Musumeci e gli eurodeputati siciliani insieme per l’agricoltura. Risultato: il nulla!/ MATTINALE 145

28 agosto 2018

Ricordate? Era il 7 aprile di quest’anno. Il presidente della Regione, ‘Nullo’ Nello Musumeci, convocava a Palermo gli eurodeputati eletti nel collegio Sicilia-Sardegna. Obiettivo: mettere al centro l’agricoltura, a Bruxelles e a Roma. Incontro in pompa magna, presentato con grande enfasi. Risultato: il nulla totale da Bruxelles e da Roma  

Il 7 aprile di quest’anno ‘Nullo’ Nello Musumeci incontrò gli eurodeputati siciliani “per crisi agricola”. Per la prima volta dai tempi della deportatio ad aquam del grano siciliano in direzione Ostia e quindi l’Urbe, i deputati europei eletti in Sicilia si ritrovarono attorno a un tavolo con il presidente della Regione. Non era mai accaduto negli anni passati, sottolineò con vibrante soddisfazione l’intrepido cronista dell’epoca.

Tema all’ordine del giorno “la grave crisi di mercato che ha colpito il comparto ortofrutticolo nell’Isola”. Organizzare questo incontro era uno degli impegni che il governatore Nello Musumeci aveva assunto durante l’incontro con gli agricoltori a Vittoria (Minchia impegno! Da fare tremare le vene e i polsi). Ed eccoli lì, ”tutti intorno a te, Charlie Brown”.

Alla riunione era presente una delegazione di euro deputati eletti nella circoscrizione Isole, composta dai siciliani Salvo Pogliese, Giovanni La Via, Michela Giuffrida, Caterina ChinniciIgnazio Corrao, e dai sardi Renato Soru e Salvatore Cicu.

Al confronto, durato oltre tre ore ( fino allo sfinimento, dunque!) parteciparono anche l’assessore alle Politiche agricole, Edy Bandiera, e i dirigenti generali dei dipartimenti regionali dell’Agricoltura, Carmelo Frittitta, e degli Affari extraregionali, Vincenzo Falgares.

Musumeci chiese agli europarlamentari, a prescindere (vi ricorda qualcuno?) dagli schieramenti politici, “un’azione compatta e comune, con una forte interlocuzione con l’Unione europea, su obiettivi precisi che possa servire a rilanciare l’economia della Sicilia, la Regione più povera d’Italia e la terz’ultima in Europa (e questo lo disse con orgoglio)”.

In che cosa potessero consistere concretamente “l’azione compatta”, e gli “obbiettivi precisi” non fu detto e non è dato saperlo. L’appello allo ‘stare uniti’ anche con un ‘forte segnale esterno’, puntualizzò l’anelante cantastorie, fu subito raccolto dagli eurodeputati presenti che manifestarono “grande apprezzamento” per l’iniziativa, dicendosi favorevoli a successivi incontri periodici, purché alla fine di ciascuno di questi incontri fosse contemplato un robusto servizio di buffet.

Furono evidenziate le possibili soluzioni, compatibili rispetto ai limiti europei, per tentare di contrastare la crisi di mercato. Col che si riconobbe, da parte di quei dementi, che i limiti, ovvero le restrizioni europee, sono fattore di crisi per le produzioni siciliane. I nostri eroi, invece di dichiararsi pronti a lottare, a prescindere, contro questi limiti, si dichiararono molto più coraggiosamente disponibili a lavorare all’interno di questi limiti, ovvero a non fare nulla.

Fu accertato che la crisi era dovuta anche a un drastico calo di consumi con conseguente riduzione della richiesta di pomodoro che causò un eccesso di offerta, con la logica conseguenza di serre piene e prezzi non adeguati. Di previsioni di mercato, di programmazione e organizzazione della produzione e delle vie di commercializzazione, tutti doveri della Regione e a cui la Regione si è sempre sottratta, niente fu detto.

La conclusione, come sempre fu, è e sarà questa: vinca il più furbo, ovvero detto in politichese: “A essere favoriti, quindi, sono i produttori che possono contare su una migliore organizzazione commerciale”.

“Da qui – sproloquia il Nullo, di banalità in banalità, da luogo comune a luogo comune – la necessità di processi di aggregazione, accordi di filiera, tavoli con la Grande distribuzione organizzata, azioni promozionali sui prodotti nei punti vendita, applicazione delle clausole di salvaguardia”.

Bravo! Come parla bene! Ci ricorda Almirante.

E chi li deve fare? E quando sono stati fatti? E con quali risultati? Ascoltiamo ancora le alate parole del ‘Nullo’:

“Manca un processo di accompagnamento delle aziende, che per questo motivo, nella maggior parte dei casi, dopo un paio di anni sono costrette a chiudere” (Ovviamente, che le debba accompagnare la Regione non gli passa manco per la testa).

“In un mondo globalizzato, ormai, per realizzare la svolta, la parola d’ordine è unirsi. Bisogna fare squadra tutto il Sud, come emerso nel corso dell’incontro” (Addirittura!!). “Non possiamo lasciare soli i produttori” (forse sarebbe meglio!).

Eppoi, il finale scoppiettante, la “masculiata”, come si dice a Palermo, la muschittiria”, come si dice a Catania:

“Non appena a Roma si insedierà il nuovo Governo chiederemo un incontro perché la questione venga affrontata su un tavolo nazionale e nell’interlocuzione con l’Europa la Sicilia non venga lasciata sola”.

Non sappiamo se Musumeci ha chiesto al Ministro dell’Agricoltura del Nord, il leghista Gian Marco Centinaio, di essere ricevuto, ma se lo ha fatto siamo sicuri che il trucido lo ha mandato dove da sempre i leghisti mandano i siciliani.

Ed ecco la perla finale, lo zuccherino:

”Nell’immediato, il governo ha deciso di proporre, nella legge di stabilità, degli emendamenti finalizzati a iniziative in materia di credito agrario agevolato a favore di micro imprese attive nel settore agricolo; un piano di ritiro dal mercato dei prodotti ortofrutticoli oggetto della crisi da destinare a finalità umanitarie da concordare con il ministero delle Politiche agricole”.

Noi non le abbiamo viste queste norme. Ma potemmo sbagliarci. Chiederemo ai produttori dell’ortofrutta.

Di tutto questo show una cosa utile però si ricava. In un solo fascio (di fotografie) avete plasticamente rappresentata tutta la gramigna politica e burocratica che sta avvelenando la Sicilia.

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