Sos Statuto/Se fossimo negli USA, l’impeachment per i nostri Presidenti della Regione sarebbe certo…

13 luglio 2018

Andiamo avanti. Ricordando ancora una volta, al governatore, Nello Musumeci, la sua promessa di applicare lo Statuto siciliano. Nella sua interezza. Per proteggere la nostra agricoltura, i nostri prodotti, la nostra economia, il nostro benessere…

Rieccoci qui. A ricordare, ancora una volta – e non ci stancheremo di farlo- al Presidente della Regione, Nello Musumeci,  la sua promessa, declamata in tono solenne durante il suo primo discorso all’Ars, di applicare lo Statuto siciliano “nella sua interezza”.

Sotto, in allegato, troverete gli altri post in cui rinfreschiamo la memoria al governatore parlando di singoli articoli della nostra carta costituzionale (lo Statuto ha rango costituzionale).

Avrete notato che non abbiamo ancora parlato, in questo ciclo di articoli rivolti al Presidente Musumeci, delle norme finanziarie (gli articoli 36-37-38). Non perché non siano importanti, anzi, sono fondamentali, e lo sappiamo bene: in questo blog trovate tanto materiale sul tema e torneremo a parlarne.  Sono, in poche parole, quelle norme che prevedono la territorializzazione delle imposte (ai siciliani i tributi versati dai siciliani, sogno delle regioni del nord) che, alla faccia della Costituzione, lo Stato continua a non volere riconoscere alla Sicilia. Ricordiamo, in proposito, i moniti della Corte dei conti siciliana (che potrebbe decisamente fare di più) che ha accusato lo Stato di slealtà e ha ricordato che con i soldi trattenuti in maniera unilaterale da Roma si potrebbe dare fiato ai Comuni. Tanto per dirne una.

Di questo torneremo a parlare, questo è certo.. Intanto, ci preme sottolineare un concetto:  lo Statuto va applicato nella sua interezza.  In teoria, lo sa   anche Musumeci: “Chiederemo la piena applicazione dello Statuto”. 

In pratica il nulla. Da quando è a Palzzo d’Orlèans, l’argomento pare essergli sfuggito dalla testa.

Il perché è di facile intuizione: solo con la sua piena applicazione, lo Statuto potrebbe esprimere le finalità che perseguivano i suoi Padri nobili: lo sviluppo equilibrato e sostenibile della Sicilia. Non più colonia da spremere, terra da cui emigrare, ma regione in grado di valorizzare le sue risorse- umane, ambientali economiche, sociali, culturali- per garantire il benessere ai suoi cittadini.

E di chi è la responsabilità della piena applicazione dello Statuto?

Del Presidente della Regione che oltre a rappresentarla ed esserne la guida politica, rappresenta in Sicilia anche il governo dello Stato; è esso stesso organo dello Stato, il più alto organo dello Stato, con rappresentanza generale del governo nazionale nell’Isola. Che cosa significa? Che in Sicilia lo Stato è il Presidente della Regione .

Tradotto: il Presidente della Regione siciliana, nel momento in cui elemosina a Roma quanto ci spetterebbe per diritto, nel momento in cui cede a compromessi, o, addirittura, fa passare per gentile concessione da parte del Governo centrale il riconoscimento delle nostre prerogative, di fatto, rinuncia al suo ruolo.

Con una iperbole, possiamo affermare che in Sicilia ci fosse lo stesso sistema giuridico e costituzionale che c’è negli USA,  quasi tutti i Presidenti della Regione siciliana sarebbero accusati di alto tradimento e messi in stato di accusa. Il famoso “impeachment” di cui abbiamo sentito parlare più volte.

Perché Musumeci, fino a prova contraria, e quasi tutti quelli che lo hanno preceduto (poche eccezioni: Piersanti Mattarella, il presidente che difese l’Autonomia davanti a Sandro Pertini e davanti ad un alto buracrate dell’ Ue e pochi altri), di fatto, tradiscono tutto quello che prevede lo Statuto che, lo ripetiamo, ha valenza costituzionale, quindi i siciliani.

Ma che significa in concreto, nella vita di tutti i giorni e nel nostro futuro dare piena attuazione allo Statuto?
Ecco alcuni esempi tratti da una riflessione dell’editore di questo blog, Franco Busalacchi:

La potestà di difendere i nostri prodotti. Nessun prodotto non siciliano potrà entrare in concorrenza con i nostri perché lo Statuto ci autorizza e quindi ci impegna a sostenere davanti a chiunque e in tutte le sedi le nostre produzioni.

Invece assistiamo all’invasione della Sicilia di prodotti contraffatti o scadenti che inquinano il mercato, la nostra salute e distruggono la nostra economia.

A scovare, dunque, con l’ausilio delle forze dell’ordine, i veleni negli alimenti d’importazione, e a contrastare la concorrenza sleale delle produzioni sottocosto che mirano a distruggere la nostra economia e le nostre tutele dei lavoratori. Vedi il caso del grano avvelenato che arriva su navi estere e con il quale poi ci avvelenano quotidianamente.

E ancora:
La competenza esclusiva in materia di istruzione elementare: comporta la competenza a formulare i programmi scolastici inserendo lo studio del patrimonio linguistico siciliano e della storia della Sicilia, quella vera, nelle attività curriculari e nella gestione del personale tutto della scuola primaria. Lo stesso vale per i grandi scrittori siciliani scomparsi dai programmi ufficiali, o, comunque, relagati alla parte finale di programmi che preferiscono soffermarsi su tempi remoti invece di fare conoscere ciò che più ci è vicino.

Nessun docente che lavori in Sicilia potrà essere deportato altrove.

Ancora: la potestà di assicurare la nostra vita e la nostra salute con nostre compagnie con polizze a costi politici.

La potestà di assicurare in ambito regionale i nostri mezzi di trasporto a prezzi competitivi rispetto al cartello monopolistico delle compagnie nazionali.

Insomma, lo Statuto riconosce al Presidente della Regione la potestà di difendere l’interesse della Sicilia e dei siciliani, sotto tutti i punti di vista.

Presidente Musumeci, anche lei vorrà essere ricordato per avere svenduto la nostra terra e il futuro dei nostri giovani? Anche lei vorrà essere ricordato per avere tradito la nostra carta costituzionale, ovvero lo Statuto speciale?

La Sicilia-colonia, dove i figli emigrano per studio e per lavoro/ MATTINALE 100

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