Il CETA? Una porcata. Ha ragione il Ministro Di Maio/ MATTINALE 101

14 luglio 2018

Ieri Luigi Di Maio ha ribadito che l’Italia non ratificherà il CETA, l’accordo commerciale-porcata tra UE e CETA. Ieri sera una ‘grande’ trasmissione di SKY ha invitato tre soggetti tutti favorevoli al CETA. Il silenzio sul grano duro canadese e sul fatto che il CETA finirebbe di distruggere il grano duro del Sud Italia (e, in particolare, il grano duro della Sicilia) 

Ieri il vice Presidente del Consiglio e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ha ribadito che il CETA – il contestatissimo accordo commerciale tra Unione Europea e Canada – va bloccato. L’esponente del Movimento 5 Stelle ha aggiunto che i funzionati italiani che non si atterranno alle direttive del Governo verranno allontanati. Apriti cielo!

Attenzione, nessuna novità: il Movimento 5 Stelle è, da sempre, contrario al CETA. Ne sono testimonianza tanti interventi di esponenti di questo Movimento politico al Parlamento europeo e in tante altre manifestazioni pubbliche (COME POTETE APPROFONDIRE QUI, DOVE TROVERETE, OLTRE A DUE VIDEO, TANTI ALTRI ARTICOLI SU TALE ARGOMENTO).

Eppure, ieri, tutti gli ‘europeisti’ sono entrati in fibrillazione, facendo finta di non sapere che la posizione ufficiale del Movimento 5 Stelle è sempre stata questa.

Ma il massimo, se così si può dire, lo abbiamo ‘ammirato’ ieri sera, nel corso di un’improvvisata trasmissione di SKY.

In realtà, il giornalista che ha iniziato il programma è partito bene. Il giornalista di SKY è partito dai dati forniti dalla Coldiretti, raccontando che il Canada imita una serie di prodotti agricoli italiani, da una sottospecie di parmigiano ai formaggi, fino alle ricotte.

Dopo di che il programma ha preso la piega ‘europeista’, tutto a favore dell’Unione Europea dell’euro, senza dare voce a chi la pensa diversamente da Bruxelles.

Pensate un po’: su tre ospiti presenti in studio non ce n’era uno che era contrario al CETA: tutti favorevoli al potere, come ai tempi del MINCULPOP di Benito Mussolini e Achille Starace!

Intanto: cos’è il CETA? Spiegazione veloce: è un accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada.

Un certo numero di Paesi dell’Unione Europea – se non ricordiamo male 11 su 27 – lo ha già ratificato, gli altri lo debbono ancora ratificare.

Se un solo Paese si chiama fuori – e l’Italia lo sta facendo – salta tutto.

Non è stata spiegata una cosa semplice che, però, è il sale della democrazia: e cioè che in un consesso di Paesi democratici – e ci dicono che l’Unione Europea sarebbe ancora democratica – prima i trattati si ratificano e poi vengono applicati.

Con il CETA è successa una cosa strana, che la trasmissione di SKY avrebbe dovuto spiegare meglio: e, cioè, che la Commissione europea – il Governo della UE che nessuno ha eletto – ha deciso di applicare il CETA ancor prima che i 27 Paesi dell’Unione lo ratificassero!

Certo non pretendiamo che SKY ci venga a raccontare che a fare pressioni sull’Unione Europea per far applicare subito il CETA, calpestando la volontà di 27 Parlamenti sovrani!, sono state le multinazionali che sponsorizzano la porcata del CETA: no, non pretendiamo la controinformazione da SKY.

Ma informare meglio gli ascoltatori su tale anomalia antidemocratica no?

Ancora: il CETA, stringi stringi, dà la possibilità alle multinazionali di esportare prodotti industriali in Canada e di andare a fare affari sempre in Canada. In cambio, però, gli europei si debbono prendere i prodotti agricoli canadese che non vuole nessuno: i prosciutti, i formaggi, le ricotte e, naturalmente, il grano duro.

Certo, poi la cosa l’hanno aggiustata un po’, concedendo all’Italia di esportare un po’ di prodotti agricoli e agro-industriali italiani in Canada. Peccato che il 90% di questi prodotti agricoli e agro-industriali sia del Centro Nord Italia!

Insomma, nel CETA – che, come ricordato, è già una porcata – c’è anche una porcata nella porcata: ovvero la canonica penalizzazione del Sud voluta soprattutto dal PD, che ha trattato l’applicazione del CETA con Bruxelles. 

Di più: contro il CETA, negli ultimi due anni, in mezza Europa ci sono state manifestazioni di piazza da parte di agricoltori e di semplici cittadini.

Invece – come già ricordato – in studio c’erano tre signori, tutti schierati in favore del CETA.

Ce n’era uno particolarmente ‘intelligente’ il quale, in soldoni, ha spiegato che l’attuale Governo italiano potrebbe barattare il sì al CETA per farsi fare uno ‘sconto’ dall’Unione Europea sulla manovra da 5 miliardi di euro.

Eh sì, perché guarda caso – ma che strana coincidenza! – proprio mentre l’attuale Governo italiano, in accordo con il proprio programma di governo presentato agl’italiani prima delle elezioni dello scorso 4 marzo – si apprestava a ribadire il no al CETA, la UE faceva sapere che l’Italia, per aggiustare i conti sfasciati dai Governi Renzi e Gentiloni, deve fare una manovra da 5 miliardi di euro!

Ma la vera cosa incredibile della trasmissione di ieri sera è stata la totale assenza della parola “grano”. Ormai da due anni il grano duro canadese è al centro di dibattiti contrassegnati da polemiche roventi.

Ormai tutto il mondo sa cos’è il grano duro che arriva dal Canada, con riferimento al grano duro coltivato nelle aree fredde e umide di questo Paese: un grano che viene fatto maturare a colpi di glifosato e che, spesso, contiene anche altri contaminanti (COME POTETE LEGGERE QUI).

Attenzione: parliamo di 4 milioni di tonnellate all’anno di questo grano duro che il Canada, ogni anno, non sa a chi vendere: e che, grazie al CETA, dovrebbe finire in Europa (COME POTETE LEGGERE QUI).

Come si può parlare del CETA e non parlare del grano duro canadese coltivato nelle aree fredde e umide di questo Paese che non vuole più nessuno? E l’eccesso di glutine, la Gluten Sensitivity (patologia che con sintomi simili a quelli della celiachia) e via continuando?

Tutto dimenticato perché gli interessi economici vengono prima della salute di milioni di persone? Sarebbe questa l’Unione Europea dei “popoli”? Dobbiamo piangere o ridere? 

Tra l’altro, sul no al CETA non c’è solo l’impegno assunto dal Movimento 5 Stelle con i suoi elettori: c’è anche l’impegno di dire no a questa porcata anche da parte della Lega verso i suoi elettori.

Non a caso, anche il Ministro per le Risorse agricole, il legista Gian Marco Centinaio, ha già detto no al CETA (COME POTETE LEGGERE QUI).

Il Governo di grillini e leghisti, dopo aver assunto un impegno con i propri elettori dovrebbe tradirli? I dirigenti del Movimento 5 Stelle e della Lega, in parole semplici, si dovrebbero comportare come si come si sono comportati i dirigenti del PD renziano, che dicevano di essere di ‘sinistra’ a approvavano abolizione di articolo 18 e Jobs Act?

Ma davvero, a Bruxelles, pensano che la politica italiana sia fatta tutta da persone pronte a tradire l’elettorato?

P.s.

Sulla carta il no dell’Italia al CETA dovrebbe bloccare tutto. In realtà, la UE continuerà ad applicare il CETA con chi ci starà: così hanno deciso le multinazionali: e così sarà…  

 

 

 

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