Le scuole siciliane riaprono il 2 settembre. E la sicurezza? Comu finisci si cunta…

20 agosto 2018

Di fatto, il Governo regionale non sta raccogliendo l’appello del Codacons, che ha chiesto il rinvio della riapertura delle scuole per potere effettuare le verifiche tecniche nei plessi scolastici. Il parlamentare Vincenzo Figuccia, che ha presentato un’interrogazione, annuncia un’azione di monitoraggio con comitati di genitori, studenti e docenti. E se ci saranno incidenti? E’ già pronto lo scaricabarile 

Austu e riustu è capo l’imvernu: il post Ferragosto – ci racconta un detto popolare siciliano – segna la fine dell’estate, spesso l’avvio delle piogge (e infatti piove) e, a settembre, la riapertura delle scuole. E qui – almeno in Sicilia è così – casca l’asino. O meglio, qui potrebbero cascare alcuni edifici scolastici. Non è una nostra tesi: lo dicono il presidente nazionale del Codacons e anche il parlamentare regionale, Vincenzo Figuccia.

Il Codacons non è una sigla così, tanto per dire: si tratta del Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori. A parlare è il suo presidente nazionale, Francesco Tanasi, che invita il Governo regionale a rinviare l’apertura delle scuole. Sulla stessa linea il già citato parlamentare regionale Figuccia.

Ma il Governo regionale – è questa la vera notizia – non sembra affatto preoccupato. E, per bocca dell’assessore all’Istruzione e alla Formazione, Roberto Lagalla, fa sapere che le scuole siciliane, a settembre, apriranno lo stesso.

Ma vediamo come si stanno delineando le posizioni.

Il Codacons, con Tanasi, chiede una soluzione drastica:

“Non riaprire le scuole in Sicilia, rinviando l’inizio delle lezioni, fino a quando non saranno effettuate tutte le verifiche tecniche atte a certificare la possibilità o meno che l’immobile possa essere utilizzabile sul fronte della vulnerabilità sismica”. Non solo. Tanasi chiede “alle istituzioni competenti di rendere pubblici gli obbligatori certificati di rispondenza alla normativa antisismica. Ogni anno la cronaca riporta fatti spiacevoli all’interno delle scuole – conclude il presidente del Codacons – e la sicurezza dei ragazzi non può interessare a giorni alterni”.

Più articolata la dichiarazione del parlamentare di CambiAmo la Sicilia, Vincenzo Figuccia:

“A settembre – scrive – riapriranno le scuole e non tutte le strutture in Sicilia sono sicure, per questo necessitano di alcuni interventi. L’insieme degli edifici scolastici della Regione comprende immobili costruiti anche molti anni fa, accanto ad altri relativamente nuovi. Controllare la situazione non è un semplice atto burocratico e a volte il responso dei tecnici porta alla chiusura. Il caso più recente è quello di Messina dove su 108 plessi comunali, tra Asili, Elementari e Medie soltanto due hanno il certificato di vulnerabilità sismica. L’anno scolastico non può partire così come se nulla fosse, chiederemo, come ha già opportunamente fatto il Codacons, il rinvio dell’inizio delle lezioni, fino a quando tutti i controlli opportuni non verranno effettuati”.

“Poiché la sicurezza delle nostre scuole non va in vacanza – aggiunge il parlamentare – ho ritenuto opportuno presentare quest’oggi un’interrogazione all’assessore alla Pubblica Istruzione e Formazione”. Figuccia chiede di sapere se tutti i Comuni siciliani “abbiano effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica, approfittando di questi giorni di chiusura delle scuole, per conoscerne le reali condizioni di sicurezza, per chiedere la realizzazione degli interventi richiesti ove siano già noti gli esiti di tali verifiche, e progettare eventuali interventi da effettuare grazie ai fondi della nuova Programmazione triennale 2018-2020”.

Figuccia annuncia un’iniziativa insieme con i comitati, i gruppi di genitori, gli studenti, i docenti e i cittadini sensibili a tale tema.

“Avvieremo una indagine civica – precisa – per controllare che tali verifiche di vulnerabilità sismica siano state realizzate, scuola per scuola, per pubblicizzarne l’esito e per concordare con le singole amministrazioni locali tempi e modi di intervento”.

Figuccia si rivolge, poi, al Ministro dell’Istruzione, il leghista Marco Bussetti, chiedendo la convocazione dell’Osservatorio nazionale dell’edilizia scolastica, “per proseguire nell’individuazione delle priorità per lo stanziamento dei fondi, per individuare procedure di superamento degli intoppi burocratici che rallentano la costruzione di nuove scuole, per sostenere le amministrazioni locali più piccole o meno attrezzate sulla progettazione, per concordare con tutti i soggetti dell’Osservatorio le attività da proporre in occasione della prossima Giornata nazionale della sicurezza delle scuole”.

Non tarda ad arrivare la replica dell’assessore Lagalla:

“Nelle ultime ore sia il Codacons quanto l’onorevole Figuccia hanno richiamato l’attenzione sullo stato di sicurezza delle scuole siciliane. Come è noto, si tratta di un tema avvertito a livello nazionale che, in Sicilia, ha trovato immediato riscontro da parte del governo Musumeci. Nei sette mesi trascorsi dal suo insediamento” l’attuale Governo regionale “ha infatti rapidamente provveduto a finanziare gli enti locali per l’espletamento delle verifiche antisismiche e ha promosso un bando per la realizzazione di interventi di ristrutturazione e messa in sicurezza degli edifici scolastici che, già ad ottobre, vedrà definita la graduatoria delle opere immediatamente finanziabili, a valere sul piano triennale 2018-2020”.

“Per quanto oggi possa essere tempestivo l’intervento dell’autorità regionale – spiega ancora l’assessore Lagalla, – sono evidenti i ritardi accumulati negli ultimi anni e purtroppo sono tali da non poter immaginare soluzioni miracolistiche, né tantomeno estemporanee. E’ ovvio che le lezioni scolastiche dovranno essere avviate in una condizione di massima tutela della sicurezza degli studenti e, in questo ambito, è preponderante il ruolo degli enti territoriali, con i quali l’Amministrazione regionale continuerà a confrontarsi nei prossimi giorni. Da parte del governo regionale, non mancherà ulteriore disponibilità e continuità di interlocuzione anche con le istituzioni dello Stato preposte alla tutela della incolumità pubblica. L’intento del governo è chiaramente quello di garantire agli studenti siciliani e alle loro famiglie un sereno andamento dell’anno scolastico, che inizierà regolarmente il 12 settembre, come già previsto”.

Da quello che si capisce, le scuole siciliane riapriranno il 2 settembre e la situazione sarà quella dello scorso anno. Di fatto, il Governo regionale non sta raccogliendo l’appello lanciato dal Codacons.

A trasi e nesci la controreplica di Figuccia:

“Condivido l’approccio dell’assessore La Galla, persona che stimo e di cui riconosco l’impegno e la competenza dimostrata in questi mesi nell’attività svolta all’interno del governo Musumeci. In linea con l’accelerazione impressa e in discontinuità all’indolenza dimostrata dai governi precedenti – conclude Figuccia – già dalla prossima settimana andrò a verificare personalmente la condizione delle scuole, incontrando i dirigenti scolastici che hanno sollecitato la mia azione e che si sono fatti parte attiva in questo percorso a tutela dei ragazzi”.

Insomma, Figuccia dà atto all’assessore Lagalla di aver preso atto che c’è un problema, ma i controlli che ha annunciato insieme con tanti soggetti, dai familiari degli studenti ai dirigenti scolastici, li avvierà lo stesso.

Per la cronaca, il sostanziale fallimento delle ex Province siciliane non ha determinato solo l’abbandono delle strade provinciali, ma anche la mancata manutenzione degli edifici scolastici dei Licei e, in generale, delle scuole superiori: manutenzione che era effettuata dalle ex Province.

Lo scorso anno non è successo nulla, a parte il tentativo di scaricare sui “dirigenti scolastici” un onere – la manutenzione – che è della pubblica amministrazione. L’assessore Lagalla, come già ricordato, ha deciso di riaprire le scuole il 2 settembre, non mancando di precisare che “è preponderante il ruolo degli enti territoriali”.

Della serie, la responsabilità, in ogni caso, è delle Province e dei Comuni.

Eh sì, perché se della manutenzione dei plessi scolastici di Licei e scuole superiori si occupavano le ex Province (che oggi sono in grandi difficoltà economiche: cosa che l’assessore Lagalla non può ignorare), negli edifici delle scuole elementari la competenza per la manutenzione è affidata ai Comuni.

Ma anche i Comuni siciliani non è che navighino nell’oro, se è vero che quasi 300 di questi non hanno ancora approvato né il Bilancio consuntivo 2017, né il Bilancio di previsione 2018. Però su questo fronte lo scenario è un po’ diverso, perché i Comuni godono di potestà impositiva e se dovesse succedere qualcosa ne risponderanno comunque i sindaci.

Ed è giusto che sia così: a Palermo, ad esempio, sono stati trovati 320 milioni di euro per realizzare 15 Km di Tram, un’altra barca di soldi l’ex Provincia si accinge a ‘immolarli’ su altre sette linea di Tram (ma i Comuni dell’ex Provincia di Palermo non hanno priorità?). Ma non si sa nulla né dei plessi scolastici della città, né di quelli dei paesi della provincia!

Quello che abbiamo capito, alla fine, è che eventuali lavori per fronteggiare problemi dovrebbero iniziare ad ottobre (ammesso che inizino). E che le suole siciliane stanno per riaprire seguendo il detto siciliano comu finisci si cunta, con la politica siciliana che, in caso di incidenti, si prepara allo scaricabarile…

P.s.

Fateci caso: la crisi finanziaria che colpisce la Regione siciliana, le ex Province e i Comuni è gravissima: ma nessuno tira in ballo la vera responsabile di tutto quello che sta succedendo: l’Unione Europea dell’euro e la sua folle austerità. La politica italiana ha l’obbligo di non affrontare tale tema. A parte qualche affondo dell’attuale Governo nazionale – che ha fatto sapere a chiare lettere, dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova, che ignorerà l’austerità se ci saranno da affrontare spese per la sicurezza – il resto della politica italiana tace. Gli esponenti del centrodestra e centrosinistra stanno zitti: e poi si chiedono perché la gente li fischia!

QUI UN ARTICOLO SUGLI EFFETTI NEFASTI DELL’AUSTERITA’ IMPOSTA ALL’ITALIA DALL’UNIONE EUROPEA DELL’EURO:

Crollano ponti e strade, ma l’importante è rispettare i ‘vincoli’ e il ‘rigore’ dell’Unione Europea dell’euro!

 

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