Formazione/ Da lunedì al via ‘Mani bianche’, protesta contro il Governo Musumeci e i sindacati ‘firmaiuoli’

28 luglio 2018

Il Governo regionale sta provando a ‘stoppare’ il tavolo sulla crisi economica in Sicilia che il Ministro Di Maio vorrebbe inaugurare proprio nella nostra Isola. Ma i dirigenti di USB, Lavoratori Liberi ex Sportelli Multifunzionali, Gli irriducibili della formazione professionale e i Cobas hanno ‘sgamato’ il gioco di Musumeci, Lagalla, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl e stanno prendendo le contromisure. A cominciare dallo sciopero che inizia lunedì. In calce il VIDEO

Il tentativo del Governo regionale siciliano di far credere al Governo nazionale – e, in particolare, al vice premier e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio – che in Sicilia il problema dei lavoratori della Formazione professionale e delle politiche del lavoro è stato risolto è fallito miseramente. Lo sciopero che inizia lunedì prossimo, al contrario di quanto speravano il Presidente della Regione, Nello Musumeci, e l’assessore alla Formazione, Roberto Lagalla, riapre lo scontro sociale e manda in frantumi il castello di menzogne costruito dal Governo regionale e da cinque sigle sindacali che ormai, nella Formazione e nelle politiche del lavoro della Sicilia, rappresentano poco o nulla.

Musumeci e Lagalla pensavano che, utilizzando la sponda di tre organizzazioni sindacali che in questi settori, per cinque anni, hanno retto il gioco al Governo di Rosario Crocetta – parliamo di Cgil, Cisl e Uil – più il sindacato ondivago Snals, con l’aggiunta dei ‘neo-firmaiuoli’ dell’Ugl (diventati governativi da quando Musumeci è Presidente, nel nome del passato che li vedeva insieme nel Movimento Sociale Italiano), sarebbero riusciti a bloccare il Governo nazionale.

Pensavano – Musumeci e Lagalla – che i disoccupati di Formazione ed ex Sportelli avrebbero creduto alla storiella della loro riassunzione. Ma i lavoratori di questi settori iscritti all’Unione Sindacale di Base (USB), a i Lavoratori Liberi ex Sportelli Multifunzionali, all’associazione Gli irriducibili della formazione professionale e ai Cobas – che rappresentano la maggioranza dei lavoratori di questi due settori sono passati al contrattacco e, da lunedì, saranno di nuovo a Palermo, a manifestare in Piazza Indipendenza,. davanti la sede del Governo siciliano.

“Mani bianche per dire: Basta! La formazione professionale non è un bancomat”: questo lo slogan della manifestazione di protesta che si aprirà lunedì prossimo.

I rappresentanti di USB, Lavoratori Liberi ex Sportelli Multifunzionali, de
Gli irriducibili della formazione professionale e dei Cobas hanno elaborato il seguente documento. Nel quale si sottolineano “i deludenti accordi spacciati per la salvaguardia del personale nel settore della Formazione Professionale, che vanno nella direzione opposta rispetto sia alle battaglie finora condotte dai lavoratori del settore, sia a quanto rappresentato al Ministro Di Maio”.

Nel documento si dice che lo stesso Ministro Di Maio è già stato informato “della protesta che inizierà lunedì mattina, 30 luglio 2018, con un nuovo sit in e sciopero della fame organizzato dai lavoratori liberi, dalla USB, dagli Irriducibili della Formazione e Cobas in Piazza indipendenza a Palermo, davanti il Palazzo del Presidente della Regione siciliana, aperto a tutti i lavoratori”.

Dopo di che il documento di occupa dell’accordo farlocco tra Governo regionale, enti e Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl:

“L’accordo trilaterale tra sindacati, datoriali e amministrazione regionale e il protocollo d’intesa siglato tra Regione siciliana e Anpal S.p.A – si legge nel documento – rappresentano la fine per la maggior parte dei lavoratori degli ex Sportelli Multifunzionali e degli interventi Formativi. Il tutto si evince facilmente nei termini dell’accordo trilaterale sottoscritto nei giorni scorsi, che favorisce solo la spartizione di una misera torta ai soliti noti poteri forti rappresentati dell’apparato politico/sindacale/enti/Apl che asserviscono e si asserviscono nell’ormai intollerabile gioco di potere per la sempre verde manciugghia”.

“Da una lettura attenta dell’accordo trilaterale – prosegue il documento elaborato dai rappresentanti di USB, Lavoratori Liberi ex Sportelli Multifunzionali, de Gli irriducibili della formazione professionale e dei Cobas – è palese che solo una esigua parte degli operatori degli interventi sarà assorbita”.

“Da altrettanta lettura attenta del protocollo di intesa siglato tra Anpal e Regione siciliana, deliberato il 13/07/2018 – prosegue il documento – è evidente che produrrà solo qualche corso di aggiornamento ai dipendenti della Formazione dando qualche misera indennità per alcuni mesi agli operatori della stessa Formazione e poi nella giungla del mercato libero. Il vero scopo di questa operazione, velocizzata da quella che per loro rappresenta una minaccia, cioè l’intervento autorevole del Governo nazionale, è quello di utilizzare le risorse disponibili per spartire risorse e operare nuove assunzioni, probabilmente tre al posto di uno. Tutte le delibere di Giunta approvate negli ultimi mesi vanno verso la direzione di finanziare le Apl, che sono l’esatto contrario di ciò che vogliono i lavoratori, poiché consapevoli che nessuno sarà assunto, se non pochi eletti coincidenti con soggetti vicini ai sindacati o politici compiacenti”.

“L’affidamento alle Apl come soluzione alla vertenza degli operatori – si legge sempre nel documento – è esattamente ciò che si è sempre contrastato, attraverso azioni civili ma molto pesanti per la stessa salute, e che vanno nella direzione opposta alle proposte dei lavoratori. Sui temi delle politiche attive del lavoro e sugli interventi formativi, l’azione del Governo regionale è in totale contrasto rispetto al Governo nazionale, che cede su alcuni temi di vitale importanza rispetto all’Autonomia siciliana e agisce su altri temi come se fosse una repubblica a parte. Questi provvedimenti, se portati a termine, produrranno solo ulteriore privatizzazione (Im-prenditori con risorse pubbliche e senza portafoglio privato) e umilieranno i lavoratori molto di più di quanto sono stati umiliati da quattro anni a questa parte”.

Nel documento Musumeci e Lagalla vengono paragonati ai renziani: chiaro il riferimento alle politiche delle mance – 80 euro e altro – che hanno caratterizzato il PD di Renzi:

“Questa tanto decantata soluzione ci ricorda le operazioni certosine di renziana memoria: offerte speciali ‘prendi quattro al costo di uno’ e aumentano gli occupati, praticamente, come si dice in gergo siculo: Scusciu i carta e cubbaita nenti. Un pezzo di pane duro gettato e non a tutti. Umiliazione e offesa all’intelligenza, per non parlare dell’altra intesa spacciata per soluzione, ma altro non è che mercato libero che ammazza definitivamente i cinquantenni al modico costo di una bella abbuffata anpaliana, ops!, Italia Lavoro vestita di nuovo”.

Insomma, nel documento si fa il nome di Italia Lavoro, che dovrebbe gestire i fondi per le politiche del lavoro della Sicilia, secondo il solito stile coloniale sempre cari agli ascari che hanno governato la Sicilia.

Poi c’è la spiegazione dell’accordo sul quale hanno posto la firma i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl:

“Gli accordi sindacali servono, peraltro, per evitare manifestazioni dei lavoratori che dovrebbero approvare, attraverso delega, l’agire dei loro rappresentanti. Se si è organizzata una manifestazione ad oltranza con tanto di sciopero della fame, qualcuno se la pone qualche domanda? Si può sapere il numero complessivo dei lavoratori rappresentati da Cgil, Cisl, Uil, Snals e Ugl? La loro spocchia e prosopopea li seppellirà?”. 

Quindi le conclusioni:

“È stato inviato al Ministro Di Maio una nota esplicativa delle ragioni della protesta, correlata di locandina e video creato per spiegare il significato della protesta con le mani bianche che accompagnerà per tutto il tempo la manifestazione”.

Guarda il VIDEO  

P.s.

Dopo di che è giusto avvertire i lavoratori della Formazione e degli ex Sportelli in lotta: guardate che la Lega di Salvini, in Sicilia, alleata del Governo Musumeci, lavora contro di voi: è su questo fronte che il Governo regionale sta lavorando, sottobanco, per provare a far naufragare il tavolo di crisi che il Ministro Di Maio vorrebbe aprire in Sicilia. 

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