Politica siciliana da buttare/ Formazione e politiche del lavoro: la situazione è grave ma non seria

29 agosto 2018

E’ grave per gli 8 mila lavoratori della Formazione e degli ex Sportelli multifunzionali ancora oggi disoccupati. Non è seria, anzi è una pulcinellata, se è vero che l’attuale Governo regionale cincischia, nella vana speranza di ‘sbolognare’ al Governo nazionale (leggere il vice premier Luigi Di Maio) il caos siciliano. La verità è che Musumeci e Lagalla sono protagonisti di una commedia degli inganni… 

Nella classifica della politica siciliana da buttare in mare attaccata a un masso di una ventina di tonnellate al primo posto, con un ‘vantaggio’ incolmabile con il resto della delirante amministrazione regionale, ci sono le scelte dell’attuale Governo siciliano in materia di Formazione professionale e politiche del lavoro. Nemmeno la gestione dell’agricoltura dell’Isola – che pure è un delirio – raggiunge le ‘vette’ di questi due settori.

Per dirla in breve, anzi, per dirla con Ennio Flaiano, “la situazione è grave ma non seria”: è grave per i lavoratori di questi due settori, che sono ancora senza lavoro; non è seria per il Governo regionale, che su Formazione professionale e politiche del lavoro, da quando si è insediato, ammutta fumu cu ‘a stanga e cogghi acqua cu ‘u panaru…

L’ultima sceneggiata è la lettera che il Presidente della Regione, Nello Musumeci, ha inviato al vice premier e Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio. Quest’ultimo, è noto, sollecitato dai lavoratori disoccupati della Sicilia, si è impegnato ad aprire un tavolo con la Regione. Ma la nostra impressione è che, tra Roma e la Regione sia in corso una commedia degli equivoci.

Di Maio – stando a quello che abbiamo capito – a settembre dovrebbe avviare questo tavolo per capire, tanto per cominciare, quali sono le intenzioni del Governo siciliano. Il vice premier sa che la Regione ha a disposizione, per la Formazione, fondi europei non spesi e risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE). Mentre per le politiche del lavoro ci sono fondi già stanziati nella passata legislatura che l’attuale Governo regionale non ha attivato.

Dall’altra parte c’è un Governo regionale il cui obiettivo sintetizza in tre punti: ‘sbolognare’ a Roma (cioè facendo pagare al Governo nazionale) gli 8 mila disoccupati, ‘pilotare’ nuove assunzioni con un paio di Bandi ‘addomesticati’ nella Formazione professionale e utilizzare i fondi per le politiche del lavoro con la privatizzazione del settore per favorire gli ‘amici’.

Nuove assunzioni nella Formazione e gestione privata delle politiche del lavoro significano nuove clientele (e voti) alle elezioni europee della prossima primavera (si dice che uno dei candidati poterebbe essere lo stesso assessore alla Formazione professionale, Roberto Lagalla).

Lo ‘sperto’ di Catania-Militello in Val di Catania (Musumeci) e il citato assessore Lagalla (che cerca di presentarsi addirittura come agrigentino senza nemmeno essere nato in Sicilia!) pensano che Di Maio sia un ‘pivello’. La nostra sensazione è che stanno facendo i conti senza l’oste…

Tra l’altro Musumeci, in campagna elettorale aveva detto che avrebbe risolto subito il problema degli ex sportellisti (politiche del lavoro), visto che c’erano già legge e risorse. Per la Formazione professionale, dopo uno ‘sfondone’ (aveva detto che la Formazione, in Sicilia, era stata fatta per i formatori), in un’intervista al quotidiano on line Live Sicilia, si era impegnato a istituire un’Agenzia regionale nella quale avrebbero trovato posto i lavoratori disoccupati della Formazione.

Appena si è insediato a Palazzo d’Orleans, sede della Presidenza della Regione, Musumeci si è rimangiato tutto e, oggi, scrive simpatiche ‘lettere accorate’ a Di Maio, nell’illusione che l’attuale Governo nazionale gli tolga di torno la camurria dei lavoratori disoccupati…

Musumeci e i suoi ‘corifei’ fanno sapere, ad esempio, che l’Agenzia regionale è una strada impercorribile, perché sarebbe incompatibile con i fondi europei. Ora, a parte il fatto che la Regione siciliana non può finanziare con i fondi europei tutta la Formazione, a Frosinone, nel Lazio, è in corso un’esperienza che smentisce Musuimeci e i suoi dotti ‘corifei’.

Sul blog alessioporcu.it leggiamo che il Consiglio provinciale di Frosinone ha approvato la costituzione dell’Agenzia per lo sviluppo della Formazione, della Conoscenza e dell’Occupabilità. Un atto che ha messo “fine alla precedente esperienza dell’Agenzia di Formazione messa in liquidazione dall’attuale Amministrazione”.

“La nuova Agenzia della Formazione di Frosinone – leggiamo sempre nel blog – non si occuperà soltanto di formazione per i ragazzi che sono in età di obbligo scolastico. Punta ad offrire anche formazione continua ai professionisti, alle imprese, agli enti pubblici, ai lavoratori”.

E i lavoratori disoccupati? “Saranno garantiti tutti. Valorizzando però le professionalità presenti. Ognuno verrà ricollocato in base ai suoi titoli ed alle sue competenze”.

La nuova Agenzia per la Formazione “si potrà avvalere del sostegno della Regione Lazio, non solo per le attività delegate ma anche per la fase di start up”.

Domanda: se la Regione Lazio sta intervenendo a sostegno dell’Agenzia della Formazione di Frosinone, perché la Regione siciliana non dovrebbe farlo? Perché i ‘briganti’ del Governo siciliano di centrodestra si debbono fare i fattacci propri? Ci chiediamo e chiediamo: ma che serietà è questa?

“Rispetto al passato – leggiamo sempre – ci sarà un notevole abbassamento dei costi di gestione”. In Sicilia, invece, con la cervellotica e furbesca invenzione del “costo standard” gli enti ‘ammucca-tutto’ spenderanno meno e si terranno i soldi che non verranno spesi…

“La nuova Agenzia – prosegue l’articolo – nasce dagli errori e dalla criticità emerse nel passato. Punterà ai fondi europei per la formazione, alla creazione di percorsi formativi qualificanti e professionalizzanti, ai corsi che danno diritto ai crediti formativi per i professionisti. Si punterà poi all’aggiornamento nella pubblica amministrazione ed all’Alta Formazione. La nuova Agenzia sarà attiva già dall’anno formativo 2018-2019”.

Insomma: c’è chi fa (Frosinone) e chi cincischia (Musumeci & Lagalla).

Hanno torto, poi, Gli Irriducibili della Formazione professionale che passano all’attacco?

“L’accordo a ‘salvaguardia dei lavoratori’ – si legge nella pagina Facebook de Gli Irriducibili – si è rivelato un flop! Un minimo di rispetto per l’intelligenza dei lavoratori siciliani. Ma chi pensano di prendere in giro? Le tutele messe in campo sono esclusivamente per i gestori che riceveranno il 100% del finanziamento erogando, forse, il 60% delle spettanze contrattuali. E sono tutti felici e contenti per aver fregato per l’ennesima volta i lavoratori virtuali. Mesi e mesi di proclami e rassicurazioni sfociati nell’ennesimo inutile elenco e nei bandi farlocchi. Un appattamento di carte con cui è stato innalzato un castello debolissimo che crollerà al primo soffio. Altra replica di Avvisi naufragati miseramente”.

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