Formazione, perché non pensare a un ‘Collegio europeo’? Appello all’assessore Lagalla/ MATTINALE 90

2 luglio 2018

L’obiettivo deve essere quello di formare giovani diplomati nei settori del diritto, dell’economia e delle politiche dell’Unione europea e Giurisprudenza. Agli studenti sarebbe consegnato un diploma avanzato in studi europei al completamento degli studi. La sede potrebbe essere presso il castello Utveggio di Palermo

Ci aspettavamo da un ex Magnifico rettore, che di insegnamento, di educazione e formazione ne mangia ogni mattina insieme ai maritozzi che intinge nel latte a colazione, e che, in riconoscimento dei suoi eccelsi meriti, è assurto al ruolo di assessore regionale appunto dell’Istruzione e della Formazione, una visione meno angusta e ripetitiva dell’offerta formativa. In una parola, ci aspettavamo che, attraverso una coraggiosa virata, insinuasse a tutti noi tutti il sospetto che tanti giovani siciliani in possesso di diplomi e di lauree possono essere formati in materie un po’ più complesse e nobili di quelle avvistate nel bando a catalogo.

Invece il nostro Magnifico si muove tra mestieri che adombrano l’impossibilità strutturale dei nostri figli di sollevarsi dalla nostra ancestrale condizione di stigghiolari, panellari, meusari, frittolari e pizzaioli. Ogni centesimo comunitario viene dedicato pervicamente a questo e a similari tipi di superformazione che in una regione di camerieri improvvisati garantisce posti di lavoro a non finire.

Premesso che ogni forma di lavoro è degna del massimo rispetto, riteniamo che tanti nostri giovani meritino migliori e più performanti occasioni di formazione superiore e di perfezionamento. E ci permettiamo di indicarne uno di profilo, ricordando che tanti già ne esistono in Europa e in Italia (Parma) Istituzione di un “Collegio europeo” (si badi, non di un carrozzone!).

Si costituisce un consorzio di enti, per volontà delle istituzioni del territorio, della Regione e delle Università, allo scopo di offrire agli studenti una scuola di formazione superiore, che promuova la conoscenza del funzionamento delle istituzioni dell’Unione europea. L’offerta formativa dovrebbe essere costituita da un curriculum accademico a carattere interdisciplinare sul processo d’integrazione europea, rivolto soprattutto a studenti post-laurea magistrale.

L’obiettivo deve essere quello di formare giovani diplomati nei settori del diritto, dell’economia e delle politiche dell’Unione europea e Giurisprudenza. Agli studenti sarebbe consegnato un diploma avanzato in studi europei al completamento degli studi.

Il corso di studi deve prevedere il sostenimento di alcuni esami obbligatori, la partecipazione a seminari e il sostenimento di ulteriori esami a scelta. La frequenza deve essere obbligatoria.

Oltre al diploma il Collegio dovrebbe organizzare corsi di formazione rivolti a gestori di fondi comunitari, funzionari e dipendenti di amministrazione pubbliche.

Pensiamo che sarebbe salutare una “distrazione” di fondi comunitari del Fondo Sociale Europeo a questo scopo.

La sede c’è già: il Castello Utveggio sul Monte Pellegrino a Palermo (e bisogna fare presto, prima che venga invaso, occupato e/o vandalizzato!)
Coraggio, prof Lagalla, passi alla storia!

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