Nadia Spallitta: “Stupita dal comportamento dell’Arcivescovo di Palermo”

17 luglio 2018

Il caso è ancora quello  dei lavoratori dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’ di Palermo che si sono rivolti al Tribunale del Lavoro…

“L’Arcivescovo Corrado Lorefice si oppone, a mezzo dei suoi legali e del vice presidente dell’Opera Pia ‘Cardinale Ruffini’, al pagamento degli stipendi arretrati in favore dei dipendenti della stessa Opera Pia ed oggetto di un decreto ingiuntivo concesso inizialmente dal Tribunale di Palermo”.
Lo dice l’avvocato Nadia Spallitta, che difende tre lavoratrice dell’Opera Pia e che sul caso, come vi raccontiamo qui, era già intervenuta a proposito di una elargizione che adesso l’arcivescovo rivuole indietro.
“Il presidente della sezione Lavoro – dice sempre l’avvocato Spallitta – ha accolto l’opposizione dell’Arcivescovo, ritenendo sussistenti i gravi motivi dichiarati (difficoltà di recuperare le somme una volta pagate) e ha sospeso i pagamenti degli stipendi arretrati fino all’udienza fissata per il maggio 2019. Il drammatico risultato è che queste tre lavoratrici, quasi sessantenni, in alcuni casi gravemente malate, senza stipendi da un anno e mezzo, licenziate dal gennaio di quest’anno, e senza alcuna copertura di ammortizzatori sociali, si ritrovano nell’impossibilità di sopravvivere e di affrontare, in alcuni casi, i costi per le spese mediche”.
“Mi stupisce – aggiunge Nadia Spallitta – il comportamento sino ad oggi assunto dal nostro Arcivescovo che, di fatto, ha messo in ginocchio dipendenti assolutamente incolpevoli e che, pur avendo la possibilità di attingere a enormi risorse della stessa Curia, conferisce mandato, attraverso il vice presidente dell’Opera Pia, a due legali per ogni dipendente (con i relativi costi) per opporsi al pagamento di somme tutto sommato contenute: 7-8 mila euro per ciascuna lavoratrice. Somme che avrebbero consentito a queste lavoratrici, per qualche mese, una pausa di serenità”.
“Presenterò al presidente della sezione Lavoro un’istanza di anticipazione dell’udienza, rappresentando l’impossibilità, per alcune delle lavoratrici, di affrontare le spese mediche per curarsi. Continuo a confidare in un mutamento di posizione dell’Arcivescovo – conclude Nadia Spallitta – affinché incontri le lavoratrici e risolva la questione non a mezzo di strumenti legali, ma applicando i canoni umanitari e cristiani”.

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