00 euro), Beppe Spampinato (56.745,00 euro), Daniele Tranchida (56.745,00 euro), Amleto Trigilio (56.745,00 euro), Marco Venturi (56.745,00 euro), Mariella Lo Bello (17.750,15 euro), (Vania Contrafatto, 17.750,15), Giovanni Pistorio (17.750,15), Bruno Marziano (17.750,15 euro), Baldo Gucciardi (17.750,15 euro), Luisa Lantieri (17.750,15 euro).

A questi si aggiungono i citati Raffaele Lombardo (340.470,03 euro) e Rosario Crocetta (106.500,94).

Insomma, la nomina della dottoressa Monterosso, a parere della Corte dei Conti, è “illecita”.

Ricordiamo che è un atto di citazione e non una condanna. Come finirà questa storia lo sapremo il prossimo anno.

Qualcuno potrebbe obiettare: lo potevano dire prima!

Sempre su La Sicilia leggiamo:

“Il procedimento ha origine da ‘varie segnalazioni’ e soprattutto da una ‘articolata denuncia’ del Di.R.Si., il sindacato dei dirigenti regionali. Nell’atto di citazione il procuratore Albo argomenta la ‘evidente fondatezza’ dell’esposto, ‘agevolmente constatabile da una serena lettura della normativa di riferimento’. Ovvero la ‘legge Brunetta’ (che vincola la nomina di un soggetto esterno alla Pubblica amministrazione all’assenza di ‘professionalità equivalenti’ nei ruoli interni), della quale le giunte di Lombardo e di Crocetta avrebbero operato una ‘rimozione'”.

In realtà, c’è stato anche un ricorso avverso la nomina di Patrizia Monterosso al TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale). Firmato da due dirigenti generali. Ricorso non accettato dai giudici amministrativi perché i due dirigenti generali non avrebbero avuto motivo per presentare il ricorso. Al TAR Sicilia, mettiamola così, non vanno a genio i dirigenti generali provenienti dal bacino dei dirigenti ‘promossi’ con la legge regionale n. 10 del 2000. Ma questa è un’altra storia.

Per la magistratura contabile il Governo Lombardo, prima di nominare la dottoressa Monterosso, avrebbe dovuto verificare se, nei ranghi dell’amministrazione regionale, c’erano soggetti in grado di ricoprire tale ruolo.

Non solo. La Corte dei Conti contesta anche i titoli della dottoressa Monterosso, che non è laureata in Giurisprudenza, ma in Filosofia (anche se la laurea in Giurisprudenza non sempre è stata richiesta, per esempio, per i vertici dell’Assemblea regionale siciliana…).

Leggiamo sempre su La Sicilia:

“Il conferimento di incarico ‘non solo è illecito per la omessa verifica legale della sussistenza tra i ruoli dell’amministrazione della professionalità richiesta per ricoprire l’incarico, ma anche perché il soggetto esterno individuato per ricoprire l’incarico di Segretario Generale non ne aveva i requisiti, circostanza anche quest’ultima trasgressiva dei principi di economicità e sana gestione finanziaria e come tale dotata di autonoma lesività erariale’. Per dimostrare l’assenza dei requisiti il procuratore cita, traendola proprio dalle premesse dell’atto di nomina, una precedente revoca (del 2010) di Monterosso dal ruolo di dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale per ‘carenza di requisiti'”.

Il 5 febbraio del 2013 l’allora presidente Crocetta mantiene il contratto quadriennale per la dottoressa Monterosso. Coinvolgendo gli allora assessori Ester Bonafede, Nino Bartolotta, Lucia Borsellino, Dario Cartabellotta, Mariella Lo Bello, Nicolò Marino e Patrizia Valenti che, però, non sono stati ritenuti responsabili del mantenimento del contratto.

Nel 2016 l’incarico della dottoressa Monterosso, come già ricordato, va in scadenza. E Crocetta la nomina per altri cinque anni. Anche questa nomina, per la magistratura contabile, sarebbe “illecita”. La musica è sempre la stessa – e non potrebbe essere altra -: “Omessa trasparente verifica della sussistenza tra i ruoli dell’amministrazione della professionalità richiesta per ricoprire l’incarico” e mancanza di titoli.

Per la cronaca, Patrizia Monterosso non è stata riconfermata dall’attuale presidente della Regione, Nello Musumeci, che al suo posto ha nominato Maria Mattarella (che non è una ‘filosofa’, ma una laureata in Giurisprudenza).

Oggi Patrizia Monterosso è sempre con la vecchia politica siciliana: il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, l’ha nominata al vertice della Fondazione Federico II, braccio operativo del Parlamento siciliano in materia di attività culturali.

Considerazione finale: anche questa ‘invenzione’ dei passati Governi di centrosinistra – Lombardo e Crocetta – è finita male. Ma in questo caso, oltre al fallimento politico, ci potrebbe essere anche il possibile danno erariale da pagare. Per sapere come evolverà questa vicenda bisognerà aspettare il 20 marzo del prossimo anno, quando i due ex presidenti della Regione e i dodici ex assessori si dovranno presentare al cospetto dei giudici della Corte dei Conti.

Giudici che, con la politica siciliana, si confermano più severi di altre magistrature (a proposito: chissà cosa avrebbero deciso i giudici del TAR Sicilia se fossero entrati nel merito di questa vicenda: ma questo non lo sapremo mai).

P.s.

La vera domanda è: perché la vecchia politica siciliana ha rischiato tanto per nominare la dottoressa Patrizia Monterosso? Ma anche questo non lo sapremo mai…

QUI UN NOSTRO ARTICOLO SU PATRIZIA MONTEROSSO SCRITTO QUASI TRE ANNI FA

Caso Monterosso: danno erariale per quasi 900mila euro. Che botta!

La condanna di Patrizia Monterosso/ I grillini: “Il governo Crocetta ha recuperato le somme?”

QUI L’ARTICOLO DE LA SICILIA DI CATANIA PER ESTESO

 

 

 

 

 

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