Mentre Musumeci e Armao vanno a Roma con il cappello in mano, la Lega al Nord…/ MATTINALE 126

8 agosto 2018

... la Lega al Nord si sta facendo assegnare dallo Stato quello che la Sicilia, sulla carta, possiede dal 1946. La differenza è che mentre alcuni articoli dello Statuto siciliano non sono mai stati applicati, il ministro per le Regioni, Erika Stefani, e l’ex Ministro Calderoli, entrambi leghisti, faranno incetta di risorse in favore del Nord! Noi invece ci teniamo Musumeci e Armao che, davanti a una crisi drammatica della nostra Regione, sanno solo fare la questua!

La levatura politica e istituzionale di un governo si misura soprattutto con l’ampiezza del respiro delle sue legittime rivendicazioni. E l’angustia, la ristrettezza e i limiti politici del governo di Nello Musumeci e dei suoi impresentabili compagni di merende sono chiari ed evidenti. Per tutti costoro, al potere, e non al governo, ormai ad oltre 9 mesi – possiamo affermarlo senza tema di smentite – l’attuazione dello Statuto, inserita come cavallo di battaglia del programma di “Diventerà putridissima,” è circoscritta a becere e moleste richieste di danaro a Roma.

Il tronfio e pettoruto assessore dell’Economia della Regione, Gaetano Armao, va e viene dalla Capitale con l’attitudine di un migrante che ti vuole a tutti i costi pulire i vetri dell’auto. Si riempie la bocca e ci riempie la testa di concetti profondi, di frasi intelligenti, di esempi di lucidissima e dottrina, ma a Roma la porta resta chiusa.

Perché, si interrogano in Via XX Settembre, sede del Ministero dell’Economia, dovremmo dare altri soldi a questi sciagurati?

Per fare ancora assunzioni a tempesta nella pubblica amministrazione senza concorsi?

Per continuare a foraggiare società partecipate e enti inutili?

Qual è il programma di Musumeci, Armao e compagnia bella per le ex Province, quasi tutte fallite?

E cosa stanno facendo per i quasi 25o Comuni della nostra Isola senza consuntivo e senza Bilancio di previsione 2018?

Certo, il passato governo regionale a trazione PD ha lasciato un’eredità pesante: ma quel è il progetto del governo Musumeci?

Dopo dove mesi quasi sono le novità? Aprire nuove discariche com’è stato fatto ad Enna e come si vorrebbe fare a Terrarisini? Fare pagare ai Comuni il costo del trasporto all’estero dei rifiuti?

Pensano veramente, questi signori, di rilanciare la Sicilia capitalizzando società finanziarie regionali a perdere?

A Roma, giustamente, davanti a una banda di questuanti senza programmi e senza idee hanno già risposto: basta e avanza la paghetta che vi passiamo!

Come una nonna ormai fuori di testa che si gioca sempre la stessa bolletta al Lotto, Musumeci e la sua allegra Band and Revue puntano ormai esclusivamente sugli articoli 36 e 37 dello Statuto, cercando di grattare altro formaggio: e da pizzicagnoli sono trattati.

Permettetemi, piccoli parvenu della politica, di avvertirvi che, purtroppo per voi, ma ancora di più per noi siciliani, lo Statuto della Regione siciliana non è alla vostra portata. E’ troppo complesso per le vostre menti da bottegai, troppo raffinato per essere manovrato da manovali, ai quali va il massimo rispetto per le loro competenze: è come un’astronave finita in mano a dei Neanderthaliani.

Come prima cosa va capito che lo Statuto è un meccanismo perfetto e delicatissimo. Un orologio di pregio, in cui tutte le sue componenti concorrono armoniosamente al suo preciso funzionamento. Poteri e doveri, competenze e risorse. In cui tutte le parti si parlano e interagiscono. Un orologio, ammesso che cammini, non può indicare l’ora precisa se gli manca una rotellina, anche la più piccola.

Voi credete possibile che lo Statuto, questo Statuto, in cui i poteri più significativi del presidente della Regione e degli assessori regionali sono rimasti sulla carta può fare grande, ricca e felice la Sicilia, come era nel disegno dei padri fondatori?

Credete veramente che un presidente della Regione che, a termini di Statuto, si presentasse a Roma come effettivo Responsabile dell’Ordine pubblico in Sicilia (Art.21; Art.31) e come unico rappresentante dello Stato nell’Isola (art.20) avrebbe la stessa autorevolezza e la stessa accoglienza del questuante che oggi va a piatire un po’ di denaro?

Credete che non avere attuato articoli determinanti della nostra Carta ci ha resi migliori, più forti, più determinati, in una parola, più siciliani?

Disdoro cada su voi e su chi vi ha preceduto, perché vi siete acconciati a portare al polso una patacca purchessia.

Dov’è l’Alta Corte (Art. 24)?

Dove sono le sezioni regionali della Corte di Cassazione e del Tribunale superiore delle Acque (art. 23)?

Dov’è la nostra istruzione elementare con i nostri programmi e con la nostra Storia per educare i nostri figli alla verità (Art. 14, lett. r)?

Perché ancora lo Stato si trattiene arbitrariamente beni che per Statuto sono della Regione (Art. 33)?

Dove sono i 150 miliardi di euro che lo Stato ci deve ai sensi dell’art. 38 dello Statuto? Ve lo dico io: al NORD!

Ci aspettano tempi difficilissimi. Chi ha letto l’Appello pubblicato da questo blog (CHE TROVATE QUI) sa bene che ci sono Regioni che si stanno attrezzando per avere quello che noi abbiamo già, purtroppo solo sulla carta. Sappiate che un ministro leghista (Erika Stefani, ministro delle Regioni), sta elaborando con l’ex ministro Roberto Calderoli, anche lui leghista, norme tragiche per il Sud e la Sicilia. Sappiate che con questi nostri generali noi siamo condannati alla sconfitta, perché a loro basta un piatto di lenticchie.

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